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Istat: a gennaio sale la fiducia delle imprese

L’indice è cresciuto a 86,8 punti, dagli 83,8 di dicembre – L’andamento rispecchia un miglioramento significativo della fiducia delle imprese del settore dei servizi di mercato e di quelle del commercio al dettaglio – Risulta invece in diminuzione la fiducia delle imprese manifatturiere e delle imprese di costruzione.

Istat: a gennaio sale la fiducia delle imprese

A gennaio l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane è cresciuto a 86,8 punti, dagli 83,8 di dicembre. Lo comunica l’Istat, precisando che l’andamento dell’indice complessivo rispecchia un miglioramento significativo della fiducia delle imprese del settore dei servizi di mercato e di quelle del commercio al dettaglio. Risulta invece in diminuzione la fiducia delle imprese manifatturiere e delle imprese di costruzione.

Sempre fra dicembre e gennaio, l’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere è calato da 98,2 a 97,7 punti. Migliorano le attese di produzione (da 4 a 5 il saldo) e rimangono stabili i giudizi sugli ordini (a -27). Il dato relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da -4 a -1.

L’analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica un miglioramento dell’indicatore per i beni strumentali (da 95,2 a 97,5) e un peggioramento per i beni di consumo (da 98,8 a 97,2) e per i beni intermedi (da 101,0 a 98,4). 

L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione scende da 82,2 di dicembre a 76,5. I giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione e le attese sull’occupazione peggiorano (da -42 a -49 e da -21 a -23 i rispettivi saldi).

L’indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese dei servizi sale da 80,9 di dicembre a 88,5. Migliorano le attese sul livello degli ordini e, soprattutto, sull’andamento dell’economia in generale (varia da -36 a -24 il relativo saldo). I giudizi sugli ordini restano stabili a -20. 

Nel commercio al dettaglio, l’indice del clima di fiducia aumenta, passando da 90,7 di dicembre a 93,5. L’incremento si rileva sia nella grande distribuzione (da 92,2 a 92,8), sia in quella tradizionale (da 90,7 a 94,8).

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