Condividi

Pasta Cacio e Pepe: un festival da Eataly per lo storico piatto della transumanza

L’umile piatto cucinato dai pastori nei campi durante la transumanza è diventato un must della cucina romanesca. L’espediente degli osti che adottarono la Cacio e Pepe per “intorzare” il cliente e fargli bene più vino. Dal 28 al 30 gennaio ristoranti di tradizione proporranno le loro specialità

Pasta Cacio e Pepe: un festival da Eataly per lo storico piatto della transumanza

Per un turista che vada a Roma e voglia provare la cucina più autentica e genuina della romanità non ci sono esitazioni: i piatti iconici della cucina popolare romana si chiamano: Spaghetti alla carbonara, Carciofi alla giudìa e alla romana, il Quinto quarto, declinato nei rigatoni con la pajata e nella coda alla vaccinara, l’abbacchio alla scottadito (o fritto panato). E poi quello più legato alle tradizioni contadine, alla umile vita dei pastori: la Pasta cacio e pepe. Un piatto nato tra i pascoli nell’antico rito della transumanza, quando pastori e contadini conducevano le greggi tra i pascoli dell’agro romano e dovevano assicurarsi materie prime facilmente trasportabili da cucinare nei prati durante i lunghi spostamenti.  

Prima di partire pertanto i pastori riempivano la bisaccia di alimenti calorici e a lunga conservazione come il guanciale di maiale, il pepe nero in grani, che aiutava i pastori a proteggersi dal freddo, e qualche fetta di pecorino romano (il cacio, appunto) e ovviamente un po’ di spaghetti fatti con acqua, sale e farina. Una dieta indubbiamente spartana ma che assicurava comunque il fabbisogno di carboidrati e calorie necessario ai lunghi viaggi e soprattutto alle gelide notti passate in rifugi di fortuna. Il piatto finì ben presto dalle campagne sui tavoli degli osti.

Le osterie romane iniziarono infatti a proporre la cacio e pepe per scelta culinaria ma anche per aumentare i propri guadagni: il piatto veniva rinforzato per “intorzare” il cliente e indurlo così a ordinare vino in abbondanza.

Questo per quanto riguarda le sue origini poi gli spaghetti cacio e pepe divennero un must della cucina romanesca eseguiti con pochi ingredienti di qualità per cui si richiede una grande maestria, molto apprezzata dai romani ma anche dai turisti che passavano per la capitale. E ora Eataly per i suoi quindici anni di vita promuove un Festival dedicato allo Cacio e Pepe che si terrà al Terzo Piano dal 28 al 30 gennaio

Alcuni dei più celebri rappresentanti del panorama gastronomico romano porteranno ricette classiche e rivisitate: Felice a Testaccio preparerà i Tonnarelli cacio e pepe, l’Osteria Fratelli Mori farà degustare le Mezze maniche cacio e pepe, Alari i Cannelloni di ricotta con crema cacio e pepe e le Polpettine con crema cacio e pepe. Trattoria Verbano farà le Fettuccine cacio, pepe e baccalà e le Puntarelle cacio e pepe.

Il Pastificio Secondi realizzerà i Ravioli ripieni di cacio e “pepe rosso Kampot della Cambogia” con guanciale croccante; i Ravioli ai carciofi alla romana con crema di cacio e “pepe Terra, selezione di pepi” e limone; la Mattonella di lasagna fritta cacio e “pepe bianco Muntok dell’Indonesia” e “pepe nero Sarawak della Malesia”. La scelta del pepe per la creazione di ogni piatto del Pastificio Secondi è in collaborazione con L’Emporio delle spezie.

Manforte proporrà il Supplì cacio e pepe (gluten free), le Patate fresche maltagliate con salsa fatta in casa cacio e pepe (gluten free), l’Hamburger (di manzo o vegetariano) con rucola, pomodoro e salsa calcio e pepe mentre, la proposta dolce, sarà affidata ad Alari Pasticceria che porterà una golosa offerta di Crostate, tra cui quella con Ricotta e cioccolato.

Oltre a degustare i piatti si potrà prendere parte anche a una serie di interessanti attività e incontri: sabato 29 gennaio dalle ore 19.00 alle 22.00 si potranno mettere le mani in pasta nel corso “La cucina romana: i primi” con Alessandra Mariani, chef della didattica di Eataly.

Sempre sabato 29 gennaio alle ore 20.30, Mauro Secondi, del Pastificio Secondi e Fabio Gizzi, dell’Emporio delle spezie, saranno protagonisti dell’incontro “Cacio e pepe: alla scoperta dei sapori”. Un momento formativo durante il quale verrà raccontata la storia delle diverse varietà di pepe e il loro utilizzo in cucina, guidando i presenti in un viaggio sensoriale e antropologico tutto da scoprire.

Ad animare il Cacio e Pepe Festival ci sarà il dj set a cura di Brad Fongusto, venerdì dalle 19.00 alle 21.30 e, a seguire fino alle 24.00, Beat Soup. Sabato la parte musicale sarà a cura di dj set La Reina dalle 19.00 alle 21.30, per poi proseguire con Dj Ascolto. Domenica 30 gennaio dalle 12.45 alle 15.15, dj set con Mister Stereo 8, mentre dalle 19.00 alle 21.30 spazio al sound di Federico Zanghì.

L’ingresso al Festival è gratuito ed è consentito solo con Green Pass rafforzato nel rispetto di tutte le misure di sicurezza anti-covid.

Commenta