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Letta: “Bloccati pagamenti Imu a giugno”. Priorità esodati e rinuncia “all’inasprimento dell’Iva”

Il Premier, nel suo discorso alla Camera, promette lo stop al pagamento dell’acconto Imu a giugno sulla prima casa – “Priorità agli esodati” – Il leitmotiv: meno tasse, più crescita – “Reddito minimo alle famiglie bisognose” – Rinuncia “all’inasprimento dell’Iva” e punta ad alleggerire la tassazione sui neoassunti – “Bisogna abrogare il Porcellum”.

Letta: “Bloccati pagamenti Imu a giugno”. Priorità esodati e rinuncia “all’inasprimento dell’Iva”

“La riduzione fiscale senza indebitamento sarà un impegno continuo e a tutto campo: in particolare le tasse sul lavoro, su quello stabile e dei giovani, poi la politica fiscale sulla casa. Bisogna cambiare la tassazione sulla prima casa, iniziando con lo stop ai pagamenti di giugno”. Inoltre, “intendiamo rinunciare all’inasprimento dell’Iva”. Lo ha detto il nuovo Presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel discorso programmatico tenuto questo pomeriggio in Aula a Montecitorio. La fiducia al nuovo Governo sarà votata questa sera alla Camera e domani al Senato. I numeri non dovrebbero essere un problema: sulla carta, la maggioranza (composta da Pd, Pdl e Scelta civica) dovrebbe ottenere 445 voti alla Camera, su 630 totali.

POLITICHE PER I GIOVANI

“Dobbiamo ripartire dai giovani – ha proseguito Letta –. I bassi tassi d’istruzione e occupazione giovanile costituiscono una situazione drammatica. Chiediamoci quanti bambini non nascono ogni anno in Italia per la precarietà che limita le scelte delle famiglie giovani. Non è solo demografia, è una ferita morale. Solo i giovani possono ricostruire questo Paese. Rinunciare a investire su di loro è un suicidio economico. Semplificheremo e rafforzeremo l’apprendistato. Cambieremo l’articolo 92 e aiuteremo le imprese a assumere giovani a tempo indeterminato con incentivi fiscali. Dobbiamo ridurre la percentuale del disavanzo con l’Europa in termini di dispersione scolastica e di laureati”.

RILANCIO DELL’INDUSTRIA

“Intendiamo lanciare un grande piano pluriennale per lo sviluppo e la ricerca finanziato attraverso project bonds. Si tratta di fare una politica industriale moderna che valorizzi soprattutto le Pmi, che sono e rimangono il vero motore del nostro paese. Inoltre, bisogna migliorare l’incentivazione dell’energia sostenibile. La burocrazia non deve opprimere la voglia creativa degli italiani, ed è per questo che bisognerà rivedere l’intero sistema della procedure, che vanno snellite”.

PRIORITA’ LAVORO

“La prima priorità del mio governo sarà la questione del lavoro: solo rilanciandolo si può imboccare la via della crescita. Il rifinanziamento della Cig in deroga e il superamento del precariato nella Pa, da sole, sarebbero insufficienti. La soluzione del problema degli esodati è un impegno prioritario di questo Governo. Imprese e lavoratori devono agire insieme e superare le contrapposizioni che in passato ci hanno frenato: i sindacati saranno protagonisti. I nostri obiettivi sono ampliare gli incentivi fiscali a chi investe in innovazione, dare più credito a chi lo merita, garantire pagamenti alle imprese, semplificare e snellire gli adempimenti burocratici”.

Quanto all’occupazione femminile, “occorre fare molto di più: siamo lontani dagli obiettivi europei, non siamo ancora un Paese delle pari opportunità. La carenza di servizi scarica sulle donne una quantità di compiti insostenibili. La riforma del nostro welfare richiede azioni di ampio respiro: il modello tradizionale basato sul maschio adulto non basta più. Il welfare deve essere più universalistico e meno corporativo, più aperto alle donne. Gli ammortizzatori sociali vanno estesi a chi ne è privo, a partire dai precari. Si potranno studiare poi forme di reddito minimo soprattutto per famiglie bisognose con figli e proposte miste di part time e pensionamento per gli anziani di difficile ricollocazione, con un percorso di pensionamento graduale”.

TAGLIO AGLI STIPENDI DEI MINISTRI-PARLAMENTARI E AI RIMBORSI ELETTORALI

“Serve un esercizio di autocritica: la politica ha commesso troppi errori, si è erosa tutta la nostra credibilità. Non abbiamo compreso le legittime istanze sottese al movimento della rete. Il primo atto del governo sarà quello di eliminare lo stipendio dei ministri parlamentari, che esiste da sempre in aggiunta alla loro indennità. Nessuno può sentirsi esentato dal dovere dell’autorevolezza. Con 11 milioni di cittadini che hanno deciso di non votare, quello dell’astensione è risultato il primo partito: o lo capiamo, o la politica scompare. Pensate ai rimborsi elettorali: tutte le leggi dal 1994 a oggi sono state ipocrite. Non si tratta di rimborsi, ma di finanziamenti mascherati. Per di più di importo eccessivi. Li aboliremo e introdurremo norme di controllo anche sui gruppi regionali”.

“Introdurremo poi principi di democrazia interna ai partiti attuando l’articolo 49 della Costituzione. Dobbiamo dare il nostro contributo a ricostruire un patto di fiducia: come italiani o si vince o si perde tutti insieme. Sicuramente è e deve essere una eccezione la convergenza di forze politiche che si sono presentate opposte alle urne. Ma è eccezionale la situazione uscita dalle urne e la situazione di crisi del Paese. Credo che le forze politiche stiano dimostrando grande responsabilità. Serve anche una continua interlocuzione con le forze che non sostengono il governo. L’appello alla convergenza è ancora più pressante nel nostro compito di riformare le istituzioni”.

LE RIFORME COSTITUZIONALI

“Sarebbe bene che il Parlamento adottasse le sue decisioni sulla base delle proposte formulate dalla Convenzione, la quale a sua volta dovrebbe partire dalle conclusioni della commissione dei saggi. L’unico sbocco possibile è il successo: fra 18 mesi verificherò se il progetto sarà avviato verso un porto sicuro: se veti incrociati minacceranno d’impantanare tutto per l’ennesima volta, non avrò esitazione a trarne immediatamente le conseguenze. L’obiettivo complessivo è quello di una riforma che riavvicini i cittadini alle istituzioni”.

Quanto alle singole riforme costituzionali, “dobbiamo superare il bicameralismo paritario, affidando a una sola Camera il compito di conferire o revocare la fiducia al governo. Dobbiamo istituire il Senato delle regioni o delle autonomie, con competenze differenziate. Bisogna abolire definitivamente le Province. Questo non significa perseguire una politica di tagli indifferenziati. Bisogna altresì chiudere rapidamente la partita del federalismo fiscale. Si può anche esplorare il suggerimento dei saggi per l’eventuale revisione dei rapporti con le Regioni”.

Per quanto riguarda il nodo del Porcellum, “dobbiamo qui assumere solennemente l’impegno che quella di febbraio sia stata l’ultima consultazione a svolgersi con la legge elettorale vigente. Cambiarla serve non solo per garantire maggioranze che sostengano governi stabili, ma anche a restituire legittimità ai parlamentari. I cittadini devono poter individuare i candidati più meritevoli il giorno delle elezioni. A livello personale, ritengo che sarebbe meglio almeno ripristinare la legge elettorale precedente”.

IL RAPPORTO FRA ITALIA E EUROPA

“La situazione economica dell’ita è ancora grave: abbiamo accumulato un debito pubblico che grava sulle prospettive presenti e future. Il grande sforzo del precedente Governo è stato la premessa della crescita futura, in quanto la disciplina della finanza pubblica era e resta fondamentale per disinnescare possibili attacchi finanziari. È fondamentale inoltre uscire dalla procedura di disavanzo eccessivo”.

“Nelle sedi internazionali l’Italia s’impegnerà per fa ripartire la crescita senza compromettere la stabilità dei conti. L’Europa può tornare a essere motore di crescita sostenibili solo se si apre. Se otterrò la vostra fiducia, già da domani visiterò in unico viaggio Bruxelles, Berlino e Parigi per dare subito il segno che il nostro è un governo europeo e europeista. La risposta è una maggiore integrazione verso un’Europa federale. Il rischio di un’unione bancaria senza un’unione politica e economica è insostenibile”. 

“Di solo risanamento l’Italia muore: dopo più di un decennio senza crescita le politiche per la ripresa non possono più attendere. Troppi cittadini sono in preda alla disperazione e allo scoramento, come dimostra lo sconcertante fatto accaduto ieri davanti a Palazzo Chigi. Senza crescita e senza coesione l’Italia è perduta. L’Esecutivo si impegna ad essere seria e credibile sul risanamento e la tenuta dei conti pubblici. Basta con i debiti sulle spalle delle generazioni future”.  

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