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Cibo sintetico: dopo carne e pesce arriva anche il latte “in provetta”. Coldiretti lancia l’allarme

Uno spettro si aggira per il mondo: quello del cibo sintetico. Dopo che in Israele è partita la produzione anche del latte sintetico la Coldiretti ha lanciato l’allarme: “A rischio le fattorie italiane”

Cibo sintetico: dopo carne e pesce arriva anche il latte “in provetta”. Coldiretti lancia l’allarme

Il cibo del nuovo millennio è fatto senza animali, in un laboratorio proprio come si fanno i farmaci. Dopo la carne e il pesce, adesso arriva anche il latte sintetico, con Israele che si appresta a diventare uno dei primi Paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza mucche. Una rivoluzione, quella del cibo sintetico, che preoccupa fortemente Coldiretti e Filiera Italia che hanno lanciato con Assica, Assolatte, Unaitalia e Assocarni la prima alleanza contro il cibo in provetta, il vero nemico del Made in Italy agroalimentare.

Quello del cibo artificiale è un tema molto controverso, che divide esperti, consumatori e produttori. Si tratta di un tipo di carne, pesce (adesso anche latte) ottenuta in laboratorio, a partire da cellule staminali animali, pensato per ridurre l’impatto ambientale proveniente dagli allevamenti intensivi e dalle industrie. Il tutto senza uccidere gli animali. Ma qual è la posizione dell’Italia al riguardo?

Cibo sintetico: l’Italia vieta la produzione ma non l’import

Dopo i paletti all’utilizzo di farina di insetti, dunque, ora arriva anche il no al cibo sintetico. Il disegno di legge italiano vieta produzione e commercializzazione di questo cibo artificiale, ma non all’import. La motivazione è quella di tutelare la salute dei consumatori, la qualità e dei prodotti agroalimentari italiani, e la competitività degli allevatori e dei commercianti. Secondo la recente indagine Tecne’, anche la stragrande maggioranza dei consumatori non mangerebbe mai carne fatta in laboratorio (72%) – considerata una minaccia per la salute e per lo stesso ambiente – e solo il 18% invece la proverebbe mentre il 10% non sa e necessità di più informazioni.

Ma se l’Efsa, l’autorità Ue per la sicurezza alimentare, dovesse approvarne l’uso negli Stati membri, per le regole comunitarie della libera circolazione dei beni e dei servizi l’Italia non potrebbe opporsi alla loro distribuzione.

Cibo in provetta: i rischi

“La verità è che non si tratta di cibo ma di un prodotto ingegnerizzato, con processi di lavorazione molto più simili a quelli dei farmaci e proprio in questo ambito devono essere valutati – ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini –. Nei prodotti a base cellulare si utilizzano ormoni che invece sono vietati negli allevamenti europei dal 1996. Abbiamo acceso i riflettori su un business in mano a pochi ma molto influenti nel mondo che – ha precisato Prandini – può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda mettendo a rischio la stessa democrazia economica e alimentare”.  Sì, perché oltre ai possibili rischi legati alla salute dei consumatori e dell’ambiente, ad oggi non si sa ancora nulla, il passaggio al latte sintetico metterebbe in ginocchio il tessuto produttivo nostrano.

“Per l’Italia tutto questo rappresenterebbe un serio pericolo per la sopravvivenza delle numerose fattorie che ad oggi valgono 55 miliardi di euro e sono dunque uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Il ministero della Sanità israeliana – ha spiegato Coldiretti – ha concesso alla società Remilk di vendere al pubblico i suoi prodotti lattiero caseari nati in laboratorio senza aver mai visto neppure l’ombra di una mucca, usando il gene della proteina del latte e inserendolo in bioreattori per la crescita accelerata del prodotto”.

Ed è già partita la mobilitazione della Coldiretti: raccolte oltre mezzo milione di firme per sostenere la legge che contrasta i cibi sintetici. Una mobilitazione che ha raccolto un consenso trasversale: dal governo ai sindaci, dalle associazioni a personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, imprenditori fino ai vescovi.

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