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La conferma che le banche europee potranno evitare parte di Basilea 3 dà forza ai listini

di Ugo Bertone – “Prima ci accusavano di essere troppo rigidi e oggi di essere troppo morbidi: in realtà la Commissione europea intende applicare Basilea 3 con equilibrio”: queste parole del commissario Michel Barnier a Ft confermano che le banche del Vecchio continente potranno addolcire gli obblighi imposti dall’accordo

La conferma che le banche europee potranno evitare parte di Basilea 3 dà forza ai listini

“Prima ci accusavano di essere troppo rigidi. Oggi di essere troppo morbidi. In realtà la Commissione intende applicare Basilea 3 con equilibrio”. Con queste parole al Financial Times Michel Barnier, commissario Ue ai servizi finanziari, ha indirettamente confermato lo scoop del quotidiano britannico che da stamane sostiene l’andamento del settore “financials”: le banche della Ue potranno evitare parte delle regole più stringenti sul capitale imposte da Basilea III. Grazie a questo propellente i listini europei hanno potuto superare due ostacoli: la revisione al ribasso dell’outlook sul Giappone da parte di Fitch, che ha provocato solo una lieve e temporanea flessione degli indici; l’impatto di alcuni dati economici in arrivo dagli Usa che confermano la frenata della congiuntura d’oltre Oceano. I consumi, in particolare, sono cresciuto solo di un modesto 0,4 per cento, sotto la pressione dell’aumento del costo della benzina (indicatore psicologico assai rilevante per le famiglie americane). Numeri di questo genere il venerdì, fino a poche settimane fa hanno innescato bruschi ribasso dei listini, a partire da New York, accompagnati dal rialzo del dollaro, percepito come un porto sicuro. L’esatto opposto di quel che accaduto ieri, all’inizio del lungo week end (lunedì le Borse resteranno chiuse sia in Usa che nel Regno Unito). Il motivo? La sensazione prevalente è che il summit del G8 a Deauville possa portare buoni frutti; inoltre, come sottolinea il report sul sistema bancario di Citigroup, dopo le massicce vendite delle ultime settimane i titoli bancari già incorporano le perdite potenziali per i titoli greci in portafoglio. Terzo, i mercati osservano con piacere l’indebolimento dell’economia Usa. E’ il segnale che la Fed non introdurrà misure restrittive sul fronte del costo del denaro: la deflazione spaventa di più dell’inflazione.

MEDIOBANCA SUPERSTAR GRAZIE A BASILEA

Si spiega così la giornata finalmente positiva delle banche in Piazza Affari, vere protagoinste di una seduta che si avvia alla chiusura con un rialzo del Ftse /Mib dello 0,76%, in linea con il Dax di Francoforte (+0,68%) ma al di sotto della performance del Ftse di Londra (+1,12%) e del Cac 40 parigino (+1,07%). A guidare la corsa è stata Mediobanca (+2,6 per cento) uno dei titoli potenzialmente più favoriti dai nuovi criteri di Basilea 3 che consentono di considerare le partecipazioni detenute nelle compagnie di assicurazione alla stregua di capitale. Grazie a questa novità, che riguarda il 13,4% posseduto in Generali da piazzetta Cuccia, il core tier 1, già oggi al livello di 11,33%, salirà di altri 300 bp.

Seguono a ruota, nella classifica dei titoli più apprezzati Banca Intesa (+1,8%) che trarrà giovamento dalla valutazione delle sue compagnie assicurative e Unicredit (+ 2,8). In questo caso, il “regalo” di Basilea 3 consiste nel poter permettere alle banche di considerare alla stregua di capitale i prodotti ibridi emessi prima del prossimo luglio. Vedi, nel caso di Unicredit, i cashes per 3 miliardi che saranno oggetto di un cda straordinario, convocato lunedì per adeguare il prodotto alle caratteristiche concordate con Banca d’Italia. Tra le banche impegnate in prossimi aumenti di capitale, chiudono in terreno positivo, sia Ubi (+ 2 %) che Mps (+1%).

Di rilievo, infine, il recupero dell’euro sul dollaro (1,426) mentre la moneta unica resta debole nei confronti del franco svizzero (1,221). Poco mosso il Brent (115,30 dollari + 0,30) e l’oro (1524 dollari l’oncia) mentre risale il prezzo dell’argento (37,90 dollari + 1,70).

BREMBO NON FRENA, ANZI ACCELERA

Continua, tra i titoli industriali, la marcia di Pirelli (+0,9%) mentre la Fiat non ha tratto particolare giovamento dalla notizia di un recente incontro torinese con lo staff di vertice di Suzuki, in visita sotto la Mole all’Italdesign di Goirgio Giugiaro, ormai controllato da Volkswagen, partner del gruppo asiatico. Molto apprezzata Brembo (+3%) dopo il rafforzamento delle basi produttive e commerciali in Sud America, forse il mercato più effervescente per i freni del gruppo bergamasco. E nel pomeriggio è salito in terreno positivo anche il titolo Prysmian, grazie alla conferma dell’Overweight indicato in un report di Morgan Stanley che pure ha limato il target price da 20,6 a 20 euro. Tra le small caps, prevedibile il rimbalzo di Prelios (+2%) dopo il via libera del Tribunale di Milano alla vendita della Rinascente ai compratori thailandesi. Rischia di diventare un’abitudine la frana di Maire Tecnimont, anche ieri fanalino di coda del listino; da gennaio la perdita supera il 60 per cento.

A livello europeo. Infine, buone le performances del comparto costruzioni e di quello Oil & Gas (+ 1,2% sia per Eni che Enel) , in lieve flessione i tecnologici.

WALL STREET VERSO LA CHIUSURA CON FIDUCIA.

Meglio del previsto l’indice di fiducia dei consumatori americani dell’università del Michigan. La notizia ha rafforzato la tendenza al rialzo: Dow Jones e Nasdaq salgono dello 0,4%, l’S&P dello 0,5. Anche sull’altra riva dell’Atlantico è stata una giornata fortunata per le banche, a partire da JO Morgan (+1,6%) e Bank of America (+1,4%). Tra le blue chips spicca la buona giornata di Walt Disney e di Hewlett Packard.

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