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La Juventus strapazza l’Inter di Ranieri e resta in corsa per lo scudetto: decisivo Del Piero

Dopo aver eliminato il Milan dalla Coppa Italia, i bianconeri battono anche l’Inter per 2 a 0 e restano in corsa per lo scudetto: quattro restano i punti di distanza dal Milan – Le reti dei torinesi portano le firme di Caceres, strepitoso sulla fascia destra, e di Del Piero che ha segnato subito dopo essere entrato al posto di Matri.

La Juventus strapazza l’Inter di Ranieri e resta in corsa per lo scudetto: decisivo Del Piero

Tutto secondo i piani. Chi doveva vincere a tutti i costi lo ha fatto, chi non aveva niente da perdere ha aggiunto un altro tassello alla casellina delle sconfitte. Sarà banale, ma la sintesi del Derby d’Italia numero 218 è questa. Alla fine ha vinto chi aveva più energie, non fisiche ma mentali. Perché questa Juventus ha fame di titoli, tanto da rivangare ancora quelli persi nei tribunali, mentre l’Inter no. Questo ha fatto la differenza, anche se è giusto sottolineare come i nerazzurri, almeno per un’ora, abbiano tenuto testa alla squadra di Conte, riuscendo addirittura a metterla in difficoltà. Ma al primo vero scossone (altrimenti chiamato Caceres), la banda di Ranieri è franata al suolo, dimostrando tutti i suoi limiti, che ormai non si contano neanche più. E siccome la vendetta è un piatto che va servito freddo, la Juventus ha deciso di scongelare dal freezer tale Alessandro Del Piero, che per l’anagrafe avrà pure 37 anni, ma di certo non li dimostra. Gol al Milan martedì sera, gol all’Inter ieri, in pochi giorni il Capitano si è ripreso le prime pagine dei giornali. Se la Juve può ancora lottare per il titolo, lo deve a lui e a Gigi Buffon, decisivo nel primo tempo. L’Inter? A rischio di diventare noiosi, ripetiamo quello che andiamo dicendo dalla scorsa estate: serve un progetto, ma soprattutto serve una società forte e decisa. Chissà che la baby Inter di Stramaccioni, capace di battere l’Ajax ai rigori e di conquistare la Next Generation Series (una sorta di Champions League primavera), non aiuti a velocizzare quel processo di riflessione che da troppo tempo latita in Corso Vittorio Emanuele.

LA PARTITA

Formazioni della vigilia confermate al 100% (Juve con il 4-3-3, con il rientrante Barzagli a far coppia con Chiellini, Inter con il 4-4-2, con Forlan e Milito in attacco) e così la grande curiosità del pre partita riguarda la coreografia del popolo bianconero. Lo Juventus Stadium accoglie i propri beniamini con uno spettacolo da brividi, ma a forti tinte polemiche: “Ciò che è nostro è stato in campo sudato… Ciò che è vostro è stato in aula assegnato. In B non sei mai stato perchè la prescrizione ti ha salvato” recita un gigantesco striscione in curva Scirea, addobbata per l’occasione con un tricolore su cui campeggiano due numeri tutt’altro che casuali: il 28 e il 29, gli scudetti tolti dalla Giustizia Sportiva. Caricata a mille dalla sua gente, la Juventus parte fortissimo e per i primi 10 minuti schiaccia l’Inter nella propria metà campo. Ma i nerazzurri non sono venuti a Torino per fare le vittime sacrificali e lo dimostrano al 13°, quando Milito fallisce una clamorosa occasione a tu per tu con Buffon. E’ il primo campanello d’allarme di un primo tempo che vedrà la Juve in grande difficoltà. I bianconeri provano a colpire con Matri, ma l’ex cagliaritano spara a salve e Julio Cesar ringrazia. I nerazzurri invece sono più pericolosi, e nel giro di 8 minuti (dal 28° al 36°) costruiscono tre ottime occasioni: Forlan, Milito e Obi devono però inchinarsi a Super Buffon, che blinda la porta come ai vecchi tempi. La Juve sembra stanca, schiacciata dal peso delle responsabilità, come predetto alla vigilia da un Ranieri sornione. Il tecnico nerazzurro rende difficile la vita di Pirlo, braccato da Poli e la sua squadra gioca un buon primo tempo, contro ogni previsione. Capita l’antifona, Antonio Conte agisce ad inizio ripresa: al 52° infatti, il tecnico bianconero sostituisce Pepe con Bonucci e Matri con Del Piero, passando dal 4-3-3 al 3-5-2. Passano 5 minuti e la Juventus sblocca la partita con Caceres, che dimenticato dalla difesa interista, è bravo ad ottimizzare al meglio un angolo di Pirlo. Lì finisce la partita dell’Inter, che appena prende un pugno va ko. Ranieri conferma tutti i suoi limiti: bravo a bloccare il gioco degli avversari, un po’ meno (eufemismo) quando deve impostarne uno suo. La mossa tattica del 66° poi, grida vendetta: fuori Obi e Poli (i migliori), dentro Faraoni e Pazzini. Non sia mai che possano uscire dal campo Stankovic e Zanetti…La barca nerazzurra ondeggia pericolosamente tra le ondate d’entusiasmo dello Juventus Stadium, che esplode letteralmente di gioia al minuto 71, quando Del Piero riceve palla da Vidal e fredda Julio Cesar con un destro a fil di palo. La linguaccia del Capitano vale più di mille parole. Ci sarebbe ancora tempo per altri gol della Juve, ma Quagliarella prima (tiro salvato sulla linea da Maicon) e Chiellini poi (colpo di testa parato da Julio Cesar) hanno “pietà” dell’Inter. Finisce con Conte in lacrime (di gioia, ça va sans dire) e uno stadio impazzito di felicità. Il Milan resta davanti, ma non è scappato. Non lo farà neanche Claudio Ranieri, che non sembra minimamente intenzionato a rinunciare al ricco contratto nerazzurro. Sempre che Moratti non decida di averne abbastanza.

LE REAZIONI

Stati d’animo completamente diversi nella sala stampa dello Juventus Stadium. Da una parte l’entusiasmo bianconero, dall’altra lo scoramento nerazzurro. Asciugate le lacrime di gioia, Antonio Conte si è presentato in conferenza raggiante: “Dovevamo vincere per noi stessi senza guardare al Milan per dare gioia ai nostri tifosi nel derby d’Italia lasciando perdere il passato. Abbiamo battuto una squadra molto forte che non capisco come faccia ad essere così indietro”. Il tecnico bianconero ha poi elogiato Del Piero, aprendo un piccolo spiraglio su un eventuale riconferma per l’anno prossimo (ma il Capitano ha progetti a stelle e strisce): “Ho detto sin dalla prima conferenza stampa che lui e Buffon sarebbero stati i miei valori aggiunti, Ale ora  sta bene e lo faccio giocare. Questo è il premio per tutto quello che fa in allenamento e non solo. Noi abbiamo un accordo con Ale, con lui parlo molto e sa quel che penso dicendogli chiaro tutto. Abbiamo un rapporto talmente schietto che pensiamo solo all’attualità che è importante per la squadra. Poi a tempo debito penseremo a tutto”. Dall’altra parte della barricata invece, nessun sorriso ma neanche rabbia. Nell’ambiente interista regna ormai una rassegnazione incredibile, a cominciare da Claudio Ranieri: “C’è il rammarico di aver sprecato un’ottima ora di gioco prendendo gol ancora una volta per una disattenzione su calcio piazzato. Poi la reazione non c’è stata. Perchè ho tolto Obi e Poli? Il primo era in difficoltà con Vidal e Caceres, il secondo era già ammonito. Noi dobbiamo lottare e pensare partita dopo partita, vedremo poi dove saremo. Certo, vincere qui ci avrebbe dato una grossa spinta ma quest’anno non riusciamo a prendere il treno giusto”. Il tecnico ha poi reso omaggio al collega della Primavera Stramaccioni, capace di battere l’Ajax ai rigori nella finale della “Next Generation Series”: “Complimenti a lui e ai ragazzi, hanno fatto qualcosa di straordinario”. Lo pensa anche Moratti, ecco perchè il posto di Claudio Ranieri fino a giugno non è più così sicuro. Ora l’alternativa c’è ed è già a libro paga.

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