Condividi

Riscopriamo Sa Pompìa il “mostruoso” salutare agrume del nuorese

Può arrivare a pesare 700 grammi. Da secoli coltivato e utilizzato in una piccola e circoscriutta area di Siniscola. Si è salvato perchè rientra nella tradizione di dolci usati nei matrimoni. Poi è arivato il Presidio Slow Food. Ne è stato ricavato anche un olio essenziale dalle proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche e curativo delle infezioni dell’apparato genitale femminile.

Riscopriamo Sa Pompìa il “mostruoso” salutare agrume del nuorese

Non sono stati generosi nel chiamarlo Citrus x monstruosa, “limone mostruoso”: così ancora una quindicina di anni fa veniva definito questo strano agrume non essendo ancora stato riconosciuto a livello accademico, vista la mancanza di studi approfonditi, dovuti alla sua scarsa diffusione.

 In realtà non ha nulla di terrificante, è solo di grandi, grandissime dimensioni. Può raggiungere un peso di 700 grammi e il frutto ha un aspetto un po’ bitorzoluto tutto pieno di solchi e rughe come una superficie lunare. Parliamo di Sa pompìa, una particolare specie di limone originario di una piccola area della Sardegna, conosciuto, a quel che pare, fin dai tempi del Medioevo, in particolare nella zona di Siniscola, nel nuorese e rimasto nei secoli circoscritto a quell’area.

L’arrivo alla notorietà di Sa Pompia è piuttosto recente, quando nel 2004 fece il suo ingresso fra i presidi Slow Food. Una decisione giunta in tempo perché si evitasse che questo profumatissimo limone si avviasse verso la scomparsa.

Le sue origini non sono ancora chiare: la teoria più accreditata è quella che si tratti di un ibrido tra cedro e limone, anche se alcuni studiosi parlano di un ibrido tra cedro e pompelmo. Ciò che è certo è che Sa pompìa è tra gli agrumi più rari di tutto il mondo.  Nel 1990 a Siniscola per un progetto di agricoltura sociale si decise di impiantare una coltivazione estensiva per recuperare questa testimonianza di biodiversità. Ma è il 2004 l’anno della sua rinascita quando Sa Pompia divenne Presidio Slow Food e da quell’anno cominciò a partecipare a tutte le manifestazioni slow food e nelle maggiori fiere italiane dedicate al cibo e ai prodotti enogastronomici di qualità.

Oggi il  Citrus lemon variante Pompia, vede finalmente riconosciuta la sua identità: non un incrocio fra cedro e limone o fra pompelmo e limone, ma un limone che, impegnato nella lotta per la sopravvivenza – forse a seguito dell’attacco di un microorganismo – muta geneticamente.

A tenerlo in vita fino ai giorni nostri è stato il suo utilizzo, ma limitatamente alla zona di Siniscola soprattutto nei comuni di Torpé e Posada, e in parte alle campagne di Orosei, per due dolci “Sa pompia intrea” e “Sa aranzada siniscolesa” fatto di scorza candita e mandorle, che anticamente erano sempre presenti nei rituali gastronomici di fidanzamenti e matrimoni. Dolci dalle lunghe preparazioni e ricchi di miele e di decorazioni quindi molto apprezzati per figurare bene nelle feste di famiglia. Le donne di Siniscola e dintorni hanno custodito nel tempo gelosamente la ricetta di questo dolce tipico, tramandata oralmente nei secoli. E’ diventato un bagaglio culturale delle donne siniscolesi al punto  che su Facebook è nato addirittura un gruppo denominato “Sa pompìa intrea”. La ricetta può essere preparata a partire da miele millefiori o sciroppo di acqua e zucchero al quale va poi aggiunto il miele.

Se l’aspetto è “Mostruoso” bisogna pur dire che anche il sapore da crudo è molto forte quasi immangiabile.

Ma le cose cambiano notevolmente quando è cotto, non solo per fare dolci straordinari. Se ne fanno anche liquori molto apprezzati e marmellate, gelati, sorbetti, granite e panne cotte, oltre che per accompagnare la carne, della quale esalta il sapore. Recentemente è stata impiegata anche nella produzione di birre artigianali da birrifici e beer firm sardi.

Addirittura c’è chi vi ha scoperto qualità officinali eccezionali come una giovane start up sarda, la Phareco (https://www.phareco.it/) , ha brevettato un prezioso olio essenziale ricavato da questo agrume.

“Ero da anni alla ricerca di un prodotto curativo che nascesse solo in Sardegna – racconta Grazia Fenu, professoressa di Anatomia ed Anatomia Patologica presso il Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Sassari, deatrice del progetto scientifico – sobo specializzata proprio in fitoterapia e cure vegetali, ed è per questo che da tempo ero impegnata nella ricerca di piante che potessero avere effetti curativi. Ebbene, ho scoperto che dalla scorza della pompia si può estrarre un olio essenziale dalle proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antimicotiche senza effetti collaterali. Caratteristiche che possono essere utilizzate per curare affezioni della mucosa genitale , della mucosa orale e della cute ”.

Commenta