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Monti a Londra in cerca di alleati per ammorbidire Merkel che avverte:”L’Italia può farcela da sola”

Tedeschi gelidi: “L’Italia può farcela da sola” – Il Tesoro sostiene che “la situazione del nostro debito non è esplosiva: dobbiamo resistere tre mesi e poi Bot e Btp torneranno appetibili” – Ma la Banca d’Italia mette in guardia: “Con questi rendimenti, nel 2012 il Pil scenderà a -1,5% e nel 2013 resterà fermo” – Intanto Piazza Affari è in altalena.

Monti a Londra in cerca di alleati per ammorbidire Merkel che avverte:”L’Italia può farcela da sola”

MONTI ALLA CITY CERCA ALLEATI ANTI BERLINO. IN MISSIONE NELLA TANA DELLE AGENZIE DI RATING

Silenzio, arriva Monti. Oggi la City si ferma per ascoltare il premier italiano che, nel corso della visita a Londra, farà tappa presso la Borsa più importante del Vecchio Continente. Un brusco passaggio dall’assedio dei tassisti romani a palazzo Chigi all’attenzione che di solito viene riservata alle star dello spettacolo.  Ma, soprattutto, un’occasione per ribadire l’invito alla Germania di stringere i tempi sugli eurobond ed altre misure che possano far abbassare al più presto il livello dei tassi italiani.

Ma dalla Germania, chiamata in causa dal premier italiano, arriva una reazione gelida. Dice Wolfgang Franz, capo dei consiglieri economici della cancelliera Angela Merkel: “L’Italia può fare il lavoro da sola”: il tempo delle cortesie è finito. Forse non è un male.

Dopo l’appello di Mario Monti alla Germania, lanciato con l’intervista al Financial Times, sono i numeri del Bollettino Economico della Banca d’Italia a confermare, in cifre, la necessità di ridurre il costo del denaro.  Se i rendimenti dei titoli di stato rimarranno fermi per un biennio ai livelli di gennaio, si legge nel rapporto di via Nazionale, il Pil si ridurrà del 1,5% nella media di quest’anno e resterà fermo in quella del prossimo. Se invece le cose miglioreranno e lo spread dovesse tornare sui livelli dell’estate scorsa la contrazione del 2012 si fermerebbe al 1,2% e il prodotto tornerebbe a crescere dello 0,8% nel 2013.

Le tensioni politiche, assieme all’offensiva delle agenzie di rating, non hanno però impedito ai mercati di vivere una giornata Toro. La Borsa di Milano è salita dello 0,6%, Londra ha guadagnato lo 0,6%, Parigi +1,1%, Francoforte +1,6%.
E’ proseguito anche il recupero dell’euro, salito a 1,275 contro il dollaro da 1,266 della chiusura precedente. Così come è proseguito il miglioramento per i nostri Btp: il rendimento del decennale è sceso al 6,46% (-13 punti base) e lo spread con il Bund si è ridotto a 468 punti. Il rendimento del titolo a due anni è sceso al 3,95% (-15 punti base): è la prima volta da settembre che torna sotto il 4%. Ma i segni della crisi si fanno comunque sentire.

Nei primi dieci mesi del 2011 hanno lasciato l’Italia capitali esteri già investiti in Bot e Btp per 22,1 miliardi, a fronte di investimenti netti per 65,4 miliardi nel 2010. Per contro i residenti in Italia hanno quasi azzerato gli acquisti netti di titoli azionari esteri (pari a 3,8 miliardi, da 41 nello stesso periodo del 2010) e hanno disinvestito obbligazioni estere per 24,9 miliardi. Di maggiore fiducia ha beneficiato il comparto azionario, con gli investitori non residenti che hanno effettuato acquisti netti di titoli azionari italiani (per 7 miliardi contro 0,7 miliardi nel 2010). Insomma, il debito pubblico sta tornando, lentamente e con non pochi sacrifici, in mani italiane. Nel frattempo porzioni crescenti di Piazza Affari passano in mani straniere. Ecco la fotografia che emerge dal Bollettino Economico della Banca d’Italia mentre imperversa la febbre da rating.

Ieri, infatti, l’agenzia Fitch ha anticipato che entro il mese sarà probabilmente tagliato il rating dell’Italia, nonostante l’azione del governo Monti “sia sicuramente utile, seria e credibile, ma fino a quando i tassi di interesse restano alti c’è il problema dei costi di rifinanziamento”. Eppure, ha sottolineato ieri in Parlamento Maria Cannata, direttore generale del Tesoro per il debito, la situazione del debito italiano “non è esplosiva”. Anzi. “”Dobbiamo superare i prossimi 3 mesi – ha aggiunto – e poi l’appetito per la carta italiana tornera’. Dobbiamo far vedere che i timori sono eccessivi. Dobbiamo tenere duro anche se e’ un po’ una guerra contro tutti”. 

Sempre Fitch dà ormai per scontato il default greco. Ma proprio ieri la Grecia ha collocato bond a 3 mesi per 1,625 miliardi di euro al tasso del 4,64%, in lieve ribasso rispetto all’asta precedente. Altra musica per i titoli a medio termine che accusano uno spread superiore ai 3 mila punti sul Bund tedesco. Insomma, a giudicare dai tassi, default ma solo in tarda primavera. Intanto Citigroup ha cancellato i titoli portoghesi dallo European Bond Index dopo che Standard & Poor’s ha retrocesso i bond di Lisbona nel girone dei junk bond: la percentuale del default del Portogallo, a giudicare dall’andamento dei cds, è data al 65 per cento.

Altra musica a Wall Street, trascinata dai dati in arrivo dall’economia Usa (a New York l’indice manifatturiero è ai massimi da nove mesi), dal miglioramento dell’indice della fiducia tedesca e dalla prospettiva di un calo dei tassi cinesi. Grazie a questi fattori  l’S&P500 +0,4% sale a quota 1293,4, ai massimi da luglio, preceduti dal Dow Jones +0,48% e dal Nasdaq +0,64%. I rendimenti dei titoli del Tesoro sono a soli 19 bp dal record assoluto. Novità in vista sul fronte di Yahoo!: si è dimesso uno dei fondatori, Jerry Yang. 

Dall’inizio del 2010 l’occupazione negli Stati Uniti (+2,9%) è cresciuta più che in qualsiasi altro Paese del G7. Gli Usa del resto, sono assieme al Canada( +2,4%) ed alla Germania(+1,9%) le uniche nazioni in cui è aumentata l’occupazione, al contrario di quanto è avvenuto in Giappone, Regno Unito, Francia ed Italia. Ma all’appello mancano, egli Usa, ancora due milioni di posto di lavoro rispetto al 2007.

METEOBORSA. BEL TEMPO DA EST, PRIME NUVOLE DALLA CITY. L’andamento di Wall Street ha trovato conferma nelle Borse asiatiche. A Tokyo l’indice Nikkei 225 avanza del 1,31%, l’Hang Seng di Hong Kong dello 0,30%. A favorire il rally le rassicurazioni dell’Arabia Saudita sul fronte del greggio: il regno garantirà all’Europa le forniture supplementari dopo l’avvio dell’embargo all’Iran. Ma la spinta in arrivo dai mercati extraeuropei potrebbe non bastare; dopo due giorni di rialzi i futures europei segnalano un avvio in lieve flessione.

VISCO ALLE BANCHE: ENTRO GIUGNO PIU’ FLESSIBILITA’ SUL CAPITALE. In Borsa le banche, che in teoria sono i titoli più sensibili alle variazioni di rating dei titoli di Stato, non hanno sofferto. Proprio ieri si è tenuto il primo incontro tra i vertici degli istituti e la Banca d’Italia dell’era Visco. Sul tappeto gli aumenti di capitale chiesti dall’Eba. I piani verranno regolarmente presentati il 20 gennaio, ma molte cose potrebbero cambiare di qui a giugno, data entro al quale le operazioni dovranno essere completate: i rendimenti dei titoli di Stato potrebbero scendere dopo il pieno avvio del Fondo salva Stati, e il consiglio europeo ne prenderà atto limitando le richieste per le banche. 

UNICREDIT, PREZZO A SCONTO. ABU DHABI SALE AL 6,5%. Unicredit è salita del 2,8%, sostenuta dalla notizia che Abu Dhabi aumenterà la partecipazione dal 4,99% al 6,5%. In una nota il fondo spiega che la controllata Aabar Luxembourg ha avviato una serie di operazioni per aumentare la propria partecipazione, oggi al 4,99%. “Intendiamo partecipare all’aumento di capitale e sosterremo attivamente il management di Unicredit”, ha detto il presidente Khadem Al Qubaisi.
Unicredit si conferma così la banca preferita in Europa dagli investitori arabi, che rappresentano i principali azionisti. Oggi il primo singolo azionista della banca è lo Stato libico che attraverso la Central Bank of Libya ha 4,6%, cui si aggiunge un altro 2,6% detenuto dal fondo Libyan Investment Authority, per un totale del 7,2%).
In ripresa anche Intesa che ha a guadagnato lo 0,7%. Vendite su Ubi -0,7%, declassata da Santander a underweight da hold. In calo PopMilano: -2%.

In Europa il settore migliore è stato quello dell’auto (Stoxx +2,4%) nonostante la flessione del 5,8% delle vendite a dicembre. Sale Pirelli +1,4%, ancor di più Fiat +1,9. che pure ha ridotto la sua quota in Europa al 6,2% (-15.6% le vendite del mese). Continua l’effetto del report di Goldman che, per il 2012, consiglia di puntare sul settore premium e su Fiat che, grazie all’integrazione con Chrysler, va ormai giudicato come il terzo produttore statunitense.

ARRIVANO I TAGLI DI S&P: COLPITI ENI E GENERALI. In serata Standard and Poor’s ha tagliato il rating a lungo termine di Eni (+1,7%) ad A, con outlook negativo. Ieri il titolo ha registrato un forte rialzo sia per il rialzo del greggio oltre i 100 dollari al barile (+1,5%), che per il ritorno d’attualità della separazione da Snam, che uscendo dall’area di consolidamento di Eni farebbe sensibilmente ridurre il debito del Cane a sei zampe. Snam è salita dello 0,4%. Saipem +0,7%. Positive le utility: Enel +2,3%, Terna  +1,7%.

Standard and Poor’s ha tagliato di un gradino i rating di Generali, Cattolica e Unipol, tenendoli in creditwatch negativo. Per le Generali la riduzione della valutazione di controparte di credito e’ a A+ da AA-. Per Unipol Assicurazioni la valutazione scende a BBB+ da A- e per Unipol Gruppo Finanziario a BBB- da BBB e S&P cita anche l’operazione su Fonsai-Premafin. Anche per Cattolica il rating passa a BBB+ da A-.

In Piazza Affari, poco mossa Generali +0,1%. Quotazioni in calo per le protagoniste del nascente polo Unipol-Fondiaria: Unipol è scesa del 2,4%, Fondiaria-Sai -4,5%, Milano Assicurazioni -3,9%. Premafin, la holding dei Ligresti, è scesa del 3,1%. Fra le mid cap sono salite Indesit (IND.MI) +4,1% e Piaggio (PIA.MI) +2,7%.

MONITO DI BANK OF AMERICA SUL LUSSO: MEGLIO VENDERE. “Vendere prima che il rallentamento diventi più evidente”. E’ questo il consiglio che oggi Bank of America dà ai suoi clienti sul settore del lusso in generale. Il giudizio sul settore viene abbassato a underperform da neutral, e nello stesso modo viene abbassata la raccomandazione su Tod’s -1,3%. Insieme all’azienda marchigiana, Bank of America ha abbassato il giudizio della svizzera Richemont, leader mondiale della gioielleria, da buy a underperform, ha abbassato Swatch e Lvmh da buy a neutral. Questi tre titoli registrano cali compresi fra lo 0,5% e l’1%.

Il cda di Seat Pagine Gialle e’ terminato, ma con una fumata nera, mancando i numeri per raggiungere un definitivo accordo di ristrutturazione. Il board dell’azienda si riunirà di nuovo a fine mese, il 30 gennaio, con l’obiettivo di fare il punto sull’intesa consensuale per il riassetto finanziario e azionario del gruppo torinese gravato da 2,7 miliardi di debiti: l’accordo di ristrutturazione dovrà essere approvato dai possessori di credito bancario, dagli obbligazionisti Lighthouse e dagli azionisti ma anche dai detentori del Senior secured bond da 700 milioni ammessi formalmente proprio da oggi alla trattativa. Se non verrà firmato un accordo di ristrutturazione, rispettando l’articolo 67 della legge fallimentare la strada della società e’ segnata, con direzione verso la legge Marzano.

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