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La Borsa gira in negativo, male Telecom e le banche

A fine mattinata il Ftse Mib scende nuovamente sotto i 17.000 punti – Telecom Italia perde oltre il 4%, sospese per eccesso di ribasso Unicredit, Unipol e UnipolSai – Perde anche Francoforte dopo che l’indice Zew a febbraio è crollato oltre le attese – Risale il petrolio dopo l’accordo tra Russia, Arabia Saudita, Qatar e Venezuela per congelare la produzione.

La Borsa gira in negativo,  male Telecom e le banche

Ancora una giornata difficile per le banche a Piazza Affari. Il Ftse Mib perde a fine mattinata oltre l’1% dopo un’apertura in timido rialzo, e scende nuovamente sotto i 17.000 punti. A soffrire più di tutti sono nuovamente alcune banche, protagoniste dell’altalena (ma soprattutto dei forti ribassi) delle ultime settimane: Banco Popolare e Unicredit sono, prima di mezzogiorno, nel gruppo delle peggiori blue chip del listino milanese con perdite intorno al 4%, con la seconda che finisce sospesa per asta di volatilità mentre perdeva quasi il 4% rivedendo quota 3 euro per azione. Sospese per ribasso anche Unipol e UnipolSai.

Ma oggi è il giorno dei conti e soprattutto del nuovo piano industriale di Telecom Italia, che al momento non sfugge all’ondata di ribassi e anzi arriva ad essere il peggior titolo del Ftse Mib perdendo più del 4% a 0,8385 euro. L’Ebitda e il fatturato sono registrati in ribasso nel 2015, ma il gruppo punta a 12 miliardi di euro di investimenti da qui al 2018, buona parte dei quali in innovazione (soprattutto nella fibra ottica). Alle 16,30 ore italiane è prevista la conferenza stampa a Londra. Arretra Fiat Chrysler, -2,03% nonostante la crescita delle vendite a quattro ruote (+6,2%) a gennaio sul mercato europeo. Fuori dal paniere principale impennata di Banca Intermobiliare, +8,61% dopo le indiscrezioni sull’interesse da parte di Banca Fideuram. 

Non vanno molto meglio neanche gli altri listini europei: Londra galleggia sulla parità, Parigi perde poco mentre si accentuano le vendite sulla Borsa di Francoforte, dopo che la fiducia degli imprenditori tedeschi a febbraio è fortemente calata. L’indice Zew crolla a febbraio a 1 punto, dai 10,2 di gennaio: il dato è sensibilmente inferiore alle attese del mercato, che si aspettava una flessione attorno ai 3 punti. L’indice sulla situazione corrente scende a 52,3 da 59,7 di dicembre. Secondo gli intervistati pesano sulla fiducia la debolezza dell’economia globale e il declino del prezzo del petrolio, ma ci sono anche preoccupazioni per la debolezza del settore creditizio che ha messo in ginocchio i titoli bancari.

A fine mattinata l’unico titolo nettamente in territorio positivo a Piazza Affari è Saipem, in una giornata in cui il petrolio sta recuperando qualcosa. Oggi i ministri del petrolio di Russia, Arabia Saudita, Qatar e Venezuela, quattro colossi globali, hanno raggiunto un accordo per congelare la produzione di greggio ai livelli di gennaio. Mohammad bin Saleh al-Sada ha detto nel corso di una conferenza stampa che questa iniziativa stabilizzerà il mercato del greggio. Il Brent, che nella prima mattina segnava un rialzo del 5,2%, ha ridotto lo slancio e ora avanza del 2% a 34 dollari. Wti a 32,29 dollari. Eni ha azzerato il rialzo e arretra dello 0,2%. Tenaris -0,6%. Spread in leggera risalita: verso mezzogiorno rivede quota 140 punti base. Euro stabile sulla valuta statunitense: oggi vale intorno agli 1,118 dollari.

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