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Italia, S&P conferma rating a BBB e mantiene outlook stabile. Focus sulla crescita

L’agenzia di rating prevede un pil in aumento quest’anno dello 0,4%, per poi riprendersi dall’anno porssimo al +1%. Debito/pil visto a 136%, contro la media dell’area euro del 93%.

Italia, S&P conferma rating a BBB e mantiene outlook stabile. Focus sulla crescita

Standard & Poor’s ha confermato il rating dell’Italia BBB e mantiene stabile l’outlook, così come aveva fatto nell’ultima sua valutazione a ottobre dello scorso anno.
L’agenzia di rating considera che ci sarà un rallentamento economico quest’anno a causa dell’inflazione elevata e dell’aumento dei tassi, ma saranno gli abbondanti trasferimenti dell’UE fino al 2026 a fornire un forte impulso anticiclico all’economia. Anche se restano rischi per l’attuazione di tutte le riforme necessarie, dice l’agenzia. Quanto poi al consolidamento di bilancio, S&P’s dice che sarà probabilmente graduale e contingente alla crescita e alle pressioni politiche.

Per S&P’s il focus deve essere sulla crescita economica

S&P continua a considerare la crescita economica, piuttosto che la politica fiscale, come il fattore chiave della sostenibilità dell’elevato stock di debito italiano.
L’agenzia di rating prevede un Pil in aumento quest’anno dello 0,4%, in rallentamnto dal +3,7% del 2022, per poi riprendere a crescere dell’1% l’anno prossimo e del 1,4% nel 2025 e nel 2026.

Il governo Meloni è più ottimista riguardo la crescita di quest’anno: nel Def (Documento di economia e finanza) presentato nei giorni scorsi, ha indicato un Pil 2023 a +0,9%
“I moderati aumenti salariali in Italia, nonostante l’aumento dell’inflazione eroderanno i redditi reali, mentre le famiglie hanno assorbito la maggior parte dei risparmi accumulati durante la pandemia”, specifica la nota di accompagnamento ai dati. A nostro avviso, osserva l’agenzia di rating, “il pacchetto di sostegno all’energia, stimato al 2% del Pil per l’intero anno, solo in parte attutirà il conseguente impatto sui consumi privati, che con circa il 60% del Pil è un fattore chiave per la crescita. Inoltre, le recenti modifiche al regime Superbonus ne limiteranno l’adozione e smorzeranno la performance del settore. Prevediamo inoltre un rallentamento delle esportazioni nette, comprese le entrate del turismo, data la stagnante crescita dell’eurozona, che S&P Global Ratings prevede allo 0,3% nel 2023″.

Scenario negativo: se non si riduce il debito/pil

Il rating potrebbe subire pressioni al ribasso nel caso in cui il governo non riuscisse a ridurre il rapporto debito/PIL a causa di deviazioni fiscali persistenti, di uno shock prolungato sui tassi di interesse o come conseguenza di una crescita più debole del previsto. Anche un’attuazione solo parziale delle riforme, in particolare quelle legate all’erogazione dei fondi UE, comporterebbe rischi per la crescita e le finanze pubbliche e di conseguenza una pressione al ribasso sul rating.

Scenario positivo: alzeremo il rating se crescerà l’economia

Potremmo alzare il rating se la crescita economica dovesse superare le nostre previsioni, portando a un miglioramento sostenibile della crescita del PIL reale pro capite, dice S&P. Un’attuazione solida delle riforme e un percorso continuo di consolidamento del bilancio che affronti l’elevato indebitamento del governo favorirebbero inoltre un rialzo del rating.

Il debito/pil scenderà a fatica

Secondo l’agenzia di rating il consolidamento di bilancio sarà probabilmente graduale, anche se non serve l’austerità per abbattere il debito pubblico bensì lo sviluppo. Non tanto a livello di variazione assoluta (a febbraio ha toccato il nuovo record assoluto a 2.772 miliardi) quanto in rapporto al Pil.

Grazie alla reintroduzione delle regole fiscali dell’UE l’anno prossimo, dice l’agenzia, le autorità sono destinate a perseguire un ritmo graduale di consolidamento nei prossimi anni, registrando lievi avanzi primari entro il 2024 e portando il rapporto debito/PIL su un percorso leggermente discendente. Anche ipotizzando 5,2 punti percentuali di consolidamento fiscale tra la fine del 2022 e la fine del 2026, secondo le nostre proiezioni, nel 2026 il debito lordo in rapporto al PIL sarebbe ancora pari a circa il 136% del PIL, ben al di sopra dell’attuale media dell’area dell’euro (93%) e il terzo livello più alto di debito sovrano nell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, dopo Giappone e Grecia.

“A nostro avviso, il bilancio 2024 sarà importante per valutare l’impegno del governo alla prudenza fiscale e la direzione della politica, ma anche gli aggiornamenti annuali della legislazione sulla concorrenza e altre riforme a favore della crescita” dice il comunicato.

I prossimi appuntamenti con le agenzie di rating

La prossima settimana sarà l’agenzia di rating Dbrs a esprimere il suo giudizio sull’Italia, attualmente anch’esso sullo stesso livello di S&P’: a BBB con outlook stabile. Il 12 maggio è in agenda l’annuncio del rating di Fitch, anch’esso a BBB, stabile.
Il 19 maggio sarà la volta di Moodys che invece lo scorso agosto da una parte aveva confermato il rating a Baa, dall’altra aveva portato l’outlook da stabile a negativo.

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