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Napolitano: ecco il piano dei saggi. E chiede “collaborazione” ai partiti per un nuovo governo

Il Capo dello Stato chiede ancora “collaborazione” ai partiti, perché il Paese ha “urgente bisogno” di un governo – I saggi propongono di trasformare Palazzo Madama in Senato delle Regioni e ridurre il numero dei parlamentari – Diverse le possibili soluzioni in tema di legge elettorale.

Napolitano: ecco il piano dei saggi. E chiede “collaborazione” ai partiti per un nuovo governo

Il nuovo governo, di cui il Paese ha “urgente bisogno”, può nascere “solo da scelte di collaborazione” delle forze politiche. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ribadisce l’appello ai partiti per le larghe intese nella conferenza stampa al termine dell’incontro finale con i “saggi”, che oggi hanno consegnato al Capo dello Stato i risultati del loro lavoro.

“Vorrei mettere in rilievo la prova di attitudine al dialogo, al confronto, alla condivisione che c’è stata fornita – ha detto ancora Napolitano –. Un metodo e un clima, insomma, che ci incoraggiano nell’auspicio di analoghi sforzi di buona volontà e d’intesa anche nei luoghi della politica e nelle assemblee rappresentative”.

Sono due i documenti che i dieci “saggi” hanno portato oggi al Quirinale. Si tratta di una serie di proposte volte a costituire una piattaforma programmatica sulle riforme necessarie in ambito istituzionale ed economico-sociale, così da favorire l’accordo fra i partiti in Parlamento. Ecco i suggerimenti principali relativi al capitolo delle istituzioni.

RIFORME ISTITUZIONALI

FORMA DI GOVERNO

L’impostazione del sistema, secondo i saggi, non deve cambiare: “Il Gruppo di lavoro – si legge nel testo – ha ritenuto preferibile il regime parlamentare, ritenendolo più coerente con il complessivo sistema costituzionale, capace di contrastare l’eccesso di personalizzazione della politica, più elastico rispetto alla forma di governo semipresidenziale”. 

Il pidiellino Gaetano Quagliariello ha però sostenuto “l’opzione semipresidenziale”, rilevando che, “in questa fase della vita politica, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica sia più efficace nel fronteggiare la crisi di legittimazione della politica, rafforzando la democrazia, coniugando rappresentatività ed efficienza istituzionale”.

LEGGE ELETTORALE

Secondo i saggi, “il tema della legge elettorale è connesso a quello della forma di governo” e “se il Parlamento dovesse optare per un regime semipresidenziale sarebbe preferibile propendere per una legge elettorale incentrata sul doppio turno di collegio, secondo il modello francese”. Se invece, “come il Gruppo di lavoro propone a maggioranza, si dovesse optare per una forma di governo parlamentare razionalizzata, le soluzioni possono essere più d’una”.

Ovvero “il proporzionale su base nazionale proprio del sistema tedesco; il proporzionale di collegio con perdita dei resti, proprio del sistema spagnolo; il sistema misto, in parte preponderante maggioritario e in parte minore proporzionale, come la cosiddetta Legge Mattarella, per la quale si suggerisce comunque, in caso di accettazione del modello, l’abolizione dello scorporo. Il Gruppo di lavoro segnala che, in ogni caso, va superata la legge elettorale vigente. La nuova legge potrebbe prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario), un alto sbarramento, implicito o esplicito, ed eventualmente un ragionevole premio di governabilità. Si propone inoltre, di eliminare le circoscrizioni estero, prevedendo il voto per corrispondenza, assicurandone la personalità e la segretezza”. 

TAGLIO DEI PARLAMENTARI E ADDIO AL BICAMERALISMO

Secondo i saggi il Senato dovrebbe trasformarsi una Camera delle Regioni “costituita da tutti i Presidenti di Regione e da rappresentanti delle Regioni, eletti da ciascun Consiglio Regionale in misura proporzionale al numero degli abitanti della Regione”. Il Senato regionale non avrebbe il potere di votare la fiducia al governo, ma assorbirebbe “i poteri della Confereza Stato-Regioni”. Le leggi sarebbero esaminate e approvate dalla Camera, ma il Senato potrebbe proporre emendamenti. Il bicameralismo rimarrebbe paritario solo per alcuni provvedimenti, fra cui le riforme costituzionali e le leggi di bilancio. 

Quanto al numero dei parlamentari, i saggi propongono di ridurre i membri della Camera da 630 a 480 e quelli del Senato da 315 a 120.

GIUSTIZIA

I saggi ritengono che per le intercettazioni delle conversazioni debba “essere resa cogente la qualità di mezzo per la ricerca della prova, e non di strumento di ricerca del reato. Occorre inoltre porre dei limiti alla loro divulgazione”. Si ritengono inoltre indispensabili “il contenimento della durata della fase delle indagini preliminari” e “l’introduzione di vincoli temporali all’esercizio dell’azione penale (o alla richiesta di archiviazione) dopo la conclusione delle indagini”. 

Gli esperti propongono una serie di norme per ridurre il sovraffollamento delle carceri e suggeriscono che “il giudizio disciplinare per tutte le magistrature resti affidato in primo grado agli organi di governo interno e in secondo grado, senza ricorso a gradi ulteriori, ad una Corte, istituita con legge costituzionale”.

FINANZIAMENTI AI PARTITI

Il Gruppo di Lavoro sottolinea inoltre che “il finanziamento pubblico delle attività politiche, in forma adeguata e con verificabilità delle singole spese, costituisca un fattore ineliminabile per la correttezza della competizione democratica e per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l’attività politica”.  


Allegati: relazione_finale_istituzionale.pdf

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