Condividi

Milano chiude in salita (+0,34%) nonostante i Btp. La maglia nera stavolta tocca a Francoforte

Piazza Affari in leggero recupero dopo una seduta molto volatile – L’asta dei titoli di Stato italiani si è conlcusa in maniera soddisfacente per le quantità allocate, assai meno per i rendimenti richiesti, mentre lo spread Btp-Bund si è avvicinato a livelli record – Dopo i tonfi di ieri, è ritornato il sereno per i titoli bancari

Milano chiude in salita (+0,34%) nonostante i Btp. La maglia nera stavolta tocca a Francoforte

La Borsa di Milano chiude in leggero recupero una seduta molto volatile. Anche grazie alle buone notizie sulla disoccupazione Usa che hanno in parte bilanciato le tensioni sulle obbligazioni italiane, con lo spread Btp-Bund salito a 335 punti base, non lontano dal record di 347 punti base. Differenziale che si è ridotto nel pomeriggio fino a 318 punti base. Il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,34% a 18.558 punti, mentre il Ftse All Share è avanzato dello 0,32% a quota 19.268. Una volta tanto non è Milano la “maglia nera” d’Europa: Francoforte -0,87, Cac -0,57%. L’euro si deprezza a 1,428 nei confronti del dollaro da 1,437 della chiusura di ieri sera. Contrastato il petrolio: il Brent sale a 117,6 dollari il barile ed il greggio tipo Wti è in calo a 96,9 dollari. I prezzi risentono dei timori di arrivo di una tempesta nelle zone estrattive del Golfo del Messico. L’asta di titoli di Stato italiani si è conclusa in maniera soddisfacente per quanto riguarda le quantità allocate, assai meno per quanto riguarda i rendimenti richiesti, ancora una volta in crescita. Sono stati assegnati complessivi 7,966 miliardi di euro, contro l’obiettivo dichiarato di 8,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda i rendimenti, il Btp decennale ha toccato i livelli massimi dal febbraio 2000 mentre l’obbligazione a tre anni è arrivata ai massimi dal luglio 2008. In mattinata le obbligazioni sovrane di Italia e Spagna erano state messe sotto pressione sul mercato secondario. Il decennale italiano è salito fino a toccare il 5,82% con un differenziale sul bund tedesco di 321 punti, il massimo dal 19 luglio. Non distante il decennale spagnolo salito 337 punti base sopra il bund. La tensione è poi in parte rientrata, secondo rumors, in seguito a interventi di acquisto effettuati dalla Banca centrale europea, una voce non confermata.

FINMECCANICA IL TITOLO SPROFONDA A ( -17,6%)
UNICREDIT: UTILE DI 470 MLO PER IL CONSENSUS

Finmeccanica è crollata con un tonfo del 17,3% a 5,76 euro e ha aggiornato i minimi storici a 5,71 euro. Il colosso della Difesa ha pubblicato ieri sera i conti del primo semestre: l’utile netto è balzato del 135% a 456 milioni di euro, salvato solamente dalla plusvalenza di 443 milioni dovuta alla cessione del 45% di Ansaldo Energia. I ricavi hanno mostrato una flessione del 3% a 8,43 miliardi e la società ha tagliato le stime sul fatturato 2011 a 17,5-18 miliardi dai precedenti 18,3-19 miliardi di euro. Performance da dimenticare anche per Tenaris che ha lasciato sul parterre il 5,14% a 15,51 euro. Dopo i tonfi di ieri è tornato un po’ di sereno sul comparto bancario. Intesa SanPaolo ha guadagnato il 3,18% a 1,62 euro, Monte dei Paschi l’1,84% a 0,526 euro, Mediobanca il 2,15% a 6,40 euro, Ubi Banca il 2,09% a 3,32 euro, Popolare di Milano il 2,18% a 1,499 euro. Bene Unicredit (+2,86% a 1,259 euro) dopo aver comunicato le stime di consensus sui dati trimestrali in uscita il prossimo 4 agosto. Queste prevedono ricavi per 6,48 miliardi di euro, un utile netto a 470 milioni e accantonamenti per 1,45 miliardi. Mediolanum regina di giornata sul Ftse Mib dove mostra un balzo dei 7 punti percentuali a 2,88 euro. Ieri il gruppo guidato da Ennio Doris ha annunciato di aver chiuso il primo semestre 2011 con un utile netto di 97,2 milioni, in crescita del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed escludendo svalutazioni per 14 milioni di euro sui titoli greci. Le masse amministrate del gruppo sono aumentate del 9% a 46,72 miliardi di euro mentre la raccolta netta è stata positiva per 1,48 miliardi di euro. Ennio Doris, su Banca Esperia, controllata al 50% da Mediolanum e Mediobanca, ha ripetuto che “non è più strategica come lo era all’inizio”. La compagnia ha anche deciso di svalutare i bond greci in portafoglio del 20% nella semestrale appena approvata. Bene Mediaset (+1,38% a 3,076 euro) che a mercati chiusi diffonderà i conti del primo semestre. Il mercato, però, si attende soprattutto l’annuncio dell’accordo con DMT per l’integrazione delle rispettive torri di broadcasting, visto che oggi è il termine ultimo per le trattative in esclusiva. Eni (-0,39% a 15,38 euro) debole nonostante l’annuncio della scoperta di due giacimenti di idrocarburi: uno nell’offshore indonesiano e uno nell’offshore del Ghana. Domani mattina, il colosso petrolifero annuncerà i risultati dei primi sei mesi dell’anno.

IL BUDGET USA NON SPAVENTA WALL STREET
L’OCCUPAZIONE VA MEGLIO DEL PREVISTO

L’incertezza sul tetto al budget preoccupa di più i mercati europei degli operatori di down Manhattan. A Wall Street il Dow Jones si porta sulla parità +0,2% mentre accelera il Nasdaq in rialzo dello 0,2%, positivo l’S&P500 che guadagna lo 0,2%. Buone indicazioni macro: le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono scese in luglio a 398mila unità, più del previsto. Crescono oltre le attese le vendite di nuove case cresciute a giugno negli Stati Uniti del 2,4% meglio delle stime che prevedevano un calo del 2%. Il dato annualizzato indica una crescita della vendita di nuove case del 17,3% meglio del +14,7% atteso. La stagione delle trimestrali è ormai entrata nella fase più congestionata, oggi presentano i dati del trimestre 62 società dell’indice S&P500. Oggi, intanto, il Senato vota sul piano elaborato dallo speaker di questo ramo del Parlamento, il repubblicano John Bohner, i democratici, che dispongono della maggioranza in Senato, hanno dichiarato che si opporranno al provvedimento. La vera incognita riguarda i conti di Exxon, al di sotto delle attese, con un utile per azione di 2,18 dollari contro attese fissate a 2,34 dollari e profitti complessivi per 10,7 miliardi. Immediatamente dopo la diffusione dei primi lanci da parte delle agenzie, il titolo ha subito una brusca caduta nel pre-mercato, dove adesso è segnalato in calo dell’1,3 per cento. Le possibilità di una reazione dei listini sono inoltre frenate dall’incertezza che ancora avvolge l’accordo su un nuovo tetto al debito pubblico, sul quale i segnale di un compromesso appaiono ancora stentati. Oggi la Camera si esprimerà sul piano proposto dai repubblicani. Anche se la misura dovesse passare, avrebbe tuttavia ridottissime probabilità di superare anche lo scoglio del Senato, a maggioranza democratica. Dopo la chiusura riporteranno i loro risultati finanziari Metlife e Starbucks.

Commenta