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Il Decreto del Fare è legge, via libera dalla Camera a 24 ore dalla pausa estiva

Il provvedimento è stato approvato in via definitiva dall’Aula di Montecitorio con 319 sì, 110 no e 2 astenuti – Hanno votato contro Sel, Movimento cinque stelle e Lega Nord.

Il Decreto del Fare è legge, via libera dalla Camera a 24 ore dalla pausa estiva

Il Decreto del Fare è legge. Questa mattina l’Aula della Camera ha approvato in via definitiva il provvedimento con 319 sì, 110 no e 2 astenuti. Hanno votato contro Sel, Movimento cinque stelle e Lega Nord.

Il pacchetto ottiene quindi il via libera appena prima della pausa estiva, che inizia domani. I deputati torneranno a lavorare in commissione il 28 agosto, mentre l’Aula di Montecitorio riaprirà il 4 settembre.

Il provvedimento contiene diverse misure volte a sostenere il credito alle imprese, semplificare la burocrazia e abbreviare la durata dei procedimenti civili, anche attraverso il ripristino della mediazione obbligatoria per un ampio spettro di controversie. Il testo prevede anche il taglio del 25% ai compensi degli amministratori delle spa non quotate controllate dalle pubbliche amministrazioni che non rientrano nel tetto dei 302 mila euro previsti dal decreto Salva-Italia.

Oltre ad ampliare le regole di accesso al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, il decreto introduce un finanziamento agevolato per le aziende che vogliono rinnovare macchinari e impianti ad uso produttivo. Il meccanismo si basa su un plafond di 2,5 miliardi – incrementabile fino a 5 – istituito presso la gestione separata della Cassa depositi e prestiti, che fornirà la provvista alle banche.

Il decreto mobilita poi investimenti in infrastrutture per un totale di circa 3 miliardi di euro. Il grosso deriva dal fondo di 2,03 miliardi (per il quadriennio 2013-2017) istituito al ministero delle Infrastrutture e che servirà a garantire la continuità dei cantieri in corso o l’avvio di nuovi lavori. Scende a 200 da 500 milioni il valore minimo delle infrastrutture per le quali è previsto il regime di defiscalizzazione parziale.

Il decreto limita inoltre i poteri di Equitalia per venire incontro alle esigenze dei contribuenti in difficoltà. La possibilità di rateare il pagamento delle imposte è ampliata fino a 120 rate (da 72) e sale a otto da due il numero minimo di rate non pagate, anche non consecutive, a partire dal quale il debitore decade dal beneficio della rateizzazione.

Il governo ha stabilito anche l’impignorabilità della prima ed unica casa a fronte di debiti iscritti a ruolo, ad eccezione dei casi in cui l’immobile sia di lusso o comunque classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9 (ville e castelli).

Novità anche sulla Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie introdotta dal governo Monti. Il primo versamento slitta al 16 ottobre per tutte le tipologie di attivi sottoposti all’imposta. Da questa misura il ministero dell’Economia si attende un gettito di circa un miliardo l’anno.

L’offerta di accesso a Internet tramite reti Wi-fi nei negozi e nei locali, infine, non richiederà più l’identificazione degli utenti.

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