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E’ in Campania il primo “Borgo dell’accoglienza” contro l’abbandono. Cultura, servizi e sostenibilità

Il Borgo dell’accoglienza nel Vallo di Diano inaugura una nuova politica territoriale contro lo spopolamento. Esempio di economia virtuosa in una zona strategica del Sud

E’ in Campania il primo “Borgo dell’accoglienza” contro l’abbandono. Cultura, servizi e sostenibilità

Trasformare borghi antichi in strutture ricettive. Un albergo diffuso, per esempio, non solo per bloccare la fuga dei giovani, ma per valorizzare territori, mettendovi soldi pubblici. A Sanza nel Vallo di Diano, cuore del Cilento, sta prendendo forma il progetto pilota “Il Borgo dell’accoglienza”. Un’ esperimento ambientale e di vivibilità che vede impegnata la Regione Campania nel sostenere il rilancio di un’area storica ed archeologica. Siamo, infatti, a pochi passi da Paestum, della Certosa di San Lorenzo a Padula, dalle Grotte di Pertosa-Auletta e del massiccio del Cervati. Il progetto è di quelli pilota, condivisi con il Ministero della Cultura con 20 milioni di euro del PNRR. In questi giorni si parte carichi di speranze e di voglia di fare in questa parte della Campania che dopo pochi chilometri si affaccia sul Golfo di Policastro.

Cos’è un borgo dell’accoglienza?

Ma cos’è precisamente un borgo dell’accoglienza? E’ una struttura rivolta ad una domanda interessata a vivere e soggiornare in un contesto urbano pregevole per ecosistema, arte e storia. I borghi italiani sono tutti a rischio abbandono. Per quante iniziative e sforzi i si facciano, si è capito che il ruolo più forte è a livello locale. Chi ha responsabilità amministrative si deve porre il problema di quali strade prendere per investire bene le risorse e fermare emigrazione e spopolamento. ” Noi – dice il Sindaco di Sanza, Vittorio Esposito “il borgo lo abbiamo pensato come uno spazio anche per lo sviluppo di progetti imprenditoriali che dovranno moltiplicare l’effetto crescita per l’intero comprensorio”. E’ destinato solo ai giovani ? ” No, vi soggiornano anche persone anziane che formano una comunità che vive ed interagisce con i giovani”. Il cuore del progetto sta nel rilancio del centro storico che può fare da attrattore come polo turistico della Campania meridionale. E’ interessante apprendere che la Regione vuole sperimentare qui un modello di organizzazione sociale ed urbana da applicare ad altre comunità della Campania. Il 31gennaio scade il bando, molto importante, per individuare ed acquisire al patrimonio comunale gli edifici privati che saranno oggetto degli interventi. “Però, bisogna correre, spediti e senza tentennamenti, nel realizzare nel suo complesso il progetto che diverrà il modello di sviluppo da seguire anche per le altre comunità della Campania – ha detto il presidente della Campania Vincenzo De Luca.

Perché Sanza, nel Vallo di Diano ?

La cittadina, già nota ai romani per la via del sale che attraversava l’Italia , è stata scelta perché presenta tutte le caratteristiche indicate dal Ministero e soprattutto per la sua posizione strategica e le sue valenze culturali, paesaggistiche ed ambientali. Con i tempi giusti e le professionalità necessarie a sud di Salerno, intorno ad un antico borgo, potrà sorgere un modello virtuoso di economia del territorio. C’è già chi immagina che i borghi antichi possano diventare anche dei social coworking, con progetti imprenditoriali compatibili e sovrapponibili in questo caso, a quello in via di realizzazione. Scoprendo il tasto dolente della generale lontananza dei borghi dalle strutture di trasporto (a volte poco attraenti per tutto) qui l’intermodalità sarà composta da mezzi elettrici per lo spostamento dalla stazione ferroviaria di Salerno, dalla stazione di prossima realizzazione Alta velocità nel Vallo di Diano, da quella di Sapri e dai due aeroporti di Napoli Capodichino e Salerno Costa d’Amalfi, quest’ultimo abbastanza sottoutilizzato. Ma chi sostiene il progetto Sanza deve mostrare una visione a lungo termine.

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