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Italicum, il Pd sostituisce i 10 dissidenti in Commissione

In vista dello sprint finale sull’Italicum il Pd ha deciso di sostituire i 10 membri dissidenti nella commissione Affari costituzionali della Camera – Spiccano i nomi di Bersani, Bindi e Cuperlo – Proteste delle minoranze e replica dei renziani: “Ci vuole lealtà verso la maggioranza del partito” e i cambi sono in linea con le decisioni dell’assemblea.

Italicum, il Pd sostituisce i 10 dissidenti in Commissione

In vista dello sprint finale sull’Italicum e in linea con quanto stabilito a maggioranza dall’assemblea dei deputati del partito, l’ufficio di presidenza del Pd della Camera ha deciso la sostituzione nella commissione Affari costituzionali di 10 membri dissidenti che non avrebbero mai votato il sì alla nuova legge elettorale e che hanno infatti presentato 11 emendamenti sui 125 complessivi avanzati da tutti i gruppi parlamentari.

Lasciano la Commissione anche personaggi di spicco del Pd come l’ex segretario Pierluigi Bersani, il presidente dell’Antimafia Rosy Bindi e l’ex presidente Gianni Cuperlo che si ripromettono di manifestare i loro propositi al momento della discussione della legge in aula a partire dal prossimo 27 aprile.

Dopo mille discussioni e dopo l’espressione inequivocabile della linea del partito, espressa a larga maggioranza nell’ultima assemblea dei deputati, il premier Renzi ha detto che non si poteva più tergiversare e ha deciso, anorma di regolamento della Camera, di provvedere alla sostituzione temporanea dei dissidenti al fine di spianare la strada, almeno in Commissione, all’approvazione della riforma.

Durissime le reazioni dei dissidenti anche se in precedenza, a partire da Cuperlo, molti avevano offerto la disponibilità a lasciare la commissione rendendosi conto di non essere espressione della linea della maggioranza del partito. Ora la battaglia di presenterà in aula.

I renziani hanno ricordato alla minoranza del partito che, non trattandosi di casi di coscienza ma di questione esclusivamente politica, sull’Italicum la dissidenza ha un dovere di lealtà verso la linea espressa dalla maggioranza del partito in cui è stata eletta e in cui milita. Ma per ora siamo al muro contro muro.

Al di là dell’iter del provvedimento che oggi riprenderà in Commissione, resta aperta la possibilità che il Governo faccia ricorso al voto di fiducia per far approvare in via definitiva la riforma. Le minoranze di tutti i gruppi si oppongono ma il premier Matteo Renzi non ha ancora deciso ma certamente tiene conto del fatto che anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pur nel rispetto assoluto delle regole della democrazia, insiste perché il Parlamento arrivi finalmente all’approvazione di una legge elettorale che sostituisca il Porcellum e ha fatto sapere che sul ricorso alla fiducia non solleverà obiezioni perché non è questione che gli compete.

Un avvertimento alla minoranza è venuto infine dal vicesegretario del Pd, Guerini che ha detto “Il Pd ha preso l’impegno con gli elettori di sostituire il Porcellum con una nuova legge elettorale e che, se cade il Pd cade tutto il sistema politico italiano”, con conseguenze gravi per l’intero Paese in un momento in cui, per la prima volta dopo molti anni, si intravede la possibilità di una ripresa economica.  

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