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Irpef-Iva, scontro fra Grilli e Bersani sulla legge di stabilità

Secondo il ministro del Tesoro, il taglio dell’Irpef e le misure su deduzioni e detrazioni “avranno effetti positivi per il 99% dei contribuenti italiani” – Bersani: “E’ falso, la legge va cambiata” – Bankitalia: “Nuove misure in primavera” – Corte dei Conti: “Tagli a deduzioni e detrazioni faranno aumentare l’evasione” – Istat: “Svantaggiate le famiglie”

Irpef-Iva, scontro fra Grilli e Bersani sulla legge di stabilità

Altra giornata di fuoco sulla legge di stabilità. Le ultime indiscrezioni parlano di un accordo in arrivo fra Governo e partiti per una radicale inversione di rotta sul provvedimento, ma l’armistizio tra i due fronti non è ancora ufficiale. Oggi è andato in scena addirittura un inedito scontro fra il ministro del Tesoro Vittorio Grilli e il leader del Pd Pier Luigi Bersani. Sullo sfondo, le valutazioni controverse arrivate dalla Banca d’Italia e dalla Corte dei Conti. Intanto, dopo l’incontro di ieri fra il premier Mario Monti e il numero uno dell’Udc Pier Ferdinando Casini, stasera il presidente del Consiglio incontrerà Angelino Alfano e Silvio Berlusconi. Domani invece il Professore riceverà proprio bersani a Palazzo Chigi.  

GRILLI: IL TAGLIO DELL’IRPEF HA EFFETTI POSITIVI PER IL 99% DEI CONTRIBUENTI

Secondo Grilli, che oggi ha riferito in Parlamento, il taglio dell’Irpef e le misure su deduzioni e detrazioni “avranno effetti positivi per il 99% dei contribuenti italiani”. Nel dettaglio, “dalle banche dati dell’Agenzia delle entrate – ha spiegato il ministro -, dei 40 milioni di contribuenti, 30 milioni godono sicuramente di un effetto positivo, mentre un effetto non positivo o negativo si ha per circa 450mila contribuenti”.

BERSANI: E’ FALSO, LA MANOVRA NON PESI SUI CITTADINI

La replica di Bersani non si è fatta attendere: “Non sono d’accordo con Grilli – ha scritto il leader democratico su twitter -. E’ falso che questa legge non peserà sulle condizioni e il reddito dei cittadini. Sono di centrosinistra, ne sono orgoglioso. E penso che il centrosinistra debba mettere un po’ di equità in un sistema che ne ha poca”.

BANKITALIA: NECESSARIO RIVEDERE FISCO, IN PRIMAVERA NUOVE MISURE

A far da contraltare a queste battute sono arrivate le dichiarazioni del vicedirettore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, che come il ministro Grilli ha riferito in Parlamento sul ddl stabilità. “Resta l’esigenza di una revisione organica del sistema fiscale – ha detto Rossi -, cogliendo l’occasione offerta dal disegno di legge delega attualmente in discussione in Parlamento”.

Ma c’è uno spauracchio con cui fare i conti: secondo Rossi, potrebbe essere “prudente” prevedere per la “primavera prossima contenute misure correttive” per assicurare anche dopo il 2013 il pareggio di bilancio. Il disegno di legge, infatti, “aumenta lievemente il disavanzo del 2013, di poco meno di 3 miliardi, portandolo all’1,8% del Pil. In termini strutturali, non verrebbe comunque meno l’impegno al pareggio”. Ma nel biennio successivo “si lasciano emergere lievi disavanzi strutturali – ha sottolineato il vicedirettore generale di Palazzo Koch -, ancorché nei margini di tolleranza concessi dalle regole europee”. Si restringono in ogni caso “gli spazi di sicurezza”.

CORTE DEI CONTI: EFFETTI NEGATIVI RETROATTIVITA’ FISCO

Ben più critica sulla legge di stabilità la Corte dei Conti. In particolare, la magistratura contabile dello Stato ritiene che la deroga ai principi dello Statuto del contribuente, come la retroattività di norme fiscali, potrebbe avere “ricadute negative” sulla trasparenza e sulla lealtà nel “rapporto fisco-contribuente”. In particolare, secondo la Corte dei Conti, c’è il rischio che i tagli alle deduzioni e alle detrazioni possano far aumentare l’evasione.

ISTAT: SVANTAGGIATE LE FAMIGLIE CON FIGLI

Secondo il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, l’incremento dell’Iva avrà un “completo e immediato trasferimento sui prezzi al consumo”: la manovra interesserà “complessivamente” prezzi di beni e servizi relativi a “quasi l’80% della spesa per consumi”, ha proseguito il presidente dell’Istat. Quanto al taglio di un punto delle prime due aliquote Irpef e alla rimodulazione di detrazioni e deduzioni, la riduzione d’imposta media per famiglia sarà pari a 240 euro l’anno. In particolare, secondo i calcoli dell’istituto, le misure considerate comportano un beneficio medio di 340 euro l’anno per il 77,7% delle famiglie e un aggravio di circa 290 euro per il 7,4%, mentre per il rimanente 14,9% delle famiglie l’effetto sarà sostanzialmente nullo.  

In generale, “le famiglie con figli, in particolare se minori, risultano avere benefici inferiori rispetto alla media”. Lo svantaggio risulta più evidente se i figli sono minorenni “o comunque ancora impegnati negli studi o non economicamente autosufficienti poiché si lega al fatto che la cura dei figli riduce la probabilità di occupazione delle madri e, per quelle occupate, costituisce un ostacolo al conseguimento di maggiori guadagni”. 

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