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La Ue boccia l’Italia: 3 settimane per cambiare la manovra

Il nostro Paese ha tre settimane per presentare un nuovo testo – Dombrovskis: “L’Ue si basa sulla fiducia e l’Italia non rispetta gli impegni presi” – Moscovici: “Un caso limite, ma la nostra porta rimane aperta. Il posto dell’Italia è nell’Ue e nell’euro. Tria è un interlocutore credibile: speriamo che convinca Conte” – Dura risposta di Salvini e Di Maio

La Ue boccia l’Italia: 3 settimane per cambiare la manovra

Bocciatura doveva essere, bocciatura è stata. La Commissione europea ha respinto il Documento programmatico di bilancio – cioè la bozza di manovra – presentata dal governo italiano. A questo punto, il nostro Paese ha tre settimane per presentare un nuovo testo.

“È la prima volta la Commissione europea deve chiedere di rivedere un piano di bilancio – ha detto il vicepresidente dell’Esecutivo comunitario, Valdis Dombrovskis, in conferenza stampa a Bruxelles – Purtroppo le risposte alle nostre domande non sono state finora soddisfacenti. L’Italia non adempie agli impegni assunti. L’Ue si basa sulla fiducia: se questa viene erosa ne sono danneggiati tutti gli stati membri, così come la moneta unica.”.

Il Governo gialloverde, tuttavia, è deciso a portare in Parlamento la manovra così com’è (“non alcun esiste un piano B”, ha detto in mattinata il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte), perciò è assai probabile che a fine novembre l’Ue avvierà l’iter per aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Sarebbe la prima procedura mai attivata nell’Ue per mancato rispetto della regola sul riduzione del debito, dal momento che tutte quelle avviate in passato riguardavano lo sforamento del deficit/Pil al 3%.

“Abbiamo subito capito che si trattava di una situazione inedita: il progetto di bilancio dell’Italia si scosta in modo significativo dagli impegni assunti – ha rimarcato il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici – Ci troviamo di fronte a un caso limite. Ovviamente la Commissione non intende sostituirsi alle autorità italiane nelle scelte di politica economica interna, ad esempio nella lotta alla povertà. Quello che ci preoccupa è l’impatto di queste politiche di bilancio sula vita dei cittadini. Il debito pubblico è nemico dell’economia e dei popoli europei e quello italiano pesa per 37mila euro su ogni cittadino. Si tratta di un fardello che soffoca l’economia. E il progetto di bilancio italiano, soprattutto per quanto riguarda il deficit strutturale, non consente di ridurlo”.

Dombrovskis ha ricordato che “il costo totale per la copertura del debito in Italia è fra i più alti in Europa. Lo scorso anno l’Italia ha speso la stessa cifra per finanziare il debito e per l’istruzione. Una politica di bilancio lassista danneggia i mercati, l’Italia e l’intera zona euro. Si tratta di garantire che le imprese italiane possano chiedere prestiti a basso costo, che le famiglie e i giovani possano contrarre un mutuo per la casa. Non possiamo lasciare alle nuove generazioni un debito così alto”.

Moscovici ha poi sottolineato che “l’Italia ha sempre beneficiato del sostegno della Commissione: fra 2015 e 2018 ha ricevuto 30 miliardi di flessibilità per sostenere una ripresa ancora fragile e per difendere la popolazione da minacce come il terrorismo o l’emergenza sismica. L’Italia è anche il secondo beneficiario dei fondi strutturali con 45 miliardi di euro. Insomma, la Commissione non è un ostacolo per la crescita dell’Italia, ma un alleato“.

Il commissario francese ha poi lanciato un segnale di distensione verso Roma: “L’Italia ha ora tre settimane, ma noi sollecitiamo il Governo a inviarci un nuovo documento il prima possibile. Oggi non è la tappa conclusiva di questo percorso, siamo solo all’inizio. La nostra porta è sempre aperta, in particolare nei confronti di Giovanni Tria, che è il nostro interlocutore naturale, un interlocutore credibile e legittimo. Speriamo che sia capace di convincere il governo italiano della necessità di cambiare la manovra. Tria stesso ha sottolineato nella sua lettera alla Commissione che il posto dell’Italia è nell’Unione e nell’euro. Abbiamo apprezzato molto quel passaggio: siamo assolutamente d’accordo”.

LA REAZIONE DEL GOVERNO

Furiosa la reazione dei due vicepremier che, a distanza, replicano alla commissione UE. Rispondendo da Bucarest, dove si trova in visita istituzionale, alle domande dei giornalisti, Matteo Salvini attacca frontalmente “i burocrati di Bruxelles”: “Non state attaccando un governo, ma un popolo. L’unico organismo che può migliorare la manovra italiana è il parlamento italiano”, ha aggiunto, rispondendo alle domande dei cronisti sulle critiche di Bruxelles.

È affidata come da tradizione a Facebook invece la reazione di Luigi Di Maio: “È la prima manovra italiana che non piace alla UE. Non mi meraviglio: è la prima manovra italiana che viene scritta a Roma e non a Bruxelles!”, commenta in un post il vicepremier.

“Con i danni che avevano fatto quelli di prima – continua Di Maio – non potevamo certo continuare con le loro politiche. Continueremo a raccontare alla Commissione Europea cosa vogliamo fare con rispetto. Ma altrettanto rispetto ci deve essere nei confronti del popolo italiano e del governo che oggi lo rappresenta. Continuiamo a lavorare a testa alta per il bene dei cittadini”.

Prova a smorzare i toni il presidente della Camera, Roberto Fico: “Ci sarà una interlocuzione secondo me costante tra il Governo e la Commissione europea. Non mi sembra ci siano dinamiche dell’uno contro l’altro, ma dinamiche di spiegazione degli interessi italiani e dell’Europa”. Ancora nessun commento dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, e dal Premier, Giuseppe Conte.

LA REAZIONE DEI MERCATI

Dopo la conferenza stampa di Moscovici e Dombrovskis, lo spread fra BTp e Bund – che ieri aveva chiuso a 303 punti base e in tarda mattinata era sceso sotto quota 300 – è risalito a 312.

Stesso andamento per il tasso d’interesse sul decennale italiano: dopo aver ritracciato in avvio di seduta al 3,43% dal 3,48% della chiusura di ieri, si è riportato al 3,52%.

Intanto, Piazza Affari ha chiuso la seduta in ribasso dello 0,85%, dopo aver toccato un minimo di -1,14%.

 

 

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