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Mercato dell’arte italiana in crescita a Londra

In aumento il mercato dell’Arte italiana in UK – Solo nel 2015 battute opere per un valore di 43 milioni di sterline

Mercato dell’arte italiana in crescita a Londra

Forte crescita dell’arte italiana a Londra: le Italian Sale “battute” da Sotheby’s e Christie’s sono passate da un totale di £5 milioni nel 1999/2000 ai £43 milioni del 2015. Le opere italiane, in particolare quelle degli anni ’60 e ’70, sono un investimento sempre più redditizio, oltre che bene di rifugio in un periodo di alta volatilità, che necessitano però di una gestione oculata attraverso consulenti esperti che si occupino di gestire e valorizzare le collezioni d’arte.

È quanto emerso durante il convegno di CBA Studio Legale e Tributario “Le Opere D’arte In Italia – Opportunità di investimento e strumenti di tutela”, in cui sono intervenuti prestigiosi esperti del settore per approfondire il mercato delle opere e collezioni d’arte.

L’architetto Laura Garbarino, Senior Specialist Post-War and Contemporary Art, Christie’s Italia, illustrando come la nascita e la continuità dell’Italian Sale abbia creato sempre maggior interesse sull’arte italiana a livello internazionale, ha dichiarato “Le prime Italian Sale si sono tenute nel 1999-2000 a Londra dalle due principali case d’aste Sotheby’s e Christie’s e sono passate da un totale di 5 milioni di pound fino a 43 milioni di pound lo scorso anno. Il punto di forza dell’arte italiana è la qualità della produzione degli anni ’60 e ’70 e il fatto che sia stata notevolmente sottovalutata in passato”.

Nicola Canessa Partner di CBA Studio Legale e Tributario, ha approfondito la parte legale, evidenziando che “il c.d. “diritto dell’arte” ricomprende evidentemente in maniera trasversale diversi rami del diritto, dal diritto commerciale al diritto amministrativo, dal diritto civile al diritto penale. Abbiamo deciso in questa sede di parlare di un particolare aspetto della tutela delle opere d’arte confrontando in maniera sintetica le peculiarità della Fondazione, quale istituto tradizionale del nostro ordinamento, e del trust quale istituto di diritto anglosassone riconosciuto ormai a pieno titolo nel nostro ordinamento. Abbiamo portato all’attenzione dei presenti, inoltre, 3 casi di applicazione del trust con o senza beneficiari, al fine di dimostrare concretamente la diretta applicazione di tale istituto in questo settore”.

Domenico Filipponi, Responsabile Art Advisory, UniCredit, che si è occupato di “Collezionismo tra passione e investimento, opportunità e rischi del mercato dell’arte”, ha dichiarato “Come advisor in una Banca il rapporto con il Cliente è finalizzato alla consulenza al Collezionismo partendo da in interesse di base del Cliente per la diversificazione dei propri investimenti. La passione del Cliente è una parte fondamentale, il ruolo della Banca esula dalle istanze del tutto personali del Cliente ma valuta la bontà dell’investimento finale con questioni che sono afferenti ad una valutazione (due diligence) dell’opera, verifica la lecita provenienza, l’autenticità, la possibilità di commercio all’estero, ecc. Tutti fattori che incidono sul valore economico dell’opera. La Banca è una figura “intermedia” nel mercato, e non intermediaria, come partner e consulente del Cliente per investimenti importanti al fine di avere una lettura il più possibile oggettiva dell’investimento”.

Alessandro Guerrini – Responsabile Sviluppo, Open Care ha invece affrontare il tema “Conservare, gestire, valorizzare le opere e le collezioni d’arte: i servizi per il collection management”, evidenziando che “il punto di vista di Open Care è quello di chi gestisce, conserva e valorizza le opere e le collezioni d’arte. Open Care affianca il collezionista o il soggetto che a diverso titolo detiene un patrimonio artistico nelle fasi di acquisto, vendita, deposito, movimentazione e restauro dell’opera nonché nella fase di due diligence propedeutica all’acquisto di un’opera d’arte. L’intervento rappresenterà la complessità di tutte queste attività sottolineando come la gestione di questi aspetti debba avvenire necessariamente avvalendosi di competenze e professionalità specialistiche”.

Infine Giorgio Orlandini, Senior Associate di CBA, ha sottolineato che “l’arte, soprattutto l’arte moderna, contemporanea e l’artainment (un nuovo settore che mira a mettere in relazione arte e entertainment), è sempre più spesso considerata un bene rifugio rispetto alle forme classiche di investimento che oggi devono fare i conti con tassi di interesse negativi e andamenti borsistici altalenanti. Il numero dei collezionisti privati nel mondo e il valore dell’arte nei portafogli dei gestori di patrimoni famigliari è cresciuto in modo esponenziale. L’arte muove, pertanto, ingenti flussi finanziari sia domestici che internazionali alimentando sia lo specifico settore che i risparmiatori. Sarebbe, pertanto auspicabile un intervento normativo che, sulla scia dell’art bonus (resa agevolazione permanete con la Legge di Stabilità 2016), agevolasse o, quanto meno non penalizzasse sotto un punto di vista tributario (perlopiù legato all’imposizione indiretta, IVA e dazi doganali) le importazioni e gli investimenti in arte. A tal proposto sono sempre più frequenti i rumors sull’innalzamento delle imposte di successioni e donazioni in Italia che dovrebbero portare la tassazione, oggi favorevole, ai livelli europei. In quest’ottica l’investimento in arte nel medio/lungo periodo, che si connatura sulla passione per investire in arte, presuppone la corretta valutazione del tema del passaggio generazionale per garantire il passaggio delle opere, e quindi del proprio investimento, agli eredi. L’utilizzo del trust garantisce una protezione del patrimonio dell’investimento e consente anche una gestione efficiente dal punto di vista fiscale”.

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