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Renzi: “Italia cambi ora, carpe diem. E la Bce dia un segnale”

Il Premier al World economic forum di Davos: “E’ giunto il momento della crescita attraverso investimenti pubblici e privati” – “Berlusconi, Monti e Letta hanno perso l’opportunità di riformare il sistema bancario: noi abbiamo portato un cambiamento radicale per le banche popolari” – “Riforme strutturali fondamentali: serve credibilità”.

Renzi: “Italia cambi ora, carpe diem. E la Bce dia un segnale”

“Io rispetto l’indipendenza della Bce, ma dovrebbe aiutare l’Europa a dare un messaggio di qualcosa di nuovo. Anche se so che non è semplice. E’ finito il tempo dell’austerità”. Questo il messaggio lanciato oggi dal premier Matteo Renzi davanti alla platea di Davos, dove è in corso il World Economic Forum. “La direzione europea non è corretta da un punto di vista economico – ha continuato il Presidente del Consiglio –. Al G20 in Australia ogni continente, ogni Paese ha parlato della necessità d’investire nella crescita, tranne l’Eurozona, che ha parlato solo di austerità. E’ importante mantenere alta l’attenzione sul budget ma anche sulla crescita: è giunto il momento della crescita, attraverso investimenti pubblici e privati. Bisogna trasformare i rischi in opportunità: è questa la sfida delle leadership”.

“ITALIA E EUROPA: CARPE DIEM”

In generale, secondo il capo del Governo italiano, “in Italia oggi c’è una finestra di opportunità eccezionali e il ruolo dei politici è cogliere il momento, ‘carpe diem’, come dicevano i latini, quando possiamo scegliere il futuro. Anche in Europa ci sono tanti rischi come il terrorismo e la mancanza di sostenibilità, ma credo che se finalmente le leadership saranno in grado di investire nel futuro come un’opportunità, possiamo tornare a dare un messaggio positivo”. Renzi ha quindi ribadito che “se l’Europa è solo burocrazia è la fine: abbiamo davanti 12 mesi importanti per la crescita. Il vero spread non è quello tra titoli di Stato e Bund tedeschi ma quello tra i sogni e le aspettative dei cittadini e i risultati concreti dei leader europei”.

“BERLUSCONI, MONTI E LETTA HANNO SBAGLIATO A NON RIFORMARE IL SISTEMA BANCARIO”

Quanto al nostro Paese, “sfortunatamente abbiamo perso l’opportunità di riformare il sistema bancario tre anni fa – ha detto ancora il Premier in un’intervista alla Cnbc a margine del Wef –. Quando la crisi ha mostrato i primi segni, molti Paesi (Germania Gran Bretagna, Spagna) decisero di cambiare il sistema. Ma Berlusconi no, Monti no, Letta no. Rispetto questa decisione ma in un buon sistema il primo intervento riguarda il sistema bancario, come nella Firenze del Rinascimento: le banche sono assolutamente centrali. Ma l’Italia non ha salvato le banche, non ha creato opportunità per loro, non ha portato soldi alle banche. Ed è stato l’unico Paese in Europa”, ha insistito Renzi, che ha rivendicato le misure varate ieri dal Cdm sulle banche popolari: “Il nostro sistema è solido, ma comunque abbiamo deciso di intervenire sulle banche popolari con un cambiamento molto radicale”.

“RIFORME STRUTTURALI FONDAMENTALI: SERVE CREDIBILITA'”

In ogni caso, per “credere in un nuovo Rinascimento”, le banche non bastano: “Abbiamo bisogno di una differente idea di Europa, che però sarà possibile solo dopo che l’Italia avrà fatto le riforme strutturali – ha concluso Renzi –. Se aspettiamo che siano gli amici europei a darci le soluzioni, i nostri problemi resteranno gravi. E per questo siamo molto felici del lavoro sulle riforme. Forse la riforma più importante a livello strutturale è la riforma della credibilità”.

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