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PNRR, terapia d’urto per evitare il flop: un commissario straordinario modello Figliuolo come fece Draghi

Di fronte agli abissali ritardi nell’attuazione del PNRR se non si vogliono perdere i soldi della Ue esponendosi a una figura devastante, serve subito una svolta con la nomina di un Commissario con pieni poteri come ai tempi del Covid con il Generale Figliuolo

PNRR, terapia d’urto per evitare il flop: un commissario straordinario modello Figliuolo come fece Draghi

La denuncia a tinte forti e a numeri inequivocabili della Corte dei Conti e il grido d’allarme del ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, lasciano chiaramente intendere che nell’attuazione del Piano per la ripresa e la resilienza (PNRR) che l’Europa è pronta ad alimentare con 190 miliardi di euro l’Italia non è soltanto in gravissimo ritardo ma è sull’orlo dell’abisso. In altre parole, se non si dà una sveglia, il nostro Paese rischia di perdere buona parte della ricca dote che l’Unione europea ci ha messo a disposizione con il Next Generation Eu per ammortizzare e superare in avanti i guai del Covid. Finora, ci ricorda opportunamente la Corte dei Conti, il livello di attuazione finanziaria del PNRR è fermo al 6% rispetto agli obiettivi programmati e questo basta e avanza per dare l’idea della gravità dei ritardi.

Non è la prima volta che l’inefficienza della Pubblica amministrazione e l’incapacità dei politici e degli amministratori di turno fanno perdere al Paese risorse preziose – e tutta la storia dei fondi europei è lì a ricordarcelo – ma stavolta c’è di più. Non solo perchè la dote prevista dall’Europa, tra prestiti a tassi molto ridotti e stanziamenti a fondo perduto, è addirittura superiore a quella che l’Italia del dopoguerra ricevette dal mitico Piano Marshall, ma perchè non riuscire a spendere i fondi del PNRR sarebbe la prova di un clamoroso fallimento che esporrebbe l’Italia alla bocciatura non solo dell’Unione europea ma dei mercati e ridicolizzerebbe per sempre quei bontemponi alla Salvini che gridano all’Europa matrigna senza scusarsi per la propria abissale inadeguatezza e la propria conclamata malafede.

PNRR: PERCHE’ SERVE UN COMMISSARIO STRAORDINARIO COME FIGLIUOLO

Ecco perchè serve una svolta e serve subito sul modello della virtuosa esperienza del Governo Draghi che di fronte alla spaventosa e imprevista emergenza della pandemia prese il toro per le corna e affidò pieni poteri a un generale di alto rango e di straordinaria efficienza come Francesco Paolo Figliuolo nominandolo Commissario straordinario contro il Covid. Nomina quanto mai azzeccata e coronata da successo, unanimemente riconosciuto.

Contro l’emergenza PNRR non servono a nulla le polemiche e la politica dello scaricabarile: serve decidere e agire al più presto aggirando tutte le lentezze burocratiche e l’inadeguatezza della Pubblica amministrazione al centro come in periferia. Agire e agire subito, accentrando e sveltendo i processi decisionali ma nella trasparenza e senza dimenticare l’avvertimento lanciato qualche giorno fa dal Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo che non a caso non perde occasione per ricordare che la mafia di oggi è principalmente una mafia da business e che la tentazione di infiltrarsi nei progetti e nei fondi del PNRR è sempre dietro l’angolo.

COMMISSARIO PNRR: LA LEGGE C’E GIA’ MA LA MELONI DEVE SBRIGARSI

Un Commissario straordinario per il PNRR dunque sul modello Figliuolo. E ha ragione da vendere Il Foglio nel proporlo a chiare lettere nell’edizione di oggi. Del resto, come ricorda il quotidiano diretto da Claudio Cerasa, non c’è bisogno di nuove leggi per nominare un Commissario straordinario per il PNRR. La legge c’è già e l’articolo 12 del decreto 77 del maggio 2021 sulle norme per l’attuazione del PNRR dice esplicitamente che, di fronte a ritardi della Pa, delle Regioni e degli enti locali, il Presidente del Consiglio “individua l’amministrazione, l’ente, l’organo o l’ufficio, o i commissari ad acta, ai quali attribuisce, in via sostitutiva, il potere di adottare gli atti o provvedimenti necessari oppure di provvedere all’esecuzione dei progetti”.

La premier Giorgia Meloni, che ha dimostrato di essere una leader tosta anche se spesso prigioniera dei suoi fantasmi del passato e di una compagnia ministeriale per lo più mediocre, ci pensi e provveda rapidamente. Non è più tempo di indugi, altrimenti la responsabilità del fallimento del PNRR avrà un nome e un cognome solo: il suo.

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