Condividi

Nomine Rai, Foa appeso a un filo: FI non lo vota

Si vota prima in Cda e poi in commissione di vigilanza sulla nomina di Marcello Foa e Fabrizio Salini. Su Foa le maggiori contestazioni e si rischia la rottura tra FI e la Lega con il voto contrario annunciato da FI in commissione. E spunta il nome di Gianpaolo Rossi

Nomine Rai, Foa appeso a un filo: FI non lo vota

Il nome di Marcello Foa, indicato dal governo per la presidenza della Rai, continua a dividere. E l’esito della votazione di oggi, martedì 31 luglio, nel Cda della tv pubblica e mercoledì mattina in commissione di Vigilanza per la ratifica delle nomine al vertice – Marcello Foa presidente in quota Lega e Fabrizio Salini voluto da M5S –  è molto incerto. Foa e il governo hanno incassato il sostegno di Fratelli d’Italia ma non quello di Forza Italia che, dopo il warning della capogruppo alla Camera Maria Stella Gelmini, si prende anche il veto di Antonio Tajani, vicepresidente di FI: “Non potremo votare il candidato a presidente Rai indicato dal Governo. Avremmo voluto che si fosse seguito un metodo diverso” ha dichiarato mentre era in visita a Mestre. Parere confermato da Silvio Berlusconi, il che lascia poche speranze al designato e contestato presidente Rai. Non solo ma segna la definitiva rottura – se così sarà confermato – tra la Lega e Forza Italia
“Non è una questione personale – precisa ancora Tajani – ma una questione di metodo. Quando si fa parte di una coalizione non si può presentare un nome dicendo di prendere o lasciare. Non è una questione di trattative, non siamo al mercato, non si tratta di vendere posti in cambio di voti. Siamo contrari per il metodo ma vogliamo conservare questa coalizione”.

Forza Italia sarà dunque l’ago della bilancia di una giornata che potrebbe riservare parecchie sorprese come, per esempio, quella prospettata dal Corriere della Sera che indica in Giampaolo Rossi, attuale consigliere Rai in votato da Fi e FdI, in sostituzione di Foa alla presidenza. La scelta dovrebbe essere fatta nel corso del Consiglio d’amministrazione Rai che si riunirà poco prima della commissione di vigilanza dove i numeri parlano chiaro: per la nomina occorre la maggioranza dei due terzi dei commissari, pari a 27 su 40. La maggioranza controlla 21 voti: 14 M5s + 7 LegaPd Forza Italia esprimono 7 voti ciascuno, Fratelli d’Italia e LeU due voti, e un voto viene espresso dal componente che fa riferimento al gruppo Misto. A conti fatti, con 21 voti della maggioranza19 dell’opposizione, e una soglia minima di 27 voti da raggiungere, ottenere l’appoggio di Forza Italia diventa decisivo.

Sul nodo della Rai si giocano gli equilibri politici nella maggioranza. E rischia di rompersi definitivamente il già precario equilibrio tra FI, che contesta duramente il Decreto Dignità arrivato in aula a Montecitorio, e gli altri partner. Su Matteo Salvini si sta scaricando l’ira di Silvio Berlusconi per la gestione della vicenda presidenza Rai: questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso – è il ragionamento dell’ex Cav – e un ulteriore cedimento trattativista di Forza Italia mostrerebbe solo “debolezza”. Da qui il possibile rilancio bocciando con il voto Marcello Foa in commissione vigilanza e chiedendo subito il confronto con il leader della Lega su un altro nome che possa essere espressione di tutto il centrodestra. Il nome, come si diceva, potrebbe essere quello di Gianpaolo Rossi. Per poi riprendere il filo della trattativa a più ampio spettro sulle nomine. Una possibilità che non esclude però una rottura definitiva, ragiona chi ha avuto modo di sentire il Cav nelle ultime ore, partendo dal presupposto che il Governo potrebbe avere una vita breve e caotica.

Commenta