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L’addio di Napolitano agli italiani: avanti con fiducia

Il presidente: “Sto per lasciare, l’età porta crescenti limitazioni” – Nel suo saluto la disoccupazione da battere e “il sottosuolo marcio della società da bonificare” ma anche i passi avanti compiuti e gli italiani di cui essere fieri – Cita Fabiola Gianetti e Samantha Cristoforetti – L’appello sulle riforme e un’esortazione collettiva: “Mettiamocela tutta”

L’addio di Napolitano agli italiani: avanti con fiducia
Questa volta i suoi principali interlocutori non sono quelli istituzionali, ma tutti gli italiani, che dovranno “mettercela tutta” per fare uscire l’Italia dalle grandi difficoltà che sono tutt’altro che superate. Giorgio Napolitano, nel suo ultimo messaggio di Capodanno, si affida ad un collettivo “recupero di ragionata fiducia in noi stessi” per portare a compimento quell’indispensabile percorso di cambiamento, finalmente avviato attraverso riforme “istituzionali e socio economiche”.

E questa “ragionata fiducia” trova il suo fondamento nella storia dell’Italia e della Repubblica, nella riscoperta “delle fonti della coesione, della forza e della volontà collettiva che ci hanno permesso di superare le prove più dure in vista della formazione dello Stato unitario e poi del superamento delle sue drammatiche crisi”. E così il capo dello Stato ha poi tenuto a riassumere il filo conduttore del suo mandato soprattutto “nello sforzo per rappresentare l’unità nazionale per sanare le ferite che aveva subito e per ridarle l’evidenza che aveva perduto”.

Al tempo stesso però Napolitano indica le grandi difficoltà che incombono tuttora sull’Italia: “Arretramento dell’attività produttiva; calo del reddito nazionale e delle famiglie; degrado ambientale; dilagare della disoccupazione giovanile e perdita di posti di lavoro”. Per affrontare fattivamente questi problemi, spiega, “nulla sarebbe più velleitario e pericoloso di certi appelli di ritorno alla moneta nazionale, attraverso la disintegrazione dell’Euro e di ogni comune politica anti-crisi”.

L’ancoraggio all’Europa resta insomma un punto fermo per un’efficace sforzo per uscire dalla crisi e rilanciare il paese. Ma Napolitano sottolinea un altro punto indispensabile perchè possa andare a buon fine il cambiamento avviato dal nostro Paese: far rinascere la politica “nella sua accezione più alta. E qui bisogna fare i conti con il degrado messo in evidenza da inchieste giudiziarie come quella su Mafia capitale. “Bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società” chiede il presidente della Repubblica “perchè solo riconquistando intangibili valori morali la politica potrà riguadagnare e vedere riconosciuta la sua funzione decisiva”.

Napolitano aggiunge che proprio per mettere ai margini “gli italiani indegni”, è opportuno rifarci “agli italiani esemplari. Cita Fabiola Giannetti direttore generale del centro europeo per la ricerca nucleare, l’astronauta Samantha Cristoforetti, Fabrizio, il medico di Emergency che ha contratto l’Ebola per il suo impegno nel salvare vite umane in Sierra Leone e infine Serena Petriccioli, il medico della Marina Militare che sulla nave Etna aiuta una profuga nigeriana al momento del parto.

E’ l’occasione per il presidente della repubblica per sottolineare un’altra questione: quella della valorizzazione dei nostri istituti di ricerca perchè è in quelle sedi di eccellenza che “gli italiani esemplari” si sono formati. Il senso del discorso di Napolitano, nel momento della conferma delle sue ormai imminenti dimissioni (“l’età porta crescenti limitazioni nello svolgimento dei compiti istituzionali”) è dunque questo: il cambiamento attraverso le riforme è avviato, va portato a compimento e per questo tutti dobbiamo mettercela tutta con la forza della coesione nazionale che viene dalla nostra storia. Ottimismo, pessimismo? Non bisogna abbandonarsi nè all’uno nell’altro. Basta una ragionata fiducia che parta dalla riscoperta della politica nella sua accezione più alta che sarà possibile se riusciremo “a bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società”. Tra qualche settimana la prima grande prova: l’elezione del successore di Napolitano. Ma questa è un’altra storia.

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