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Internet delle cose, il caso Telit vince in Borsa e guadagna il 176% in un anno

“Automotive, sicurezza, Pos, telemedicina, contatori elettronici: siamo leader nel mondo per la produzione dei moduli che fanno dialogare gli oggetti su rete mobile”, spiega Chicco Testa, ad della controllata italiana – Dopo il management buy out e il riposizionamento sul settore M2M, crescita a due cifre negli ultimi quattro anni – In Italia 200 dipendenti.

Internet delle cose, il caso Telit vince in Borsa e guadagna il 176% in un anno

Dall’automotive alla telemedicina e persino alle tartarughe. Gli oggetti, ma anche gli animali, parlano via Internet e l’incredibile boom del “machine to machine” fa volare Telit: nata italiana, diventata globale, premiata con un balzo del 176,49% in dodici mesi alla Borsa di Londra. In cifre: da 80 pence a 2,10 sterline, quasi il triplo. Chicco Testa, amministratore delegato della controllata italiana del gruppo, spiega a First online il business all’origine del successo di questa azienda che ha radici lontane e da quatro anni, incurante della crisi mondiale, presenta ritmi di crescita a due cifre. “Facciamo apparecchi telefonici. Dei moduli – afferma – che consentono a diverse categorie di oggetti di comunicare dati utili: la loro posizione se sono veicoli in movimento, il valore di una transazione economica nel caso dei Pos utilizzati per pagare nei negozi, i consumi elettrici nel caso dei contatori intelligenti o le informazioni su un incidente attraverso la scatola nera installata sull’auto. L’internet delle cose è un fenomeno in forte crescita in tutto il mondo, gli investitori lo sanno e la Borsa premia il titolo”.

La storia. Qualcuno forse ricorda il tentativo di matrimonio, a metà anni ’80, tra l’Italtel dell’Iri e la Telettra di Fiat. La joint venture tra i due gruppi doveva chiamarsi Telit e nasceva da un’intuizione giusta, quella di coniugare la produzione di apparati di tlc con la nascente filiera automotive, ma fallì clamorosamente per una questione di poltrone dopo un duro braccio di ferro tra la Fiat di Cesare Romiti e il Psi di Bettino Craxi. Questioni del secolo scorso. Questa Telit, è altra cosa. Parte a metà anni ’80 dalla triestina Telital. Dopo l’acquisizione dal fondo israeliano Polar Investments e il management buy out da parte dell’Ad Oozi Cats, dello stesso Chicco Testa e di un pool di investitori, l’azienda cambia modello di business e fa rotta sull’M2M. Siamo nel 2005 e da allora la crescita esplode: da 700 mila moduli prodotti nel 2007 si passa a 13 milioni lo scorso anno e si punta al raddoppio nel 2016. L’Ebitda rettificato passa da 2,5 a 26,9 milioni di dollari, i ricavi da 37,8 a 243,5 milioni. Oggi l’area Emea è quella che contribuisce maggiormente ai ricavi ma l’Europa ha lasciato spazio alle Americhe, mentre l’Asia-Pacifico conta per l’11,5%.

Mondo-Italia. “Siamo una multinazionale – prosegue ancora Testa – con forti radici italiane e 650 dipendenti complessivi di cui 200 tra Trieste e Cagliari. Facciamo ricerca e sviluppo con produzioni sempre nuove e sartorializzate per l’uso specifico del singolo cliente. Pensiamo di essere i primi al mondo per quote di mercato in un settore da cui i grandi gruppi hanno preferito uscire: Siemens ha venduto, lo stesso ha fatto Ericsson, noi abbiamo acquistato la divisione M2M di Motorola. Da questo processo di specializzazione si sono affermati tre player mondiali: Telit è l’unico pure player”, seguita da Sierra Wireless e Gemalto. La produzione è tutta esternalizzata, qui rimangono i cervelli, in buona parte ingegneri.

Tartarughe e reti. Per fare dialogare le macchine Telit si muove su reti mobili Gsm/Gprs, Umts/Hspa, e Lte 3 e 4 G o anche via satellite. “I settori più importanti per l’M2M sono l’automotive, i pagamenti a distanza, i contatori elettronici che trasmettono i dati lungo la rete elettrica e poi, da lì, fino al data center, su rete mobile; e poi tutti i telecontrolli, la domotica e la telemedicina”. Nel portafoglio di Telit ci sono clienti come Magneti Marelli, Elster nel telemetering, Garmin per la telematica automobilistica (con la previsione di 1 miliardo di auto collegate in M2M nel 2050), Tyco nella security. Le applicazioni sono molteplici: dal controllo delle flotte aziendali, ai dati trasmessi dalle telecamere di controllo. Ma i moduli Telit sono stati utilizzati anche per il monitoraggio degli animali selvatici nel periodo della schiusa delle uova delle tartarughe marine in North Carolina. E per aiutare i pazienti affetti da malattie croniche ad assumere correttamente le terapie: il SimpleMed, dispenser automatico sviluppato con l’israeliano Vaica, avvisa i medici in ospedale quando il paziente a casa dimentica di prendere la pillola.

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