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La carne stampata in 3D è arrivata anche in Italia: ecco dove mangiarla

Una alternativa alla carne che riproduce sapori e gusti senza la sofferenza animale. La sola a produrre questi tagli plant-based è l’israeliana Redefine Meat e in Italia è già possibile gustarli

La carne stampata in 3D è arrivata anche in Italia: ecco dove mangiarla

Il progresso corre veloce, non solo quello tecnologico con l’intelligenza artificiale, ma anche quello in ambito alimentare. Al lungo elenco di innovazioni e tendenze recentemente protagoniste nel mondo della ristorazione, come la farina di grillo o il latte creato in laboratorio, si va ad aggiungere un nuovo fenomeno, quello della carne stampata in 3D, che recentemente ha attirato l’attenzione di molti.

Dove mangiare la carne stampata in 3D in Italia?

La sola a produrre questi tagli di carne plant-based è l’israeliana Redefine Meat e in Italia è già possibile gustarli. Infatti, circa due mesi fa ha aperto a Roma Impact Food, una “steakhouse sostenibile” che propone solamente pietanze a base vegetale: dai nuggets ai burger di Beyond Meat (a base di proteine di pisello e cocco), fino alle crocchette di Heura, passando per i bucatini al ragù-non-ragù, il locale situato in zona Parioli offre solamente prodotti plant based, tra i quali troviamo appunto la carne prodotta dalla start-up israeliana, specializzata nella produzione di bistecche e hamburger a base di legumi, cereali, grassi vegetali, aromi, colori naturali e acqua. Tali ingredienti, fanno sapere dall’azienda, sono utilizzati al posto dell’inchiostro per una stampante 3D in grado di riprodurre – chi l’ha assaggiata dice “fedelissima” – l’aspetto della carne vera e propria, andando a rappresentare perfino le venature di grasso del bovino.

I prodotti di Redefine Meat, serviti in 3mila ristoranti europei (una quindicina in tutta Italia, di cui cinque a Milano e due a Roma, tra cui gli Smash Burger di Joe Bastianich), sono sbarcati nel nostro Paese grazie a un accordo di distribuzione con Giraudi Meats, importatore specializzato in tagli di carne di fascia alta come le bistecche di Angus o la carne di Kobe.

Cosa usa Redefine Meat?

Redefine Meat usa tantissimi ingredienti, tra i principali, le proteine dei piselli – facili da coltivare e un’ottima soluzione anche per chi è allergico alla soia -, noce di cocco, burro di cacao, fecola di patate e lieviti. Niente glutine, colesterolo e Omg.

Ma se il gusto è fondamentale, anche l’occhio vuole la sua parte. Filetti, straccetti e hamburger, sono infatti ottenuti con una stampa capace di replicare la struttura muscolare del bovino, inclusa la marezzatura nei diversi tipi di tagli.

Quanto costa la carne stampa in 3D?

Al momento l’unico ostacolo rimane il prezzo. Il taglio più caro viene venduto a 50 dollari al chilo. E come ha sottolineato il ceo di Redefine Meat, Ben-Shitrit: “Il nostro obiettivo oggi non è lavorare per abbassare il prezzo ma piuttosto aumentare ancora di più la qualità del sapore e della consistenza”.

Non solo carne, presto anche il pesce stampato in 3D

Un’altra azienda israeliana di tecnologia alimentare ha annunciato di aver stampato in 3D il primo filetto di pesce pronto da cuocere, utilizzando cellule animali coltivate e cresciute in laboratorio. Si tratta della Steakholder Foods che ha collaborato con Umami Meats di Singapore, per produrre filetti estraendo le cellule (per ora dalla cernia) e trasformandole in muscoli e grasso, che a loro volta vengono aggiunti a un “bio-inchiostro” adatto a speciali stampanti 3D. Attualmente la coltivazione cellulare da sola è ancora troppo costosa: per questo motivo le cellule di pesce estratte dalla cernia sono state diluite con ingredienti di origine vegetale.

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