Condividi

Il nucleare unisce e divide anche a Cernobbio

E’ bastato un appello del ministro Cingolani a studiare le possibili nuove tecnologie sul nucleare per scatenare la tempesta perchè, come al solito, sull’energia atomica le ideologie prevalgono sulla fredda razionalità: ecco cos’è successo

Il nucleare unisce e divide anche a Cernobbio

Anche al Forum Ambrosetti di Cernobbio il nucleare unisce e divide. Come sempre in Italia. Per la verità tutto è nato da un intervento controcorrente ma in buona parte frainteso del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un luogo “sensibile” come la Scuola di formazione politica di Italia Viva di Matteo Renzi a Ponte di Legno. Cingolani, che è amico dell’ex premier dai tempi delle prime edizioni della Leopolda anche se poi il cappello politico sul suo incarico ministeriale ce l’ha messo Beppe Grillo, non si è tirato indietro e, slides alla mano, ha detto che anche sul nucleare non è più tempo di tabù ma bisogna essere pronti a cogliere le novità della tecnologia, “soprattutto ora che si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione” che potrebbero rendere possibile il nucleare pulito e sicuro. “Se a un certo punto – ha spiegato Cingolani – si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso, è da folli non considerare questa tecnologia”. Non dunque un’apertura acritica al nucleare senza se e senza ma da parte di Cingolani ma un invito a studiare e a cogliere le novità della tecnologia andando “oltre le ideologie”.

Ma sul nucleare è difficile ragionare e in Italia non è mai stato possibile farlo serenamente. E qui Cingolani non le ha mandate a dire: “Il mondo – ha detto – è pieno di ambientalisti radical chic ed è pieno di ambientalisti oltranzisti ideologici: loro sono peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati se non facciamo qualcosa di veramente sensato”. Apriti cielo e avanti con le crisi di coscienza dei Cinque Stelle che hanno indotto il loro neo-presidente, Giuseppe Conte, a “convocare” il ministro per un incontro, ironicamente apprezzato da Renzi: “Così almeno Conte può finalmente imparare qualcosa da uno scienziato come Cingolani”.

Ma il seguito della querelle ha avuto per teatro il Forum Ambrosetti di Cernobbio. Per primo è sceso in campo l’ex Ad dell’Enel e dell’Eni, Paolo Scaroni e oggi vicepresidente della banca d’affari Rotschild, che ha dato ragione a Cingolani. “Sul nucleare condivido – ha dichiarato Scaroni – quanto ha detto il ministro Cingolani: non si può escludere a priori una tecnologia che annulla le emissioni di anidride carbonica” se ci si pone l’obiettivo di arrivare a zero emissioni di Co2 entro il 2050 “ma il problema non è certo solo italiano, ma è globale”. Secondo Scaroni il Governo deve decidere presto su quali tecnologie puntare ma “in Italia è difficile fare scelte impopolari che potrebbero dimostrare la loro efficacia solo tra anni”.

Poi sono state scintille a distanza tra l’attuale numero uno dell’Enel, Francesco Starace, punta di diamante delle energie rinnovabili, e il patron della Brembo ed ex vicepresidente della Confindustria, Alberto Bombassei. Per Starace “è necessario accelerare gli investimenti nelle rinnovabili ma non è realistico riconsiderare il nucleare, anche perchè “il nuovo nucleare” non è tanto nuovo come sembra”. Non la pensa allo stesso modo Alberto Bombassei, che da Cernobbio l’ha presa alla larga dicendo che quello del futuro del nucleare è “un tema bellissimo e stimolante” ma concludendo con un “plauso al ministro Cingolani”.

La querelle continua. Ma da Cernobbio è stato lo stesso Cingolani a buttare acqua sul fuoco: “Al momento non c’è nessuna proposta” sul nucleare “perchè non c’è la tecnologia: guardarle e studiarle tutte mi pare però sacrosanto”.

Commenta