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Il voto italiano e l’incubo della ingovernabilità spaventano i mercati: Piazza Affari inizia male

L’esito delle elezioni avvera la drammatica profezia di Antonio Gugliemi, capo analisti di Mediobanca: l’Italia diventa ingovernabile e “si tornerà presto a votare” – Borsa sull’ottovolante, spread BTp-Bund di nuovo in salita ed euro in forte oscillazione – Piazza Affari inizia subito male – Il paradosso di Mediaset: prima su e poi giù – Ansia per le aste.

Il voto italiano e l’incubo della ingovernabilità spaventano i mercati: Piazza Affari inizia male

La profezia di Antonio Guglielmi, stimato responsabile di Mediobanca Securities, è l’incubo che si è materializzato ieri sui monitor degli operatori finanziari, da Piazza Affari a Wall Street ed oltre.

Una settimana fa mister Guglielmi, numero uno della squadra di analisti che opera in quel di Londra,  affermò che lo scenario più verosimile per l’Italia  è che “si tornerà presto alle urne“, cioè la prospettiva che più dispiace ai mercati e che si è fatta drammaticamente reale dopo le prime proiezioni. l’Italia rischia di avere un Parlamento così frazionato  da rendere molto difficile la formazione di un nuovo governo. L’indice FtseMib ha chiuso in rialzo dello 0,7%.

Lo spread Btp/Bund, che nel primo pomeriggio era sceso a un minimo di 254, è risalito in serata a quota 288, il livello dove si trovava venerdì sera. Anche l’euro ha oscillato violentemente seguendo l’esito del voto degli italiani: è salito a un massimo contro il dollaro di 1,331, per poi ridiscendere a 1,318.

Queste le chiusure delle altre Borse europee, anch’esse influenzate dalle elezioni italiane: Londra +0,3%, Parigi +0,4%, Francoforte +1,4%, Madrid +0,7%. Le notizie italiane pesano su Wall Street: il Dow Jones cede lo 0,33%, lo S&P 500 perde lo 0,34%,  il Nasdaq  lo 0,08%. Il Nasdaq è sostenuto dal balzo di Amgen  che sale del 3,8% a 90,16 dollari dopo il richiamo volontario da parte di un competitor di un farmaco simile a Epogen.

INSIDE PIAZZA AFFARI

Mediaset è stato il titolo simbolo di una giornata piena di paradossi. il titolo è volato inaspettatamente sulle ipotesi di una vittoria netta del centrosinistra, suggerite dagli exit poll, e si è sgonfiato quando le prime proiezioni hanno indicato che al Senato la vittoria potrebbe essere andata invece alla coalizione guidata dall’azionista di riferimento Silvio Berlusconi.

Alla fine ha chiuso in rialzo del 2,08% a 1,719, con volumi alti, facendo meglio del FTSEMib salito dello 0,7%, mentre gli equilibri di Camera e Senato restano ancora incerti.

Per quanto riguarda i titoli principali, Unicredit ha ridotto il vantaggio a +2%, Intesa +0,8%, Generali è salita  dell’1,1%. Fiat ha chiuso negativa (-0,1%) dopo il declassamento di Fitch. L’agenzia di rating ha declassato il rating del debito a lungo di Fiat a ‘BB-‘, da ‘BB’, mentre ha confermato il rating del debito a breve a ‘B’. L’outlook e’ negativo. Lo ha comunicato l’agenzia, spiegando che il calo del rating ‘riflette principalmente la continua debolezza dei risultati della sola Fiat, esclusa Chrysler, in particolare in Europa, e la nostra opinione che l’ultimo piano strategico del gruppo e’ soggetto a importanti rischi esecutivi e i suoi frutti si vedranno dopo parecchi anni, se i clienti reagiranno positivamente’. Inoltre, aggiunge l’agenzia, esiste ‘la possibilita’ di ulteriori deflussi di cash per aumentare la quota di Fiat in Chrysler e per accedere al cash’ della casa americana.

Finmeccanica è salita dell’1,3%, StM +1,5%. Enel è salita dello 0,6%, Telecom Italia +0,1%. Eni ha finito la seduta un progresso dello 0,3%. Tod’s è salita del 2,2% segnando in giornata il nuovo massimo assoluto.

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