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Le Borse europee cadono sui dazi, Milano la peggiore

Mentre si apre un infuocato vertice Nato, la nuova escalation della guerra commerciale manda in tilt i listini. Si rafforza il dollaro. A Piazza Affari profondo rosso per Tenaris e Cnh. Banche nel mirino – In forte rialzo Banca Carige sulle aspettative di nuovo Cda. Debutto con scintille per Askoll Eva sull’Aim

Le Borse europee cadono sui dazi, Milano la peggiore

Mentre a Bruxelles è in corso un infuocato vertice Nato, le borse europee sprofondano sui nuovi timori legati alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Dopo l’entrata in vigore lo scorso 6 luglio di dazi incrociati per 34 miliardi di dollari, l’incontenibile presidente americano alza ancora la posta e minaccia l’imposizione di ulteriori tariffe – stavolta al 10% – per 200 miliardi di dollari su prodotti alimentari e tabacco importati negli Usa da Pechino. La Cina, dal canto suo, non ha intenzione di rimanere indietro e fa sapere di essere pronta “ad assumere contromisure per tutelare gli interessi del Paese e della sua popolazione”, coinvolgendo nella battaglia anche la comunità finanziaria internazionale.

L’ennesima escalation sui dazi blocca i rialzi delle ultime sedute e, dopo aver fatto bruscamente cadere l’Asia, manda in profondo rosso i listini europei zavorrati da auto, tecnologici e materie prime. Milano è la peggiore con il Ftse Mib che segna -1,4% a 21.749 punti. In forte ribasso anche Francoforte (-1,3%), Parigi (-1,24%) e Madrid (-1,2%). Fuori dall’Unione continua inesorabile la scia di vendite, con Londra che cede l’1,18%, e Zurigo che perde l’1%. Dall’altra parte dell’oceano, i futures di Wall Street si muovono in ribasso di circa un punto percentuale, preannunciando una giornata difficilissima anche per i listini a stelle e strisce.

Sul fronte valutario, la nuova minaccia di Donald Trump fa apprezzare il dollaro su tutte le altre monete, compreso l’euro: il cross viaggia attualmente a quota 1.1709. In ascesa il dollaro/yen, che torna a quota 111,2. Deciso calo per i prezzi del petrolio con il Brent in particolare che, dopo aver sfiorato gli 80 dollari al barile nella seduta di ieri a causa dei timori legati alla produzione libica e canadese e al parallelo sciopero in Norvegia, oggi cede il 2,5% a 76,88 dollari. Giù anche il Wti, il cui prezzo scende a 73,35 dollari al barile (-1%). La panoramica dei mercati si conclude con l’obbligazionario: spread tra Btp e Bund in lieve rialzo a 238 punti base, mentre i rendimenti sul decennale tricolore si portano al 2,682%.

A Piazza Affari, il bollettino di guerra si apre con Tenaris (-5%), penalizzata anche dal downgrade a “neutral” da parte di Credit Suisse, e prosegue con i titoli della galassia Agnelli. Cnh Industrial (-4,6%) cade rovinosamente sull’ipotesi che tra i nuovi prodotti colpiti dai dazi statunitensi ci siano anche i cereali, mentre Exor e Fca cedono rispettivamente il 3,49% e il 2,47%. La lista dei peggiori include anche Azimut: -2,65%

Le vendite non risparmiano nemmeno le banche, tutte in territorio negativo: Unicredit (-1,6%), Intesa Sanpaolo (-1,5%), Banco Bpm (-1,5%). I movimenti sul petrolio mandano in rosso i petroliferi: Saipem (-1,06%) ed Eni (-1,6%). Il portavoce del Cane a sei zampe ha dichiarato che l’azienda non parteciperà alla gara di RTR per l’acquisizione degli impianti italiani di proprietà del Fondo Terra Firma.

Tra le blue chip riesce a salvarsi Leonardo (+0,37%) grazie alla notizia secondo cui il Qatar sta cercando di raccogliere 4 miliardi di dollari per finanziare l’acquisto dei 24 Eurofighter Typhoon ordinati lo scorso dicembre. Il valore del contratto, subordinato alle condizioni di finanziamento ed al ricevimento del primo pagamento attesi per la prima metà del 2018, ammonta a circa 5 miliardi di sterline, 5,6 miliardi di euro al cambio corrente. In rialzo anche Campari (+0,76%) e Finecobank (+0,16%), sulla parità Terna (+0,09%).

Fuori dal Ftse Mib si mettono in luce tre titoli: 

  • Banca Carige (+3,57%): ieri l’azionista Mincione, in possesso del 5,4% del capitale, ha chiesto di inserire nell’ordine del giorno dell’assemblea che si terrà a settembre per la nomina del nuovo presidente anche la revoca del cda e la conseguente nomina di un nuovo board. Il Consiglio d’amministrazione di Carige, riunitosi ieri, ha esaminato la proposta e il prossimo 3 agosto dovrebbe formalizzare la convocazione dell’assemblea.
  • Juventus (-5,73%): sembra essersi esaurito con l’annuncio ufficiale dell’acquisto “l’effetto CR7” che nelle ultime settimane aveva mandato in orbita il titolo. Nonostante il ribasso odierno, il bilancio da inizio mese rimane ampiamente positivo: +27,45%.
  • Askoll Eva (+29,43%): La società vicentina che produce biciclette e scooter elettrici ha debuttato oggi sull’Aim di Borsa Italiana. In mattinata il titolo è entrato in asta di volatilità con un rialzo teorico del 37,14% a 4,8 euro per azione, contro i 3,5 euro del prezzo offerto in sottoscrizione nell’ambito del collocamento privato. Una volta tornate in contrattazione le azioni sfiorano il +30% realizzando una delle migliori performance di Piazza Affari.

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