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Poste italiane: iniziano i lavori per la privatizzazione dell’azienda

Si aprono ufficialmente i lavori per la dismissione di una quota del capitale di Poste Italiane spa destinata al mercato e in parte anche agli oltre 144 mila dipendenti del gruppo sul modello tedesco – Il Tesoro, che oggi controlla l’intero capitale di Poste Italiane, vorrebbe collocare una quota di minoranza compresa tra il 30 e il 40%

Poste italiane: iniziano i lavori per la privatizzazione dell’azienda

Iniziano ufficialmente i lavori per la dismissione di una quota del capitale di Poste Italiane spa destinata al mercato e in parte anche agli oltre 144 mila dipendenti del gruppo, sul modello tedesco di compartecipazione alla gestione societaria.

Ieri a palazzo Chigi c’è stata una lunga riunione presieduta dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Filippo Patroni Griffi, che ha visto la partecipazione del direttore generale del Tesoro e presidente del comitato privatizzazioni, Vincenzo La Via, del viceministro per lo sviluppo economico, Antonio Catricalà, del consigliere economico della presidenza del consiglio, Fabrizio Pagani, e dell’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi.

La discussione ha riguardato la possibile valorizzazione di Poste Italiane considerando “il quadro regolatorio, la convenzione con Cassa depositi e prestiti e i crediti verso lo stato di Poste (che nel 2013 superavano i 2 miliardi, ndr)”, come reso noto in una nota di palazzo Chigi a tarda serata.

A differenza di quanto ipotizzato in passato, l’intenzione dell’esecutivo sarebbe di cedere una quota di minoranza dell’intera Poste Italiane spa, servizi postali compresi. La volontà del Tesoro, che oggi controlla l’intero capitale di Poste Italiane, sarebbe di lavorare sull’intero aggregato, collocando una quota di minoranza compresa tra il 30 e il 40%.

L’alternativa, probabilmente più semplice e veloce, sarebbe stata quella di privatizzare i settori che continuano a registrare utili, come la compagnia assicurativa Poste Vita o il Banco Posta, mentre i servizi postali tradizionali procedono a fatica e peggiorano inevitabilmente anno dopo anno.

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