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Pensioni, Cassese: “La Corte Costituzionale aveva altre alternative”

L’ex giudice costituzionale Sabino Cassese, in un editoriale sul “Corriere della sera” afferma criticamente che la Consulta aveva altre strade possibili sulla perequazione automatica delle pensioni senza rovesciare sul Governo l’onere di fronteggiare costi di finanza pubblica difficili da sostenere ma “ha fatto come Giove Pluvio”

Pensioni, Cassese: “La Corte Costituzionale aveva altre alternative”

L’editoriale critico dell’ex giudice costituzionale Sabino Cassese, pubblicato stamattina dal “Corriere della sera” sulle recente e controversa sentenza della Consulta sullo stop alla perequazione automatica delle pensioni che rischia di rovesciare oneri insostenibili sulle casse dello Stato, è di quelli destinati a lasciare il segno e forse a orientare anche le scelte che il Governo dovrà fare in materia. Sia per le motivazioni che per il prestigio dell’autore.

Cassese sostiene apertamente che la Consulta, che ha deciso così solo in virtù del voto doppio del suo presidente pro-tempore, aveva molte altre alternative davanti a sé che non fossero il puro annullamento dello stop della perequazione automatica delle pensioni superiori alla minima deciso in momento di emergenza del Paese dal Governo Monti.

La Corte “avrebbe potuto ripetere il monito (la messa in mora che la Corte fa quando non vuole produrre gli effetti immediati e traumatici che derivano da un annullamento), già fatto in precedenza in materia di pensioni, come è accaduto negli ultimi anni in materia elettorale”. Oppure avrebbe potuto fare quella che in gergo si chiama “sentenza chiamata”, cioè stabilire il principio della rivalutazione anche delle pensioni pari a tre volte la minima “ma lasciando a governo e Parlamento di scegliere come provvedere: così ha fatto molte altre volte”. Oppure ancora avrebbe potuto graduarne gli effetti.

La Consulta “avrebbe potuto, infine – è la stoccata finale di Cassese – non comportarsi come Giove Pluvio, facendo trovare gli organi di spesa dinanzi al fatto compito”.

Quale commento suggerisce l’editoriale di Cassese? O che la maggioranza risicata della Corte è composta da giudici autoreferenziali e del tutto sprovvisti del senso dello Stato o che, volutamente, ha inteso fare uno sgambetto al governo Renzi, con buona pace dell’indipendenza dal potere politico e gli inevitabili applausi di Grillo e Salvini.

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