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Manovra, i primi emendamenti: si salvano le Province e i piccoli Comuni

Presentate le prime tre proposte di modifica del Governo in commissione – Le altre sono attese per metà pomeriggio – La norma sui “tribunalini” è stata approvata questa mattina – Salve le province (ma con il dimezzamento dei consiglieri) e i piccoli Comuni (ma con l’accorpamento delle funzioni) – Incompatibilità fra cariche amministrative e parlamentari.

Manovra, i primi emendamenti: si salvano le Province e i piccoli Comuni

Ultime ore di attesa, poi finalmente il Governo scoprirà le carte sulla manovra bis. Gli emendamenti fiscali dovrebbero essere presentati in commissione Bilancio al Senato dopo le 17. Intanto, dopo un primo vertice nell’ufficio del presidente Renato Schifani, è iniziata a Palazzo Madama una nuova riunione dei vertici di maggioranza. Oltre ai ministri Tremonti e Calderoli, sono presenti anche il sottosegretario Luigi Casero, il relatore Antonio Azzollini e il vicecapogruppo Gaetano Quagliariello. Sono già note alcune proposte di modifica al decreo approvato lo scorso 12 agosto. Ecco cosa stabiliscono i primi tre emendamenti alla manovra bis presentati oggi da Azzollini in commissione. Il quarto provvedimento porta la firma del ministro della giustizia, Francesco Nitto Palma, ed è già stato approvato dalla commissione.

LE PROVINCE SI SALVANO MA I CONSIGLIERI VENGONO DIMEZZATI

Le Province vengono salvate come enti, ma è confermato il dimezzamento dei loro consiglieri. Il riordino delle Province e la loro eventuale abolizione vengono rimandati a un successivo Ddl costituzionale.

PICCOLI COMUNI, ACCORPATE LE FUNZIONI DI QUELLI SOTTO I 1.000 ABITANTI

Come le Province, si salvano anche i piccoli Comuni, condannati alla scomparsa dalla prima versione della manovra bis. Il nuovo testo prevede però che i Comuni “con popolazione fino a 1.000 abitanti esercitino obbligatoriamente in forma associata tutte le funzioni amministrative e tutti i servizi pubblici”. Se lo ritengono conveniente, inoltre, “hanno facoltà di aderire anche i Comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti”.

Infine, a partire dalle prime elezioni successiva all’entrata in vigore della manovra, i Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti potranno avere fino a sei consiglieri in Consiglio comunale; fra 1.000 e 3.000 abitanti sono ammessi anche due assessori oltre ai sei consiglieri, mentre fra 3.000 e 5.000 abitanti i consiglieri potranno salire a sette e gli assessore a tre.

INCOMPATIBILITA’ FRA CARICHE DI PARLAMENTARE E DI AMMINISTRATORE PUBBLICO

Dalla prossima legislatura chi ricopre una carica nell’amministrazione pubblica non può essere eletto alla Camera o al Senato. A meno che, naturalmente, non decida di rinunciare al precedente incarico. L’incompatibilità scatta anche per le poltrone nel Parlamento europeo.

DELEGA PER IL RIORDINO E LA RIDUZIONE DEGLI UFFICI GIUDIZIARI

Fra gli emendamenti alla manovra rientra anche la ”delega al governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari”. Il provvedimento, firmato dal ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma, è stato approvato questa mattina dalla commissione Bilancio del Senato. Contraria l’opposizione, tranne il Pd che si è astenuto. L’attuazione della delega dovrà avvenire entro 12 mesi dall’entrata in vigore della manovra e non dovrà comportare spese per le casse dello Stato. Ecco cosa prevede l’emendamento:

– Riduzione degli uffici giudiziari di primo grado. 

– Ridefinizione territoriale complessiva degli uffici giudiziari, compresa la “soppressione o la riduzione delle sezioni distaccate di tribunale”. Inoltre ”ciascun distretto di corte d’appello, incluse le sue sezioni distaccate dovrà comprendere non meno di tre degli attuali tribunali con relative Procure della Repubblica”.

– Riorganizzazione delle procure, ”tenuto conto della possibilità di accorpare più uffici di procura indipendentemente dall’eventuale accorpamento dei rispettivi tribunali”.

– Riduzione dei giudici di pace non circondariali.

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