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Governo-Ue, sfida sulla “golden rule” per scomputare dal deficit gli investimenti in infrastrutture

Il ministro Lupi ha già parlato di 70 miliardi da investire nei prossimi anni, sottolineando che potrebbero essere sottratti al calcolo del deficit – Una parte di quella somma è già inserita nel Documento di Economia e Finanza: 23,7 miliardi da spendere entro il 2020.

Governo-Ue, sfida sulla “golden rule” per scomputare dal deficit gli investimenti in infrastrutture

Chiusa la partita sulla procedura d’infrazione per deficit eccessivo, l’Italia apre con Bruxelles la discussione sui margini di flessibilità nei prossimi bilanci pubblici, a partire da quello del 2014. Un capitolo fondamentale riguarda la “golden rule” chiesta dal nostro Paese, che vorrebbe escludere dal computo del deficit almeno una quota, se non tutti gli investimenti per le infrastrutture. Si tratterebbe dei fondi necessari a realizzare opere finanziate dallo Stato italiano, ma al contempo inserite nel “Core Netowrk” europeo, ovvero la rete di grandi corridoi infrastrutturali che collega il continente. 

L’idea, concepita dai tecnici del governo Monti a fine mandato, è stata rilanciata dal premier Enrico Letta e dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che ha già parlato di 70 miliardi da investire nei prossimi anni, sottolineando che potrebbero essere sottratti al calcolo del deficit. 

Una parte di quella somma è già compresa nel Documento di Economia e Finanza: si tratta di 23,7 miliardi da spendere entro il 2020 per realizzare circa 80 opere che rientrerebbero in tre corridoi europei (Helsinki-Brennero-Palermo-La Valletta, Lione-Torino-Venezia-Kiev e Genova-Rotterdam). 

Le risorse inserite nel Def fanno riferimento però soltanto alle “quote pubbliche” degli investimenti. Se fossero inserite anche quelle private, la cifra da presentare all’Europa per la golden rule salirebbe a 88,6 miliardi. 

Quanto ai tempi, la risposta di Bruxelles arriverà probabilmente fra diversi mesi. Stando a quanto riferito da alcuni presenti all’incontro di due giorni fa fra Letta e i presidenti delle Regioni, il Premier avrebbe ammesso che per la golden rule si dovrà attendere con ogni probabilità il Consiglio europeo di dicembre. Difficile affrontare serenamente la questione prima di settembre, quando la Germania andrà al voto.

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