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India, nessuna indagine su Finmeccanica

Alcuni giorni fa nei media indiani sono iniziate a circolare indiscrezioni relative ad Agusta Westland, controllata dal gruppo italiano della difesa – Secondo le prime voci, l’azienda avrebbe pagato delle tangenti per aggiudicarsi una commessa nel 2010 – Ma oggi da Nuova Delhi smentiscono di aver aperto un’inchiesta.

India, nessuna indagine su Finmeccanica

“Non c’è alcuna indagine specifica su transazioni legate all’India”. Con queste parole il ministero della difesa di Nuova Delhi ha chiuso il giallo sulle attività di Finmeccanica nel Paese asiatico. Dopo aver ricevuto una relazione dal proprio ambasciatore a Roma, le autorità indiane hanno così smentito il proprio coinvolgimento. E’ la magistratura italiana che “sta conducendo un’indagine preliminare – si legge ancora nella nota – su dichiarazioni a proposito di presunte irregolarità finanziarie che riguardano Finmeccanica e sue controllate in generale”. Ma il riferimento in questo caso è all’inchiesta già nota nel nostro Paese sul un presunto giro di tangenti Enav-Finmeccanica.

Per quanto riguarda l’India, invece, la vicenda è esplosa alcuni giorni fa, quando dai media locali sono iniziate a circolare indiscrezioni relative ad Agusta Westland, azienda costruttrice di elicotteri e controllata dal colosso italiano della difesa. Nel 2010 Agusta – che allora era guidata da Giuseppe Orsi, oggi presidente e amministratore delegato di Finmeccanica – si era aggiudicata una commessa per la costruzione di 12 elicotteri nel Paese Asiatico. Secondo le prime voci, l’inchiesa per corruzione oggi smentita da Nuova Delhi avrebbe riguardato proprio le procedure che hanno potato alla firma di questo contratto.

La replica di Finmeccanica era già arrivata il 27 febbraio scorso: “Agusta Westland – si legge nella nota – non è coinvolta in nessuna irregolarità relativa alla fornitura di elicotteri in India” e “nessuna comunicazione è stata notificata a società e dirigenti del Gruppo nè in Italia nè in India”.

Il primo a parlare del caso era stato Lorenzo Borgogni, l’ex responsabile delle relazioni interne di Finmeccanica che ha collaborato con i magistrati di Napoli rivelando diverse informazioni relative agli affari di Marco Milanese, ex consigliere di Giulio Tremonti, all’epoca ministro dell’Economia.

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