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Rcs, il mistero del rastrellatore anonimo

Una volta assegnati tutti i diritti dell’inoptato Rcs è cominciata la caccia al rastrellatore anonimo – Fiat e Della Valle: “Non siamo noi” – O uno dei duellanti mente (poco probabile, viste le attenzioni della Consob) o nella partita si è infilato un terzo protagonista, magari in sintonia con uno dei contendenti.

Rcs, il mistero del rastrellatore anonimo

Io no, tu no. E allora chi? Una volta assegnati tutti i diritti dell’inoptato Rcs è cominciata la caccia al rastrellatore anonimo. Tra le smentite dei protagonisti. Ma andiamo con ordine. Stamane, secondo giorno dell’asta Rcs, un comunicato del consorzio di garanza capitanato da Banca Imi ha reso noto che “sono stati collocati tutti i restanti titoli dell’operazione pari a circa 15 milioni di diritti equivalenti a circa 45 milioni di azioni e all’11% del capitale post-aumento”. 

Poche le reazioni sul titolo, che sul listino segna un marginale +0,16% a 1,28 euro. Molte, al contrario, le curiosità rimaste al momento insoddisfatte. Per prima è arrivata, in via informale, la smentita della Fiat. Il Lingotto non ha comprato oggi all’asta sull’inoptato di Rcs altre quote del gruppo del Corriere della Sera facevano sapere alle agenzie “fonti finanziarie”. Altrettanto tempestivo il no dell’altro duellante, Diego Della Valle.

L’imprenditore marchigiano non ha incrementato la propria quota in Rcs sfruttando l’asta dell’inoptato. Fonti finanziarie fanno rilevare che “non avrebbe mai preso, ne ha mai avuto interesse” all’acquisto dei titoli offerti. Delle due l’una: o uno dei duellanti mente (poco probabile, viste le attenzioni della Consob) o nella partita si è infilato un terzo protagonista, magari in sintonia con uno dei contendenti. Ma c’è, come sempre, una terza via: l’acquisto da parte di una banca o di partner finanziario pronto a svolgere un “portage” in attesa di ricavare una plusvalenza sulla cifra investita, 45 milioni circa, per rilevare il 14% della società di via Solferino. 

Insomma, un piccolo mistero, destinato ad essere sciolto forse già nelle prossime ore. Nella sede del gruppo di via Rizzoli, a Milano, è infatti prevista oggi la riunione del consiglio di amministrazione dell’editore, che prenderà atto della conclusione dell’asta dell’inoptato relativo all’aumento di capitale da 421 milioni di euro. Sul tavolo del consiglio diversi temi relativi al complesso piano strategico al 2015: dall’aumento di capitale alla riduzione delle testate della periodici, fino alle offerte relative alla cessione degli immobili di via San Marco.

Ma la partita sugli equilibri, probabilmente, si protrarrà fino all’ultima decade del mese di luglio quando, al rientro dalla regata di John Philip Elkann, si riunirà il patto di sindacato di Rcs. 

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