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Manovra finanziaria: work in progress

Continuano le discussioni sulla manovra che Tremonti esporrà oggi pomeriggio al Consiglio dei Ministri. Tra le ultime proposte una tassa sulle auto di media-alta cilindrata e il taglio allo stipendio dei ministri. Non si parlerà invece di Iva, questione che sarà ripresa nella riforma.

Si continua a lavorare per mettere a punto la manovra finanziaria che sarà all’attenzione del Consiglio dei ministri questo pomeriggio alle ore 15. La tensione nella maggioranza è alta, soprattutto dopo il passo falso di ieri sulla legge Comunitaria, e questo provvedimento a firma Tremonti – già ampiamente dibattuto e criticato in questi giorni – diventa una vera e propria prova del nove per Governo e maggioranza. La Lega, attraverso il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ribadisce la propria linea: “Sulle misure di rigore c’è disponibilità a ragionare”, ma, aggiunge, “bisogna salvaguardare i servizi”. Il messaggio per il titolare del dicastero di via XX settembre appare chiaro: non penalizzare gli Enti locali, come peraltro richiesto a gran voce dallo stato maggiore del Carroccio.
Intanto la bozza della manovra continua a essere messa a punto. Nell’ultima versione spunta la tassa sulle auto di media-alta cilindrata: previsto infatti un superbollo, misura che suscita le perplessità di Fabio Cerchiai, il presidente dell’Ania (l’associazione delle imprese assicuratrici). “Sono sempre perplesso quando si aumentano le tasse, meglio intervenire sulla spesa pubblica”, commenta.
Definite poi nuove imposte per le operazioni Finanziarie: appare al momento confermata la tassa sulle transazioni compiute in Italia attraverso le banche o le imprese di investimento abilitate.
Limata la normativa sulle pensioni: niente rincaro dei contributi per i collaboratori e per le donne l’età della pensione sale dal 2020.
Sparisce il capitolo Iva: l’aumento delle aliquote all’11% e al 21% sarebbero infatti all’interno del disegno di legge delega per la riforma e non nel decreto della manovra.
Lo schema di decreto su cui il Tesoro sta lavorando vede già la bocciatura degli Enti locali. “Se la manovra che si va profilando è quella che emerge oggi sulla stampa, allora, ancora una volta saranno Regioni, Province e Comuni a pagare il conto più salato”, critica Giuseppe Castiglione, presidente dell’Upi (l’Unione delle province italiane). Se l’ammontare dei tagli fosse quello preannunciato, aggiunge, “l’allentamento dei vincoli del patto di stabilità servirebbe a ben poco”. Per il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, c’è poco da fare: “Per non mettere le mani in tasca agli italiani bisogna tagliare la spesa”.
E intanto, a poche ore dalla discussione del decreto in Cdm, lo stesso Romano annuncia il taglio allo stipendio dei parlamentari. Il ministro si dice infatti “convinto” del fatto che la riduzione degli stipendi “sarà nella manovra che oggi andiamo a deliberare” in Consiglio.

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