Condividi

L’Europa discute di imballaggi, CO2, pesticidi. Tre pilastri dell’economia sostenibile

Arrivano in Commissione Ambiente tre provvedimenti destinati a modificare produzione di beni e servizi in ottica green. L’Ue alla prova del nove della transizione

L’Europa discute di imballaggi, CO2, pesticidi. Tre pilastri dell’economia sostenibile

A quali livelli di credibilità è arrivata l’Europa sulle riforme green? Pacchetti di regolamenti che prima di cambiarci (nella migliore delle ipotesi, allungarci) la vita con regole di sostenibilità ambientale, toccano il modo di produrre e mettere sul mercato beni e servizi.

Una risposta più efficace e globale è nelle mani della Commissione Ambiente dell’Europarlamento. In agenda tre argomenti decisivi con relative proposte di regolamento erga omnes: riduzione degli imballaggi, standard di emissione CO2 per i camion, uso di pesticidi.

L’Ue deve accelerare o tutto si ferma

Sugli imballaggi la proposta è passata con la riduzione degli imballaggi in plastica con questo piano: 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040. Un piano frutto di mediazioni estenuanti. Gli altri argomenti hanno avuto un sofferto iter perché i gruppi politici nei loro paesi (e non solo) si dichiarano verdi, amanti del pianeta, amici della natura, ma poi a Bruxelles vanno in ordine sparso.

Gli eurodeputati sono sottoposti a pressioni gigantesche che li rendono poco coerenti. Quello che ci si aspetta è una valida sintesi per tutti i cittadini europei.

Imballaggi, CO2, pesticidi: i temi in discussione

Sugli imballaggi, il punto più controverso riguardava l’introduzione dell’obbligo di ricarica e riuso delle confezioni, oppure il divieto per alcune tipologie di imballaggi. Il timing passato dovrebbe soddisfare industria e consumatori nonostante le prime critiche degli agricoltori.

Delle emissioni di CO2 si sa tutto o quasi. Sono i cecchini della vita moderna. La Commissione discute dei target di riduzione delle emissioni per i mezzi pesanti nuovi.

Tuttavia, il trasporto su gomma resta (e resterà) il più utilizzato. La discussione è concentrata sui tempi di entrata in vigore – 2035, 2040 – dei limiti di abbattimento del 100% degli scarichi. Il limite si applica sia ai veicoli professionali che agli autocarri di peso inferiore a 5 tonnellate. Cosa (e se) si deciderà? Per quale motivo gli europarlamentari litigano sulle ricadute nocive di cinque anni? Le posizioni politiche sono il riflesso tanto dell’industria degli autoveicoli, quanto del trasporto delle merci su larga scala. Per cui i Tir continueranno a viaggiare ma ci libereremo degli scarichi mortali o no?

L’uso dei pesticidi è la “mano nera” dell’agricoltura made in Europa. I fertilizzanti agrochimici fanno male. Si eliminano o no? A parte la confusione sul glifosato, gli europarlamentari devono sostanzialmente stabilire se vanno banditi entro il 2030 o il 2035. Secondo la formula matematica che calcola i contributi nazionali per l’agricoltura – riferisce l’Ansa da Bruxelles – l’Italia dovrebbe ridurre i pesticidi del 62% in poco più di sei anni. Vedremo chi si oppone e per quale ragioni.

La seduta della Commissione è, quindi, osservata speciale per gli interessi economici, perché l’iter di questi regolamenti è stato lunghissimo ma soprattutto, come dicevamo, per capire il grado di credibilità del Parlamento europeo sulla strategia più impattante di questa legislatura. Un fiasco storico o un successo da attaccare sui santini delle prossime elezioni del 2024?

Commenta