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Innovazione e internazionalizzazione, la ricetta di Italia Independent: “Umiltà e Borsa”

INTERVISTA A ANDREA TESSITORE – L’ad di Italia Independent, intervenuto a Torino al convegno ACB Group su innovazione e internazionalizzazione: “La quotazione in Borsa ti dà credibilità e poi ci vogliono umiltà e preparazione: il made in Italy deve saper capire i mercati esteri” – Su Luxottica: “Il lusso sta profondamente cambiando”.

Innovazione e internazionalizzazione, la ricetta di Italia Independent: “Umiltà e Borsa”

Innovazione e internazionalizzazione. Due sfide che vanno di pari passo: la prima sostiene la seconda, la seconda è un’occasione irrinunciabile per il made in Italy, un mercato stimato nel 2013 in 500 miliardi di euro (destinati secondo l’Ice a diventare oltre 600 nel 2015), che fa dell’Italia – nonostante il freno della recessione – l’ottavo Paese esportatore al mondo.

Ma che cosa significano innovazione e internazionalizzazione? A spiegarlo è Andrea Tessitore, amministratore delegato di Italia Independent, azienda fondata nel 2007, quotata da più di un anno in Borsa e già capace nel 2013 di un fatturato netto di quasi 25 milioni di euro, in crescita del 59% rispetto all’anno precedente. “L’innovazione non è altro che un’attitudine nei confronti del mercato – spiega l’ad – che consiste nell’interpretare i dati oggettivi in maniera alternativa”.

Quindi creatività, ma anche preparazione e studio rigoroso dei mercati. “A volte c’è troppa leggerezza nel fare gli imprenditori”, prosegue Tessitore, intervenuto ieri sul tema nel corso del convegno organizzato a Torino da ACB Group, che riunisce circa 1200 professionisti tra commercialisti, legali, docenti universitari ed esperti aziendali provenienti da 56 studi integrati. “L’innovazione non è solo sui prodotti ma anche sullo stesso business model: nessuno per esempio è mai partito, come noi, dall’occhialeria come core business, pur sapendo che è un settore con margini di profitto molto più alto di altri”.

Scelta vincente, visto che l’occhialeria, soprattutto quella da sole, ha prodotto l’anno scorso il 78,3% dei ricavi consolidati complessivi (rispetto al 70,8% del 2012). “Nel 2014 – spiega Tessitore – contiamo di vendere 700mila paia di occhiali, ossia 2000 al giorno, non solo nei 1.500 punti vendita in Italia, ma in 72 Paesi nel mondo”. Internazionalizzazione appunto, che frutterà secondo gli analisti di Equita un fatturato vicinissimo ai 35 milioni nel 2014, e di quasi il doppio (60 milioni) nel 2016. “Per la prima volta quest’anno abbiamo fatto solo metà dei ricavi in Italia, il resto all’estero”, grazie anche a partnership con importanti brand come Adidas e come quello, in arrivo, “con un’altra azienda straniera che fa parte di un gruppo francese ed è quotata in Borsa”.

Ma come è stato possibile lanciare un brand così giovane all’estero? Tessitore è chiaro: “L’internazionalizzazione te la giochi su due fattori: innanzitutto l’umiltà, e poi la presenza sui mercati finanziari. Per quanto riguarda la prima, è fondamentale muoversi con attitudine ambiziosa ma studiando e rispettando i mercati esteri: gli altri Paesi vanno analizzati a fondo, a livello culturale, non con l’arroganza di chi ha successo in Italia e pretende perciò di averla ovunque”. Un concetto ancora difficile da capire per il tessuto delle pmi italiane, ancora legate alla gestione familiare: “Internazionalizzare non vuol dire delocalizzare o andare in Cina una volta all’anno a firmare un contratto”.

Anzi, la Cina non è al momento al centro dei pensieri di Italia Independent, che invece batte con successo proprio i mercati della vicina Europa: “Guarda caso siamo forti in Francia e Spagna, dove abbiamo delle sedi locali. Poi ci difendiamo negli Usa e in tutto il continente americano grazie alla nostre base operativa di Miami. Il Giappone resta un punto fermo per il nostro tipo di attività, mentre la Cina è un mercato complicatissimo da penetrare: ci arriveremo, ma studiandolo bene”.

Poi c’è la Borsa, dove la creatura di Lapo Elkann è sbarcata il 28 giugno 2013 sul circuito Aim di Piazza Affari. “La quotazione in Borsa è fondamentale per avere credibilità all’estero: ti dà legittimità e se le cose vanno bene anche solidità finanziaria. Molte pmi esitano a compiere questo passo, ma io dico sempre che la Borsa serve proprio quando uno è piccolo: è un valore aggiunto”. Un salto di qualità ulteriore Italia Independent lo farà, “entro un anno”, passando dall’Aim al circuito Mta: “Siamo tecnicamente pronti”.

Un salto calcolato, nonostante per il settore del lusso non sia un momento esattamente felice, soprattutto sui mercati finanziari. In Italia è stato un anno particolare per Luxottica: il gruppo di Leonardo Del Vecchio, diretto concorrente di Italia Independent, ha da poco detto addio all’amministratore delegato Andrea Guerra, aprendo una nuova fase della sua storia. Ma soprattutto un segnale è arrivato dal gigante francese Kering, che ha tolto le licenze a Safilo per la vendita dei propri brand (tra cui Gucci). Come a far capire che i grandi gruppi vogliono tenersi il mercato per loro, puntando sempre più sui monomarca per dare prestigio ai brand e fare più ricavi. “Luxottica sta passando un momento cruciale – ammette Tessitore – ma è tutto il lusso ad essere sotto i riflettori. Il settore sta cambiando profondamente”. E va capito, innovando e studiando attentamente cosa accade all’estero.

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