Condividi

Grecia, Turchia e Ucraina: le tre spine della Borsa

Le tre emergenze internazionali inquietano i mercati – Si pensa di spostare al 2016 le scadenze dei debiti di Atene ma Merkel frena: “Prima occorre che la Grecia proponga e attui misure” di riforma – Marchionne spinge gli activist all’assemblea di Gm per la fusione con Fca – Apple delude i fornitori – Patuano: “Telecom può scendere sotto il 50% di Inwit”

Grecia, Turchia e Ucraina: le tre spine della Borsa

L’incertezza domina i mercati finanziari, sotto la pressione della crisi greca e della situazione, ancor più esplosiva dell’Ucraina. Dal vertice del G7 non sono arrivate, come previsto, terapie efficaci per la sindrome greca. Almeno all’apparenza: secondo The Wall Street Journal si è fatta strada la proposta di spostare la scadenza dei debiti di Atene alla prossima primavera. Ma prima, come ha sottolineato Angela Merkel, “occorre che Atene proponga e attui delle misure”. Al più presto perché non c’è più molto”.

Deboli le Borse asiatiche, su cui pesa il rischio di un aumento dei tassi Usa. Arretrano sia Tokyo che Hong Kong, entrambe poco sotto il punto percentuale. Segnano il passo anche i mercati cinesi. Dall’economia arrivano altri dati inquietanti a partire dalla frenata dell’inflazione, 1,2% si base annua, ben al di sotto dell’obiettivo governativo del 3%. Ma, oltre all’attesa di nuovi stimoli monetari in arrivo da Pechino, Shanghai è sostenuta dall’attesa della decisione di Msci: stasera i titoli cinesi potrebbero essere inclusi nel paniere Global Markets. Nel caso la novità riguardi solo le azioni di tipo A, si prevedono acquisti per 3 miliardi di dollari, se saranno accolte anche le altre tipologie, i flussi dei fondi verso Shanghai e Shenzhen ammonteranno a 47 miliardi.

DELUDE APPLE, LA TURCHIA DEPRIME I LISTINI EMERGENTI

Finale in lettera anche per Wall Street dopo una giornata priva di spunti macro di rilievo. L’indice Dow Jones ha chiuso in calo dello 0,46%, S&P 500 dello 0,65% e Nasdaq dello 0,92%. L’incontro di Apple con i suoi fornitori non ha offerto spunti inattesi. In chiusura il titolo ha accusato un calo dello 0,5% La Mela ha lanciato, come previsto, Music il nuovo servizio di streaming musicale frutto dell’acquisizione di Beat da parte di Apple che disporrà, oltre a milioni di brani musicali anche internet radio e algoritmi per comprendere le preferenze musicali di ogni singolo utente. Il servizio partirà da fine giugno a un costo di 9,99 dollari al mese. Prevista anche una nuova versione di iTunes per Mac e Windows.

Intanto, nonostante i moniti di Obama, continua la corsa delle multinazionali Usa a cambiar sede. Lo farà Monsanto se avrà successo la fusione con la svizzera Syngenta: la sede fiscale del nuovo gruppo sarà Londra.

Da segnalare tra gli Emergenti il tracollo della Borsa di Istanbul – 5% e la lira turca si è svalutata del 4% a 2,7618 contro il dollaro, dopo il risultato delle elezioni che ha visto il partito Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan attestarsi al 40%, perdendo per la prima volta da 12 anni la maggioranza assoluta in Parlamento.

MILANO -0,9%, “CORREZIONE TECNICA” PER FRANCOFORTE

Debole la finanza europea, con l’eccezione dell’euro che ha valicato la soglia di 1,13 sul dollaro, a conferma che molti operatori stanno rimborsando le posizioni nella moneta unica, aperte con l’avvio del quantitative easing. A Milano l’indice FtseMib ha perso lo 0,9%, sostanzialmente allineata ai ribassi delle Borse di Parigi -1,2% e Madrid -1%. Francoforte -1,1%, dopo l’ultimo ribasso l’indice Dax è entrato in una fase di “correzione tecnica” avendo perso il 10% dai massimi.

TASSI DEI BTP AI MASSIMI DA NOVEMBRE. ALL’ASTA 6 MILIARDI

Si fa più forte intanto la pressione sul reddito fisso. Il rendimento del Btp decennale, al 2,25%, è ai massimi da novembre.
Il ministero dell’Economia ha comunica che alla prossima asta di titoli a medio-lungo di giovedì 11 offrirà da 4,5 a 6 miliardi di Btp a 3, 7, 15 e 30 anni.

ASSEMBLEA GM, MARCHIONNE SPINGE GLI ACTIVIST

Secondo The Wall Street Journal Sergio Marchionne ha sollecitato gestori hedge e azionisti activist perché sostengano, in occasione dell’assemblea odierna di Gm, le ragioni di un merger tra i due gruppi, ipotesi finora non presa in considerazione da Mey Barra, ceo del più importante gruppo Usa. A marzo, Gm ha ceduto alle pressioni degli activist, deliberando un buy back per 5 miliardi di dollari. Secondo il quotidiano Usa, la strategia di Marchionne non si limiterà a far pressione, tramite gli azionisti, a Gm, ma potrebbe essere estesa ad almeno un altro produttore europeo.

Nell’attesa di queste grandi manovre Fiat Chrysler (-0,5%) ha ieri limitato i danni in una seduta difficile per l’automotive (indice Stoxx europeo (-1,4%). Bmw è scesa dell’1,7%, Daimler -1,4%, Volkswagen -1,1%. ??Intanto, da un incontro tra Alfredo Altavilla, chief operating officer del gruppo Fca dell’area Emea, e i sindacati è emerso che dopo le 1.550 assunzioni effettuate nello stabilimento di Melfi, il gruppo procederà con ulteriori oltre mille assunzioni entro la fine dell’anno negli impianti italiani.

LA TURCHIA PESA SU UNICREDIT. BENE CARIGE

Sul listino milanese pesa la discesa delle banche: Intesa (-1,1%), MontePaschi (-1,2%). Mediobanca ha perso il 2,7%. Unicredit -1.9%. Sull’andamento del titolo ha inciso anche la caduta della Borsa turca (-6%). ??Unicredit possiede il 41% in Yapy Kredi, che nel 2014 ha contribuito per il 7% all’utile operativo di gruppo. La banca ha inoltre annunciato che ricomprerà propri prestiti obbligazionari subordinati con scadenza 2022 per un importo complessivo di 1,5 miliardi di euro. L’operazione tende a ottimizzare la composizione delle proprie passività, spiega una nota.

Saranno riacquistati bond subordinati emessi nel 2014 a 7 anni e due mesi per 749,95 milioni in circolazione (101,80% il riacquisto) e bond subordinati del 2015 da 7 anni e due mesi per 749,95 milioni (101,85% il riacquisto).

Copione a parte per Carige salita dell’1,8% a 1,755 euro nel giorno di avvio dell’aumento di capitale, con le nuove azioni che vengono offerte in prelazione ai soci a 1,17 euro, in ragione di sette nuove azioni per ogni vecchia posseduta. Il diritto d’opzione è stato scambiato in ribasso del 16,75% a 3,23. ?Nel comparto finanziario da segnalare anche la frenata delle Generali (-1,2%): Barclays ha limato il prezzo obiettivo a 17,2 euro (contro 17,3), lasciando invariato il giudizio equalweight. Nel gestito arretra Mediolanum (-1,4%).

Invariata Azimut. Il gruppo ha realizzato nel mese di maggio una raccolta netta positiva per 412 milioni di euro, un dato in frenata rispetto ai 643 milioni di aprile (-36%). Gli afflussi di maggio salgono a 1,3 miliardi di euro solo grazie al consolidamento delle masse di Quest in Brasile e di Ewm in Australia. Con gli afflussi di maggio le sottoscrizioni del gruppo superano i 2,7 miliardi di euro da inizio anno.

COMMESSA AFRICANA PER SAIPEM

Il calo del petrolio (Brent a 62,7 dollari al barile, Wti a 58,5 dollari) pesa sulle Big Oil. Eni ha ceduto lo 0,6%, Total (-1,5%). Positiva Saipem (+2,2%) a 10,54 euro, miglior blue chip di giornata. Il titolo ha reagito dopo aver perso quasi il 20% in due settimane. La norvegese Panoro Energy, una società petrolifera indipendente attiva soprattutto nell’Africa Occidentale, ha annunciato ieri di aver affidato alla controllata di Eni una commessa per lavori di trivellazione nell’off shore della Nigeria, l’area si trova a 24 chilometri dalla terraferma, al confine con il Benin. Saipem eseguirà le trivellazioni con il suo mezzo navale Scarabeo 3, attualmente dislocato vicino a Lagos, a circa 18 miglia nautiche dall’area. Enel ha chiuso in calo dello 0,2%, deboli le altre utility: Snam (-0,4%), A2A (-0,8%).

PATUANO (TELECOM): POSSIAMO SCENDERE SOTTO IL 50% DI INWIT

In calo Telecom Italia (-0,96%) nel giorno d’avvio dell’Ipo di Inwit. Al termine della prima giornata il book riservato agli investitori istituzionali risulta già coperto. “Possiamo scendere sotto il 50%” del capitale, purché si mantenga “un ruolo nel cda e nella governance” ha detto ieri mattina l’ad Marco Patuano presentando la quotazione della società cui la compagnia telefonica ha conferito le 11mila torri di pura telefonia mobile in Italia. L’offerta riguarda un numero massimo di 218 milioni di azioni, pari al 36,33% del capitale sociale, cui aggiungere l’eventuale greenshoe per il collocamento aggiuntivo di azioni ed arrivare quindi a un flottante fino al 40% che consentirebbe alla capogruppo un incasso previsto è di 800-900 milioni di euro. Parte dei fondi raccolti serviranno a ridurre il debito. Il resto verrà invece usato “per sostenere il piano di sviluppo della banda ultralarga sia sul fisso sia sul mobile”.

YOOX, VERSO L’ALLEANZA CON I BIG DEL LUSSO

Nel resto del listino da segnalare: Aedes (+19,98%) si è posizionata tra i migliori titoli di tutta piazza Affari nel primo giorno dell’aumento di capitale. I diritti hanno invece perso il 29,5% a 0,98 euro. Astaldi (+0,51%) ha festeggiato la firma del contratto di finanziamento di 5 miliardi di dollari per il progetto dell’Autostrada Gebze-Orhangazi-Izmir in Turchia. Per Banca Imi (add, target price 9,4 euro) e Bnaca Akros (neautral, prezzo obiettivo 8,2 euro) la notizia è molto positiva. In ribasso Yoox (-1,2%) che non beneficia delle dichiarazioni del presidente esecutivo di Richemont, Johann Rupert, che ha invitato i colossi Lvmh e Kering a investire nel gruppo che nascerà dalla fusione con Net-a-Porter per costruire un’offerta unica online dei giganti del lusso.

Commenta