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Italia: più tasse sul lavoro nel 2013, in attesa della cura Renzi

Secondo gli ultimi dati Ocse, il cuneo fiscale è salito al 47,8% per il lavoratore single e senza figli – L’Italia è al sesto posto – Se la passano meglio le famiglie monoreddito con due figli, con un cuneo in calo di mezzo punto al 38,2% – In termini reali, il salario lordo medio è calato di un decimo di punto

Italia: più tasse sul lavoro nel 2013, in attesa della cura Renzi

In busta paga, di pesante, ci sono le tasse sul lavoro. Almeno per il momento. Secondo gli ultimi dati Ocse, nel 2013 il cuneo fiscale, la differenza tra il costo totale del lavoro per l’impresa e quanto incassato dal dipendente, è salito al 47,8% per il lavoratore il lavoratore single e senza figli. L’Italia è al sesto posto nella classifica Ocse. E chissà che non possa migliorare la sua posizione dopo gli interventi del governo Renzi.

In testa alla classifica ci sono il Belgio (55,8%), la Germania (49,3%), l’Austria (49,1%), l’Ungheria (49%) e la Francia (48,9%). La media Ocse è del 35,9%. In fondo ci sono il Cile (cuneo al 7%), la Nuova Zelanda (16,9%) e il Messico (19,2%). 

L’aumento della pressione fiscale sui lavoratori single in Italia deriva interamente dalla tassa sui redditi (+0,1%) che arriva al 16,3% del cuneo. Invariata invece la componente dei contributi, sia da parte del lavoratore (7,2%) sia del datore di lavoro che sono pari al 24,3%, il quarto dato più elevato dell’Ocse. 

Se la passano meglio le famiglie monoreddito con due figli, con un cuneo in calo di mezzo punto al 38,2%. Un dato che comunque è il quinto più alto dell’area, la cui media si attesta sul 26,4%.

Superata la media Ocse anche per il cuneo sui salari più bassi (44,7% contro 32,2%), sia sugli stipendi più alti (53,2% – il terzo più alto dell’Ocse – contro 40,3%) nel caso del lavoratore single. Per le famiglie con due redditi il divario aumenta: 40,2% contro una media del 28,3%.

I salari lordi medi, in Italia, sono cresciuti nel 2013 dell’1,3% rispetto all’anno precedente, arrivando a 29704 euro. L’incremento -scrive l’Ocse – è stato inferiore all’inflazione per lo stesso periodo (+1,4%). Alla fine dei conti, in termini reali, il salario medio è calato di un decimo di punto. Il Paese con i salari più alti è il Lussemburgo (quasi 53 mila euro l’anno). Poi, tutti sopra i 40 mila euro, Olanda, Belgio, Germania, Finlandia e Austria. In coda la Slovacchia, con poco più di 10 mila euro.

Il costo complessivo del lavoro ammonta a poco più di 52 mila euro. L’Italia è quindicesima. In cima alla classifica, Belgio (quasi 73 mila euro) e Germania (circa 69 mila euro).

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