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Lega: “Nel Dl sviluppo stop a scalate”, ma il Governo dice no

In commissione Bilancio della Camera i deputati leghisti Massimo Polledri e Massimo Bitonci hanno chiesto di inserire nel prossimo decreto del Governo sullo sviluppo ”una norma che prevede che qualsiasi cessione delle partecipazioni nel capitale delle societa’ di interesse nazionale debba essere notificata al Ministero dell’Economia”.

Lega: “Nel Dl sviluppo stop a scalate”, ma il Governo dice no

Evitare il rischio di scalate verso imprese strategiche dando la possibilità al Tesoro di opporsi. E’ quanto chiede la Lega, ma l’ipotesi è stata subito stoppata sul nascere dal Governo. Accade in commissione Bilancio della Camera, dove il sottosegretario Alberto Giorgetti puntualizza che una simile evenienza è contraria alla disciplina comunitaria. A sollevare la questione, i deputati leghisti Massimo Polledri e Massimo Bitonci, con una interrogazione in cui chiedevano di inserire nel prossimo decreto del Governo sullo sviluppo ”una norma che prevede che qualsiasi cessione delle partecipazioni nel capitale delle società di interesse nazionale debba essere notificata al Ministero dell’Economia”, il quale avrebbe poi ”il diritto di opporsi a tali operazioni qualora ritenga che esse rechino pregiudizio agli interessi nazionali”.

L’intento era quello di evitare che imprese come la Edison potessero passare in mani straniere. La risposta del sottosegretario ha però smontato le aspettative leghiste. Giorgetti ha infatti ricordato la costituzione ”della Società per azioni denominata Fondo Strategico Italiano (Fsi), la quale ha come mission quella di acquisire partecipazioni, di norma di minoranza, in società che rientrino nei settori strategici”. ”L’attribuzione al Ministero dell’Economia di un potere di opposizione successiva – ha aggiunto Giorgetti – da esercitare in relazione ad ogni singola operazione posta in essere dalla società Fsi sarebbe non coerente con la normativa dell’Ue”.

Giorgetti ha spiegato che il potere che si attribuirebbe al ministero dell’Economia, “riconosciuto in un decreto ministeriale o in un provvedimento di legge, pregiudicherebbe la natura privatistica e imprenditoriale dell’iniziativa con conseguenti ricadute negative sotto il profilo del potenziale consolidamento della società Fondo strategico italiano nel settore delle Pubbliche amministrazioni secondo i criteri Eurostat e della compatibilità con la disciplina degli aiuti di Stato”. Una risposta che non ha convinto i deputati del Carroccio. Polledri ha infatti fatto sapere che la Lega porterà la questione all’attenzione dell’aula della Camera la prossima settimana.

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