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Pil, allarme Confindustria: “Nel 2019 crescita ben sotto l’1%”

Dopo le stime sul Pil rese note dall’Istat, Confindustria attacca duramente il governo – Boccia: “Se l’Italia non crescerà sarà colpa esclusiva di questo Governo – Il capo economista Montanino: “Nel 2019 la crescita sarà ben al di sotto dell’1%” – Ma Di Maio e Conte sono ottimisti: “Non solo il Pil ma la felicità dei cittadini si riprenderà”

Pil, allarme Confindustria: “Nel 2019 crescita ben sotto l’1%”

Le stime sul Pil rese note oggi dall’Istat, secondo cui dopo tre anni di espansione nel terzo trimestre del 2018 la crescita italiana si è fermata, non preoccupano solo i mercati ma anche le imprese.

Il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia usa parole molto chiare: “C’e una divergenza di spiegazioni economiche in questo governo su cui bisogna cominciare a chiarire che se i risultati della crescita non ci saranno nei prossimi mesi è colpa esclusiva di questo governo e della politica economica che realizza, non di altri”, ha affermato Boccia al margine dell’assemblea di Confindustria Canavese tenutasi a Ivrea. “Siamo a disposizione del Paese e del Governo – ha detto – per fare proposte che non antepongano le ideologie alle spiegazioni economiche”.

Commentando l’analisi dell’Istat, Boccia ha parlato di “stime prevedibili”. “”L’abbiamo detto da tempo, l’economia globale comincia a rallentare c’è una questione interna di un’Italia che deve reagire”.

L’allarme lanciato da Boccia viene ripreso anche dal capo economista di Confindustria, Andrea Montanino che parlando con l’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor si concentra soprattutto sul 2019, quando, secondo lui, il Pil crescerà “ben al di sotto dell’1%” e soprattutto molto meno di quell’1,5% previsto dal Governo. “Il tema vero – spiega Montanino – è cosa succede il prossimo anno, l’effetto trascinamento sul 2019 peggiora e la Manovra non avrà effetti espansivi rilevanti”, dice.

Ricordiamo che Confindustria per l’anno prossimo aveva previsto una crescita dello 0,9%. Ma a questo punto, Montanino non è più certo nemmeno di questo. Dubbi che sorgono soprattutto a causa delle misure contenute in Manovra, considerate inadeguate e soprattutto incapaci di spingere la crescita.

“Non ci sono interventi pro-imprese – continua Montanino – tra la stretta sulla banche che si scaricherà su imprese e famiglie, vista la redditività già bassa, l’eliminazione dell’Ace, l’indebolimento di Industria 4.0, l’assenza di credito per la formazione. Il reddito di cittadinanza non avrà effetti espansivi, e comunque ci vorrà tempo visto il meccanismo complesso”.

Nessuna preoccupazione sul Pil invariato del terzo trimestre e sulle prospettive poco rosee per l’anno prossimo arriva invece dal Governo, secondo cui “tutto andrà per il meglio”.

“Purtroppo dal punto di vista internazionale c’è stata una serie di fattori che incidono sulla congiuntura economica generale. Ma vedrete che con la ‘manovra del popolo’ non solo il Pil ma la felicità dei cittadini si riprenderà”, ha commentato il vicepremier Luigi Di Maio.

Ottimismo anche da parte del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “É uno stop congiunturale, riguarda cioè l’intero quadro dell’economia europea. Lo avevamo previsto ma proprio per questo abbiamo pianificato una manovra espansiva che si adegua al trend che si andava delineando e mira a invertirlo”, ha detto.

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