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Intervista al presidente di Digital Magics: “Ok Dl Sviluppo, le startup 50% della crescita del Pil”

INTERVISTA A ENRICO GASPERINI – Il presidente del principale incubatore-venture capital di startup in Italia approva l’Agenda Digitale varata dal Governo, ma ammonisce: “E’ solo un inizio, ora bisogna creare l’ecosistema: lo Stato deve regolamentare ma anche mettere soldi per favorire investimenti” – “Startup potenzialmente metà della crescita del Pil”.

Intervista al presidente di Digital Magics: “Ok Dl Sviluppo, le startup 50% della crescita del Pil”

“Negli Stati Uniti il 40% del Pil è prodotto da aziende che hanno meno di 30 anni di vita, ossia startup o ex startup”. All’indomani dell’approvazione del decreto Sviluppo, che prevede per la prima volta in Italia una normativa sul mondo digitale e sul fenomeno delle imprese innovative, Enrico Gasperini, Fondatore e Presidente di Digital Magics, il principale incubatore italiano di startup, con sede a Milano, mette in guardia: “Il decreto è solo un inizio, ma in Italia siamo ancora a zero: ci vorranno molti anni, e la missione è cruciale, si tratta infatti di regolamentare e promuovere un ecosistema che dovrà in futuro rappresentare quasi la metà della crescita del Pil”.

Gasperini ha fondato Digital Magics nel 2004 per poi renderla nel 2008 un ottimo esempio di incrocio fra incubatore – che offre mentorship, business management, servizi strategici e finanziari, sviluppo prodotto, marketing e comunicazione, supporto logistico, tecnico, amministrativo – e venture capital, che offre sostegno economico alle piccole aziende in erba investendo sulla loro “fioritura” per poi venderle sul mercato, come già accaduto in cinque occasioni, quando dagli exit sono stati ricavati 5 milioni di euro immediatamente reinvestiti nei 20 progetti attualmente in portfolio. Digital Magics ha creato dalla sua fondazione oltre 300 posti di lavoro attraverso 30 nuove startup, di cui 5 appunto vendute sul mercato.

I due exit più consistenti, TheBlogTv e Bibop, società specializzate nello sviluppo di contenuti multimediali digitali multi-piattaforma, sono stati però realizzati all’estero, per la precisione con due fondi d’investimento britannici. Proprio perché, come dice Gasperini, “in Italia manca ancora l’ecosistema. La riforma del governo è fondamentale, ma ora bisogna che tutte le parti in causa giochino il proprio ruolo. Giovani creativi, università, centri di ricerca pubblici e privati, incubatori, investitori e poi il mercato”. Il mercato è quello che attualmente sembra più indietro, fermato dalla crisi e dal vecchio modello produttivo improntato sulle piccole e medie imprese industriali e sul supporto del credito bancario, e che ancora non si è adattato all’innovazione, alla digitalizzazione e alla ricerca. “Motivo per cui – spiega Gasperini – il governo non deve limitarsi a regolamentare, cosa positiva e necessaria, ma deve favorire e attirare i flussi di capitali. Come? Non solo riducendo le spese iniziali e snellendo la burocrazia, che sono temi importanti ma direi secondari, quanto prevedendo incentivi e agevolando i meccanismi di finanziamento, come per esempio attraverso il fondo dei fondi e il crowdfunding”.

“Il decreto Sviluppo – prosegue Gasperini – approvato ieri è un ottimo inizio. Un primo e importante passo avanti da parte del governo italiano: finalmente ci siamo dotati di un’Agenda Digitale. Per quanto riguarda la parte sull’ecosistema delle startup la prima impressione, in attesa del testo finale e dei decreti attuativi, è buona: ci sono tanti strumenti utili a far decollare la parte seed della filiera”.

Fare in modo insomma che le idee e il grande fermento che pur ci sono in Italia (“Raccogliamo 200-300 progetti all’anno, quest’anno abbiamo persino raddoppiato: siamo a 500”), possano trovare sbocco sul territorio nazionale, per esempio con i grandi gruppi editoriali e di telecomunicazioni, che finora latitano, mentre “in Germania il 50% degli exit è fatto dai grandi gruppi media & telco nazionali”. “Il mio timore – confessa il Presidente di Digital Magics – è proprio quello di disperdere questa grande opportunità e di finire col venire colonizzati, come avviene purtroppo in tanti settori, anche sulle startup tecnologiche: un po’ perché questo ecosistema potrebbe, a causa delle troppe individualità in gioco e di una mentalità che stenta a decollare, non riuscire a nascere, e un po’ perché, anche nascendo potrebbe trovarsi inghiottito dai grandi investitori stranieri per l’assenza della giusta sinergia tra pubblico e privato in Italia“.

Una grande opportunità che, sfruttando le attenzioni finalmente ricevute dall’esecutivo, andrebbe invece percorsa in prima linea, nel solco della grande tradizione dello Stivale nel campo delle piccole e medie imprese. “Le imprese italiane – conclude Gasperini – dovrebbero prendere esempio dalle grandi aziende mondiali dell’hi-tech, come Apple e Google, che stanno esternalizzando, per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione, sempre più servizi avvalendosi delle startup della Silicon Valley, ma anche di quelle europee”.

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