Condividi

Napoli: chiusa la vertenza ex Whirlpool. Tutti i dipendenti riassunti dall’Italian Green Factory

Si chiude una complessa vertenza durata tre anni. Lo stabilimento di Napoli protagonista di una riconversione industriale sostenibile

Napoli: chiusa la vertenza ex Whirlpool. Tutti i dipendenti riassunti dall’Italian Green Factory

312 lavoratori napoletani diventano concorrenti dei cinesi nella costruzione dei pannelli fotovoltaici. Un destino sconosciuto tre anni fa, quando la loro fabbrica (ex) Whirlpool, decise di chiudere lo stabilimento.

Dopo una battaglia durissima, la solidarietà spontanea, gli incontri a tutti i livelli, la pubblicazione di un libro, concerti, visite di decine di artisti, lunedi e martedi- 30, 31 ottobre- i lavoratori firmeranno il passaggio alla Italian Green Factory, società del gruppo Tea Tek. 

Nella fabbrica c’è stata festa e qualche lacrima per chiudere una delle vertenze più difficili degli ultimi anni. In un modo o nell’altro i 312 lavoratori sono entrati nella storia del sindacalismo italiano.

Tea Tek ha rilevato lo stabilimento dove si producevano lavatrici attraverso un bando pubblico. Ha creato la nuova società impegnandosi a firmare entro il 31 gennaio prossimo un accordo di programma per far decollare la produzione di pannelli fotovoltaici. 

Il segnale di una nuova industrializzazione

La città chiude una pagina aperta dalle diseconomie lamentate da un marchio mondiale degli elettrodomestici. Occorre riconoscere che la conclusione della vicenda riscatta l’impegno delle organizzazioni dei lavoratori che ora approda verso settori innovativi.

In un un panorama incerto e confuso del mercato del lavoro, per una vertenza che si chiude si apre la speranza per le tante altre che sono ancora in alto mare. Non sarà facile portarle sulle medesime strade della Italian Green Factory e il sindacato, la sinistra delle riforme, devono mostrare la necessaria capacità di aiutare il Paese a crescere in questi settori.

Le alternative allo status quo per altre centinaia di aziende vanno esaminate da tutti i soggetti in ogni snodo per entrare in quella new economy dove cresceranno i figli dei lavoratori (ex) Whirlpool. E’ questione di cultura politica e la conclusione della vertenza napoletana dice che la lotta paga finché scandaglia il futuro.

“Oggi è un nuovo inizio- ha detto Felice Granisso, Ceo di Italian Green Factory. Abbiamo l’ambizione di essere un modello di sviluppo sostenibile e competitivo”. Granisso si dice fiero di guidare il primo stabilimento 5.0 di Napoli e del Mezzogiorno. E’ il solo a dirlo ? No, la città gli starà vicino. Chi l’avrebbe detto che quando le catene di montaggio delle lavatrici si fermarono, una storica fabbrica sarebbe diventata l’argine sociale contro un nuovo impoverimento ?

Commenta