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Pensionati, Inps: oltre la metà sotto 1.000 euro al mese

I NUMERI DEL RAPPORTO INPS 2011 – Le donne fra i pensionati sono il 59%, ma percepiscono solo il 44% dei redditi pensionistici – Esodati, Fornero: “Avanti con decreto per i 65 mila, poi gli altri” – Calano le pensioni di anzianità (-14,7%) e di vecchiaia (-29,3%) – Cig per 1,4 milioni di lavoratori – Da accorpamento con Inpdap e Enpals 170 milioni in 3 anni.

Pensionati, Inps: oltre la metà sotto 1.000 euro al mese

Oltre la metà dei pensionati Inps (7,2 milioni di persone, il 52,1% del totale) riceve ogni mese un assegno inferiore a 1.000 euro. Se si guarda al totale delle pensioni in essere, una su due (il 49%) è addirittura inferiore a 500 euro al mese e quasi otto su 10 (il 77%) non arrivano a mille euro. I dati sono stati diffusi oggi dall’Inps nel rapporto annuale 2011. Dal documento emerge che solo il 12% delle pensioni si colloca fra i 1.000 e i 1.500 euro (nel 2010 era l’11,1%) e appena il 2,6% supera i 2.500 euro.

Le donne fra i pensionati Inps (che in tutto arrivano a 13,9 milioni di persone, 16,6 milioni se si aggiungono quelli Inpdap ed Enpals) sono il 59%, ma percepiscono solo il 44% dei redditi pensionistici. Al 41% uomini va invece il restante 56%. Il valore medio mensile della pensione percepita dalle donne (569 euro) è notevolmente inferiore a quello della pensione incassata dagli uomini, che è pari a 1.047 euro.

Nel 2011 il reddito pensionistico mensile medio, cioè il reddito che deriva dalla media dei trattamenti previdenziali e assistenziali erogati sia dall’Inps che da altri enti, è stato pari a 1.131 euro (nel 2010 era di 1.084 euro). L’importo medio mensile delle pensioni previdenziali Inps è invece di 859 euro.

ESODATI, FORNERO: PRIMA IL DECRETO PER 65 MILA LAVORATORI, POI PENSEREMO AGLI ALTRI

Intervenendo alla presentazione del rapporto Inps, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha sottolineato che “le riforme costano, non sono a costo zero”: la riforma delle pensioni, dà importanti risultati, ma “ha anche un costo, e questo costo è rappresentato dagli esodati. Non possiamo pensare che tutto si riapra. Non possiamo riaprire i giochi. Abbiamo un decreto legge pronto, ora alla firma del ministro dell’Economia”, ha osservato il ministro, aggiungendo che “nei prossimi giorni” il decreto arriverà. 

Ma “sappiamo anche che questo provvedimento è solo una parziale soluzione del problema. Tuttavia è preferibile dare una risposta a breve all’incertezza delle persone che sono in difficoltà, piuttosto che cercare in tempi lunghi una soluzione per tutti”.

Il decreto “risolverà il problema di 65mila persone – ha aggiunto Fornero – a cui si salvaguarda il diritto alla pensione con le vecchie regole”. Poi, “confrontandoci con le parti sociali, guarderemo il problema delle altre categorie. Non vedo particolare scandalo, né negligenza da parte del governo nell’affrontare il problema”.

CALANO LE PENSIONI ANZIANITA’ (-14,7%) E DI VECCHIAIA (-29,3%)

Quanto agli altri dati contenuti nel rapporto Inps, l’anno scorso si è registrato un “calo consistente” delle nuove pensioni di vecchiaia (-29,3%) e di anzianità (-14,7%). Sulla diminuzione hanno inciso soprattutto le nuove regole sulla cosiddetta ‘finestra mobile’ (il meccanismo di differimento della decorrenza della pensione di 12 mesi per i lavoratori dipendenti una volta raggiunti i requisiti, 18 mesi per gli autonomi) e l’inasprimento dei requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità.

CIG: OLTRE 1,4 MILIONI DI LAVORATORI

Oltre 1,4 milioni di lavoratori nel 2011 sono stati in cassa integrazione. Il flusso annuo è stato, infatti, di 1.407.000 lavoratori, contro 1.521.000 del 2010. Il totale complessivo delle ore autorizzate per la Cassa integrazione guadagni è stato di 973.164.427, in diminuzione del 18,8% rispetto alle ore autorizzate l’anno precedente.

Ad un generale miglioramento nel settore dell’industria e artigianato ha fatto da contraltare un peggioramento nei settori dell’edilizia e del commercio. Le ore autorizzate per questi ultimi settori sono aumentate sia per la cassa integrazione straordinaria (+97,4% e +33,6%) sia per quella in deroga, rispettivamente del 72,5% e del 7,5%.

La ripartizione delle ore di Cig autorizzate per area geografica ha riguardato le regioni dell’Italia settentrionale per 581,3 milioni di ore, pari al 59,7% del totale nazionale, quelle dell’Italia centrale con 163,3 milioni di ore (16,8% del totale Italia) e le regioni dell’Italia meridionale e insulare con 228,4 milioni di ore, pari al 23,5% del totale autorizzato.

INPS: NEL 2011 SPESA CRESCE DEL 2,4%, A 195 MILIONI

La spesa complessiva dell’Inps nel 2011 è stata pari a 195,8 miliardi di euro, in aumento del 2,4% rispetto al 2010 (+4,6 miliardi). La crescita è imputabile all’incremento dell’importo medio delle prestazioni erogate (+4,5%), dal momento che il numero dei trattamenti pensionistici è rimasto più o meno stabile (+0,2%).

Al netto delle indennità di accompagnamento agli invalidi civili ed altre prestazioni minori, la spesa pensionistica ammonta a 181,560 miliardi. L’incidenza sul Pil della spesa pensionistica è dell’11,5% e rimane quindi “sostanzialmente immutata” rispetto agli scorsi anni.

INPS: NEL 2011 AVANZO DI 831 MILIONI, PATRIMONIO NETTO 40,1 MILIARDI

Il bilancio 2011 dell’Inps chiude con un avanzo finanziario di 831 milioni di euro per effetto della differenza fra i 287,582 miliardi delle entrate e i 286,751 miliardi delle uscite. Il flusso finanziario complessivo annuo (entrate e uscite), riferito alla sola gestione Inps, risulta pari a 574 miliardi di euro (750 miliardi se si considerano anche Inpdap ed Enpals). Il patrimonio netto è pari a 40,1 miliardi (nel 2010 era di 43,558 miliardi).

Le entrate contributive sono aumentate nel 2011 complessivamente del 2,3%, arrivando a 151,067 miliardi di euro. Le uscite per prestazioni istituzionali ammontano a 219,944 miliardi di cui 181,560 miliardi per prestazioni pensionistiche e 38,384 miliardi per prestazioni economiche a carattere temporaneo.

INPS: CON ACCORPAMENTO INPDAP E ENPALS RISPARMI PER 170 MILIONI IN TRE ANNI

Secondo il rapporto, con l’accorpamento dell’Inpdap e dell’Enpals nell’Inps, lo Stato risparmierà 170 milioni di euro in tre anni: 20 milioni nel 2012, 50 milioni nel 2013 e 100 milioni dal 2014. Questi risparmi dovranno essere versati al bilancio dello Stato e devoluti all’ammortamento dei titoli di debito nazionale contribuendo alla riduzione del deficit pubblico.

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