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Pensione di garanzia per i Millennials? Governo e sindacati vogliono evitare pensioni irrisorie per i giovani ma i soldi sono pochi

La pensione di garanzia futura per i giovani che hanno conosciuto lunghi periodi di disoccupazione e di precariato e hanno bassi montanti contributivi sarà uno dei temi caldi dell’incontro di mercoledì tra Governo e sindacati

Pensione di garanzia per i Millennials? Governo e sindacati vogliono evitare pensioni irrisorie per i giovani ma i soldi sono pochi

Si può evitare il rischio di pensioni irrisorie per i Millennials, cioè per la generazione dei giovani nati tra il 1980 e il 1994 che hanno spesso conosciuto lunghi periodi di disoccupazione e di precariato accumulando un montante contributivo che minaccia pensioni da fame? E’ da anni che se ne parla in base al fatto che dalla riforma Dini del 1995 le pensioni si calcolano non più in base alla retribuzione ma ai contributi effettivamente versati per chi ha cominciato a lavorare dal primo gennaio 1996.

Allarme della Corte dei Conti sul basso montante contributivo dei quarantenni

Oggi i nodi stanno venendo al pettine e suscita allarme il capitolo del Rapporto della Corte dei Conti sulla finanza pubblica dedicato ai lavoratori quarantenni, il 28% dei quali ha una retribuzione lorda inferiore ai 20 mila euro annui e dunque un montante contributivo che non promette nulla di buono per quando andranno in pensione. Ecco perché le pensioni dei Millennials saranno uno dei temi caldi dell’incontro di mercoledì tra la ministra del Lavoro, Marina Calderone, e i sindacati. Cgil, Cisl e Uil propongono una pensione di garanzia per chi ha iniziato a lavorare dopo la riforma Dini del 1995. Questa pensione contributiva di garanzia dovrebbe – spiega la piattaforma sindacale – essere “collegata ed eventualmente graduata rispetto al numero al numero di anni di lavoro e di contributi versati, che consideri e valorizzi anche i periodi di disoccupazione, di formazione e di basse retribuzioni per potere assicurare a tutti un assegno pensionistico dignitoso, anche attraverso la fiscalità generale”.

Una pensione di garanzia di 450 euro mensili? L’obiettivo è sacrosanto ma mancano le risorse

Ma a quanto dovrebbe ammontare una pensione di garanzia per i quarantenni di oggi che hanno un basso montante contributivo a causa della disoccupazione e del precariato che ha caratterizzato la loro storia lavorativa? Negli anni scorsi si era ipotizzato un assegno a carico dello Stato non inferiore all’assegno sociale e tale da valere 450 euro mensili con cui integrare i contributi maturati. Il problema però si è complicato con la crescita dell’inflazione, che – secondo quanto scrive il Corriere della Sera – “è costata un ventina di miliardi di euro solo per indicizzare le pensioni nel 2023”. In sostanza, l’obiettivo di una pensione di garanzia per i Millennials più in difficoltà è sacrosanto, ma oggi – è sempre il Corriere a sostenerlo – “le risorse non ci sono” o non ci sono abbastanza. Ecco perché si studiano soluzioni più abbordabili come l’incentivazione della previdenza integrativa o “il potenziamento della contribuzione figurativa per i periodi di studio”. Vedremo mercoledì nell’incontro tra Governo e sindacati ma è una buona notizia che le organizzazioni dei lavoratori si occupino finalmente delle precarie pensioni future dei giovani e non soltanto di anticipare il pensionamento di chi è già vicino all’uscita dal lavoro.

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