Condividi

Invalsi 2023: un giovane su due non capisce cosa legge. Peggiorano le competenze in italiano e matematica

Solo il 51% dei giovani che esce dalla superiore non ha difficoltà nella comprensione della lettura. Italiano e matematica “bestie nere” dei giovani. Cresce il divario tra Nord e Sud. I dati del rapporto invalsi 2023

Invalsi 2023: un giovane su due non capisce cosa legge. Peggiorano le competenze in italiano e matematica

La metà dei giovani alla fine delle superiori ha difficoltà nella comprensione della lettura, con solo il 51% degli studenti che raggiunge il livello base, registrando un calo dell’1% rispetto all’anno precedente. Uno studente su due esce dalle superiori con competenze inadeguate in italiano e matematica. Cresce anche il divario di apprendimento tra Nord e Sud del Paese. È quanto emerge dal Rapporto Invalsi 2023 presentato in giornata dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi).

I numeri Invalsi 2023

Le prove Invalsi di quest’anno hanno coinvolto oltre 12.000 scuole e oltre 1 milione di allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e oltre 1 milione di studenti della scuola secondaria di secondo grado.

Le rilevazioni si sono svolte su tutto il territorio nazionale con una partecipazione molto elevata. Nonostante gli sforzi delle scuole per garantire la realizzazione delle prove, il quadro che emerge evidenzia l’impatto della pandemia sugli apprendimenti degli studenti italiani.

Invalsi 2023: la scuola primaria mostra segni d’indebolimento

I risultati della scuola primaria nel corso del tempo mostrano un indebolimento delle performance degli studenti in tutte le discipline e in entrambe le classi esaminate (seconda e quinta). In entrambi i gradi della scuola primaria, i risultati di italiano e matematica sono più bassi rispetto al 2019 e al 2021, ma simili a quelli del 2022. Nella quinta classe, i risultati del 2023 sono inferiori rispetto agli anni precedenti, inclusi il 2022, in tutte le discipline, compreso l’inglese sia nella lettura che nell’ascolto.

Si osservano leggeri divari territoriali già dalla seconda classe, più evidenti nella quinta classe e particolarmente significativi per matematica e inglese (ascolto). Si nota una persistente differenza di risultati tra le scuole e le classi, maggiormente accentuata nelle regioni del Mezzogiorno, con effetti negativi sugli anni successivi.

Invalsi 2023: Nessun miglioramento alle superiori

Alle scuole superiori non si sono verificati miglioramenti significativi nei risultati degli studenti. I risultati in italiano e matematica non mostrano un ulteriore calo rispetto al periodo tra il 2019 e il 2021, ma non si registra ancora un’inversione di tendenza decisa. I risultati di inglese (sia ascolto che lettura) invece migliorano, ma i divari territoriali rimangono molto evidenti.

In italiano, solo il 51% degli studenti ha raggiunto almeno il livello base, mentre il 49% non ha raggiunto questo livello. Nel 2019 la percentuale era del 64% Il divario tra Nord e Sud è di 23 punti percentuali. In matematica, il 50% degli studenti ha raggiunto il livello base, senza alcun miglioramento rispetto al 2022. Il divario tra le regioni del Paese è di 31 punti percentuali, anche se si osserva un leggero progresso nelle regioni del Sud e delle Isole. In inglese, il 54% degli studenti ha raggiunto il livello B2 nella prova di lettura, mentre il 41% ha raggiunto il livello B2 nella prova di ascolto. Sono stati registrati miglioramenti rispetto al 2022 e al 2019.

Il problema della dispersione scolastica

La pandemia ha ampliato il problema della dispersione scolastica, sia tra gli studenti che abbandonano la scuola, sia tra coloro che completano il ciclo di studi senza acquisire le competenze di base necessarie.

Questa forma di dispersione scolastica implicita è in aumento, raggiungendo il 9,8% nel 2021. I dati del 2023 mostrano un calo significativo, attestandosi all’8,7%. Se queste tendenze si confermano, la percentuale di giovani che abbandonano precocemente l’istruzione potrebbe avvicinarsi all’obiettivo fissato dal Pnrr entro la fine del 2025 (10,2%). Particolare attenzione andrà data a questo problema per garantire prospettive migliori di inserimento nella società per tutti gli studenti.

Commenta