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Renzi: “Pensioni anticipate, meno Irpef e via bollo auto nel 2017”

Si chiamerà Ape e riguarderà solo chi è nato nel 195-53. Anticipo di tre anni con penalizzazione del 4% annuo. Il meccanismo allo studio è quello del prestito previdenziale. Arriverà con la prossima legge di Stabilità. Allo studio anche la riduzione delle aliquote Irpef a soli tre scaglioni. Confermato il bonus di 500 euro per i diciottenni anche il prossimo anno. Via il bollo auto

Renzi: “Pensioni anticipate, meno Irpef e via bollo auto nel 2017”

Il governo è al lavoro su pensioni anticipate, fisco e bollo auto. Si chiamerà Ape e consentirà a chi è nato tra il 1951 e il 1953 di anticipare l’uscita dal lavoro con una decurtazione economica, recuperabile però al momento del compimento dell’età di vecchiaia. Lo strumento, che il governo conta di sottoporre al confronto con i sindacati e con L’Unione europea, scatterà con la legge di Stabilità 2017 che sarà approvata entro fine anno. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso del confronto diretto su Twitter #matteorisponde. Altra novità di rilievo riguarda le aliquote Irpef per fare calare le imposte, ha detto il premier, l’ideale sarebbe di ridurre gli scaglioni Irpef da cinque a tre. 

PENSIONI ANTICIPATE

La novità è importante e viene incontro alla richieste del mondo del lavoro che da tempo invoca una flessibilità in uscita dopo lo sbarramento introdotto dalla Legge Fornero. E’ attualmente oggetto di approfondimento da parte del ministero del Lavoro, dell’Inps e dei tecnici di Palazzo Chigi. Come si diceva, l’Ape riguarderà i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953. L’ipotesi su cui si sta lavorando prevede la possibilità di lasciare il alvoro al massimo 3 anni prima con una penalizzazione del 4 per cento annuo, quindi del 12% complessivamente.

In alcuni casi, tuttavia, là dove la pensione è molto alta, la penalizzazione potrebbe arrivare anche al 25-30 per cento complessivamente. Il costo stimato per lo Stato sarebbe di 1 miliardo l’anno ma anche il sistema bancario sarebbe chiamato a dare il suo contributo, anticipando una parte delle risorse.

In pratica, il meccanismo sarebbe quello del prestito previdenziale. Il pensionato che lascia il lavoro in anticipo rispetto al compimento dei 66 anni e 7 mesi previsti dalla Riforma Fornero, incassa un anticipo dell’assegno previdenziale decuratato del 4% annuo come si è detto. L’anticipo lo restituirebbe poi in piccole rate che gli verranno trattenute dal momento in cui decorre la pensione di vecchiaia vera e propria.

Tre i casi possibili per accedere all’uscita flessibile: scelta volontaria dell’interessato; rischio di diventare esodato per aver concordato un uscita dal lavoro ma senza avere i requisiti di età per la pensione normale; uscita dal lavoro in caso di ristrutturazioni o di ricambio del personale. “I nati nel ’51-’53 sono i più sfortunati e non è giusto – ha precisato il premier presentando l’Ape – e con il nuovo strumento si sana questa ingiustizia, ma varrà solo per un certo periodo, proprio per i nati nel ’51-’53”.


MENO TASSE, BOLLO AUTO E BONUS 18 ANNI

Renzi ha richiamato la riforma fiscale inserita nel programma del Pd nel 2013 e che puntava su 2 sole aliquote Irpef. Ora l’ipotesi di sfoltimento degli scaglioni prevede l’accorpamento a sole 3 aliquote, il che comporterebbe un abbassamento della pressione fiscale. Oggi infatti esistono 5 fasce di reddito: da 0 a 15 mila euro (aliquota del 23%); da 15.001 a 28.000 (27%); da 28.001 a 55.000 (38%); da 55.001 a 75.000 (41%); oltre i 75.000 euro (43%).

“Spero che nelle prossime settimane ci possano essere novità su questo fronte”, ha detto Renzi che ha progettato la riforma fiscale per il 2017. Il premier ha anche confermato il bonus di 500 euro per i 18enni che sarà distribuito tra pochi giorni e che il prossimo anno potrebbe venire esteso anche agli immigrati che compiono 18 anni e sono dotati di permesso di soggiorno.

L’altra novità che il governo ha allo studio è l’abolizione del bollo auto. L’intenzione, ha spiegato Matteo Renzi, è di eliminare la tassa sul possesso dell’auto o dei ciclomotori e sostituirle l’introito per lo Stato con l’aumento dell’accise sulla benzina in virtù del principio chi inquina paga. Oggi il “bollo” frutta circa 6,5 miliardi allo Stato, uno delle ipotesi prevede un aumento delle accise di 15 centesimi.

FERROVIE E ANAS

In tutto questo , il ministero delle Finanze ha avviato il lavoro di valutazione per una possibile fusione tra Anas e Ferrovie. Porterebbe alla nascita di un colosso del trasporto e delle infrastrutture, con successivo collocamento in Borsa e abbattimento del debito pubblico.

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