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Riforma pensioni 2020: Quota 100 nel mirino dell’Ue

Tra le riforme che l’Europa chiede all’Italia in cambio dei soldi del Recovery Fund, quella delle pensioni è una delle più importanti – Le critiche si concentrano in particolare su Quota 100, già bersagliata anche dall’Ocse

Riforma pensioni 2020: Quota 100 nel mirino dell’Ue

Riforma delle pensioni con cancellazione di quota 100: è questo uno degli interventi che l’Europa chiede più spesso all’Italia. Nelle trattative sul Recovery Fund, il premier olandese Mark Rutte – la figura più intransigente dei Paesi cosiddetti Frugali – ha detto più volte che Roma, a fronte del mare di aiuti in arrivo da Bruxelles, dovrebbe fornire garanzie su una serie d’interventi legislativi da realizzare. E in cima alla lista c’è sempre lei: la riforma delle pensioni.

RIFORMA PENSIONI, OCSE: “L’ITALIA HA FATTO MARCIA INDIETRO”

In un documento dell’Ocse pubblicato a fine 2019 si legge che, in materia previdenziale, “l’Italia ha fatto retromarcia rispetto alle misure approvate in precedenza”, ossia la riforma Fornero. Quota 100, infatti, permette di andare in pensione anticipata rispettando solo due requisiti minimi: 62 anni di età e 38 di contributi.

QUOTA 100: COME FUNZIONA E COSA COMPORTA

Grazie a questo canale d’uscita introdotto nel 2019 per volere della Lega (all’epoca al governo con il Movimento 5 Stelle, che non ha mai rinnegato la misura: anzi, continua a difenderla), gli italiani possono uscire dal lavoro con un anticipo di ben cinque anni rispetto alla normale età pensionabile (67 anni). Uno scarto del genere non è previsto dalle norme di nessun altro Paese Ocse: nell’Olanda di Rutte, ad esempio, si può lasciare posto al massimo due anni prima del raggiungimento dell’età legale.

Quota 100 è quindi un’anomalia nel panorama internazionale, per questo Ocse e Ue vorrebbero che l’Italia la cancellasse con una nuova riforma delle pensioni.

IL RISCHIO PER I CONTI PUBBLICI

Peraltro, il meccanismo voluto dal governo gialloverde rischia di avere un contraccolpo fortissimo sui conti pubblici dei prossimi esercizi. In un anno e mezzo dall’entrata in vigore delle nuove regole, le richieste di pensionamento anticipato con Quota 100 sono state meno del previsto, perché il sistema implica un taglio dell’assegno previdenziale che la maggior parte dei lavoratori non è disposta ad accettare. Ora però le condizioni sono cambiate: a causa della pandemia molte persone hanno perso il lavoro e molte altre lo perderanno; di conseguenza, la prospettiva della pensione anticipata, sia pure con una penalizzazione, diventa molto più appetibile che in passato. Per questa ragione, secondo uno studio di Itinerari Previdenziali dal titolo “Quo vadis Quota 100?”, nei prossimi due anni ci potrebbero essere 100mila uscite in più, che implicherebbero un ulteriore aumento di costi già molto pesanti (48,5 miliardi).

IL FUTURO DI QUOTA 100

In ogni caso, Quota 100 non è una misura strutturale, ma sperimentale e quindi temporanea: a meno di cancellazioni o proroghe, smetterà di esistere a fine 2021. Cosa accadrà fino ad allora è più che mai incerto. Per ora, il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani (Pd), assicura che Quota 100 rimarrà in vigore fino a scadenza perché sarà utile come ammortizzatore sociale. Ma non è detto che alla fine non la spunti Rutte.

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