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L’Araba fenice della Robin Tax. Rispunta la misura sul settore energetico

Nella manovra correttiva approvata dal Governo viene inglobata l’imposta (già concepita dallo stesso Tremonti) per colpire gli enormi profitti dei petrolieri – Dovrebbe permettere di ridurre da 6 a 5 miliardi i tagli previsti ai ministeri – Decreto in Senato previsto dal 22 agosto

Nella manovra correttiva approvata in fretta e furia dal Governo rispunta la Robin Hood tax, la tassa già concepita – sempre da Giulio Tremonti – per colpire gli enormi profitti dei petrolieri. Adesso viene riproposta e toccherà l’intero settore energetico, e concorrerà alla riduzione della spesa pubblica.
E’ lo stesso Giulio Tremonti, del resto, a non farne mistero. Lo ha ribadito ieri: la manovra prevede un primo blocco di interventi per quanto riguarda i costi della politica e gli enti locali. Per il 2012, ha scandito Tremonti, “abbiamo anticipato tagli ai ministeri per quasi 6 miliardi che possono scendere a 5 miliardi attraverso la reintroduzione della Robin Hood tax per il settore energetico, ferma restando la bolletta dei cittadini”. Tagli, sempre per 6 miliardi nel 2012, previsti anche per gli enti locali, e anche qui, sottolinea Tremonti, “potranno però essere compensati se funzionerà la Robin Hood tax e attraverso l’anticipo del federalismo fiscale”. Anche per gli Enti locali “i tagli potranno scendere da 6 a 5 miliardi attraverso la Robin Hood tax”.
Tremonti stima che 2 miliardi arriveranno attraverso la speciale tassa. Per quanto riguarda l’anticipo del federalismo fiscale, questo dovrebbe scattare con l’imposizione da subito dell’Imu, l’Imposta municipale unica inizialmente prevista in vigore dal 2014 e che ingloberà l’Ici e l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case, e l’Ici sugli immobili “strumentali” (capannoni, uffici e laboratori). Intanto il presidente del Senato Renato Schifani fa sapere di aver chiesto di far arrivare il decreto in commissione il 22 agosto, così da farlo approdare in Aula per il 5 settembre.

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