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L’INFERNO DELLE MILANESI – Dopo il Milan naufraga anche l’Inter sconfitta in casa dal Toro

Dopo il Milan, anche l’Inter di Mancini va al tappeto con il Torino che la trafigge (0-1) in piena zona Cesarini con un gol del difensore Moretti – Si allontanano i sogni di Champions – Mancini desolato: “Il calcio sa essere crudele” – Domani in Coppa Italia ultima chances per Inzaghi sulla panchina del Milan: se perde va a casa e a giugno arriva Spalletti

L’INFERNO DELLE MILANESI – Dopo il Milan naufraga anche l’Inter sconfitta in casa dal Toro

Milano sprofonda! Dopo il sabato nero del Milan, ecco la domenica disastrosa dell’Inter. Che doveva vincere per mantenere vivo il sogno Champions e che invece si ritrova a leccarsi le ferite per l’ennesima volta. “Colpa” del Torino, capace di imbrigliare i nerazzurri per oltre 90’ per poi colpirli a 10 secondi dalla fine con Moretti. Gol pesantissimo quello del difensore, sia per i granata (la vittoria nel San Siro interista mancava da 27 anni) che per gli uomini di Mancini, ora costretti a ripartire da una batosta brutta e inaspettata. “Il calcio sa essere crudele – l’analisi del tecnico di Jesi. – Abbiamo dormito, non dovevamo concedere l’angolo e marcare così male. Sono contento però per la prestazione, la squadra ha fatto quello che doveva. Iniziare bene il girone di ritorno sarebbe stato importante ma la strada è quella giusta. Ora possiamo solo rimboccarci le maniche e provare a raggiungere il terzo posto”. Ci crede ancora Mancini ma i fatti sono contro di lui. Dal derby del 23 novembre, prima partita al posto di Mazzarri, l’allenatore nerazzurro ha totalizzato solo 2 vittorie in 9 gare, a fronte di 4 pareggi e 3 sconfitte. Troppo poco per tentare seriamente la scalata a un piazzamento Champions che ora dista ben 8 punti (e se il Napoli questa sera dovesse battere il Genoa diventerebbero 10).

La sconfitta di ieri poi potrebbe avere pesanti risvolti anche sotto il profilo psicologico. Davanti a Thohir e Brozovic i nerazzurri erano chiamati a dare un segnale ben preciso invece, indipendentemente da una sconfitta più episodica che altro, non sono mai riusciti ad accendere la luce. Molto alto il possesso palla ma poche, pochissime le vere occasioni da gol: due nel primo tempo (Podolski e Icardi), una nel secondo (ancora il tedesco). Troppo poco per scardinare l’ottima difesa granata, come sempre schierata alla perfezione dall’ottimo Ventura. Ora non resta che sperare nel mercato: l’ultima settimana, come ammesso dallo stesso Thohir, potrebbe portare qualche altro regalo. Si parla di un difensore (Rolando?) e di un centrocampista (Lucas Leiva o Diarra), in attesa poi di preparare il terreno per giugno. A patto che arrivi la Champions, obiettivo sempre più lontano dal futuro prossimo nerazzurro.

Se Sparta piange Atene non ride di certo. Il Milan, in ritiro anticipato da ieri sera, si interroga sui perché di una crisi nata nell’ultimo periodo, dopo i progressi messi in mostra prima di Natale. Il grande imputato, ça va sans dire, è l’allenatore. Indipendentemente dalle dichiarazioni di rito, Inzaghi sa bene come la sua posizione sia molto a rischio. L’ultima spiaggia si chiama Coppa Italia, a questo punto l’obiettivo più realistico rimasto. L’arrivo della Lazio però spaventa non poco, ecco perché Via Aldo Rossi, piuttosto freddina nelle ultime ore nei confronti di Inzaghi (non si registrano attestati di fiducia pubblici), si sta già guardando intorno. Il nome caldo (per giugno s’intende) è quello di Luciano Spalletti, nelle grazie di Berlusconi dai tempi della Roma, mentre per l’immediato, nel caso di tracollo, si punterà su una soluzione interna (Tassotti). Ad oggi non si registrano movimenti decisi ma certo le voci si rincorrono, per giunta in crescendo, e poco importa che ieri sera Galliani abbia cenato assieme a Inzaghi. Ancora un giorno, poi sapremo se il Milan continuerà con l’attuale allenatore o se ripartirà un’altra volta da zero. L’ennesima di un biennio davvero stregato.

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