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Riforma del lavoro: ecco le ultime modifiche

Ecco le più importanti novità introdotte alla riforma del mercato del lavoro con l’emendamento al decreto sviluppo all’esame delle commissioni Finanze e Attività produttive di Montecitorio.

Riforma del lavoro: ecco le ultime modifiche

Intervalli più brevi tra un contratto stagionale e l’altro, proroga a tutto il 2014 delle attuali regole sulla mobilità,  attenuazione della stretta sulle false partite Iva, minori vincoli all’apprendistato. Sono alcune delle correzioni introdotte alla riforma del mercato del lavoro con l’emendamento al decreto sviluppo all’esame delle commissioni Finanze e Attività produttive di Montecitorio. 

– Mobilità: viene prorogata fino al 31 dicembre del 2014 l’uso della mobilità nelle regole attuali ”a beneficio – spiega Cesare Damiano, capogruppo democratico nella commissione Lavoro della Camera – degli ultracinquantenni del Centro-Nord che avrebbero visto decurtata la mobilità e di tutti i lavoratori del Sud. Questa misura sostituisce il rinvio dell’Aspi di un anno”. 

– Stagionali: si accorciano gli intervalli tra un contratto e l’altro per i lavoratori stagionali. I tempi dell’intervallo sono rimandati alla contrattazione.

– Apprendistato: ne viene agevolato l’uso.

– Tempo determinato: i contratti a tempo determinato fino a sei mesi vengono esclusi dal computo dell’organico delle aziende.

– Iva: cambiano i criteri per valutare se la partita Iva è autentica o meno.

– Cassa integrazione: le aziende ammesse a procedure concorsuale potranno usare la cassa integrazione fino al 2015.

– Committenza: la collaborazione con lo stesso committente dovrà avere una durata complessiva superiore a otto mesi per due anni consecutivi e non più per uno solo con un importo finanziario di 18 mila euro, sempre su due anni. 

– Sussidi: chi li percepisce potrà integrare il reddito solo nel 2013 e per un massimo di 3 mila euro per anno solare.

– Contributi previdenziali: viene congelato l’aumento che rimane al 27% nel 2013 per le partite Iva e le gestione separate. Accelerazione invece di un punto per coloro che hanno la pensione accomulata al reddito: questi ultimi arriveranno comunque al 24% ma vi sarà un’anticipazione: dal 2016 rispetto al 2018 inizialmente previsto.

Le proposte di modifica sono state votate con il parere favorevole del governo che ne ha riformulato il testo a seguito dell’intesa raggiunta tra maggioranza e ministro del Lavoro, Elsa Fornero. L’emendamento recepisce anche l’avviso comune siglato tra Confindustria e sindacati. Con l’approvazione dell’emendamento al decreto  sviluppo ”vince la ragionevolezza” ha commentato Giuliano Cazzola (Pdl), che è stato relatore alla Camera alla riforma del mercato del lavoro. Gli fa eco Cesare Damiano, capogruippo pd in commissione Lavoro: “abbiamo sostenuto con forza questo emendamento condiviso dal governo che fa fare un passo avanti alla riforma del lavoro. Si dà attuazione  all’impegno preso dal presidente del Consiglio relativamente alle questioni poste sugli ammortizzatori sociali e sulla flessibilità in ingresso. Conclusa questa discussione affronteremo quella degli esodati che sarà inserita nella spending review”.

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